Con le parole di Linda sulle lettere la mia mente si riavvolge, come un filo rosso nella sua matassa, riportandomi a quel ricordo dove gli eventi si erano annodati, alla fatidica notte spesa a casa dell'attrice di Sara.
Stringo Manu dietro la testa alla base del collo, la cingo con decisione e delicatezza mentre la spingo verso di me, le nostre bocche affondano una dentro l'altra. Comunicando solo col peso del mio corpo l'accompagno dolcemente sul divano del suo salotto. Il babydoll non può opporre molta resistenza e con la mano comincio a risalire la gamba, dall'esterno della coscia, fino a quando riesco a insinuarmi sotto la gonna del vestitino. Le mie dita cercano di spostarsi verso l'interno coscia, verso posti più bollenti, quando la mano dell'attrice mi blocca.
«Hart, perdonami, io... io non posso.»
Mi fermo. «Scusami, non volevo esagerare...»
«Non è per quello.» Rimettendo in ordine la gonna mi interrompe. «Non possiamo farlo, fare questo, la direzione ci ha chiesto esplicitamente di evitare.»
«Ma se non glielo diremo, non riusciranno mai a scoprirlo.»
«Così, non può funzionare, davvero.» L'attrice continua a guardarsi le mani mentre le dita si incrociano nervosamente. «Se compromettessimo le riprese o la narrazione? La natura della produzione è molto delicata.»
La ragazza continua a insistere su quei punti, così tanto che mi sto convincendo che non sia una scusa improvvisata, per quanto possegga un personalità particolare, Manuela è un'attrice irriducibile e professionale.
«Hai ragione. Credo che sia meglio che vada.» Mi alzo prendendo il cellulare e mi rendo conto che l'espressione dell'attrice di Sara è particolare, come un misto tra stupore e rassegnazione, come se volesse seriamente impedirmi di andare, ma qualcosa la vincolasse.
Supero la porta dell'appartamento e quando Manu chiude la porta alle mie spalle, sistemo con molta disinvoltura la zona del cavallo che si era fatta delle aspettative troppo positive.
I pensieri si addensano mentre proseguo lungo la strada notturna verso casa. Non riesco a fare a meno di pensare come Manu sia profondamente indecisa: perché mi ha invitato alla fine? Sembrava come se dovesse dirmi le cose che ha detto proprio adesso, tra tutti i momenti possibili. Assorto com'ero nei miei pensieri quasi mi scontro con un lampione.
«Ehi, tutto bene?»
Mi volto, a parlare è stata una figura alta in un punto poco luminoso, qualche metro di distanza da me. Abbassa il cappuccio della felpa e gli occhiali scuri facendosi avanti e tirando fuori un visino allungato e dai lineamenti morbidi da modello, aspetta ma...
«Hart? Tu sei Hart Rogers, giusto?»
Però tra i due non è lui ad essere quello più sorpreso e vocalizzo quello a cui sono arrivato: «non ci posso credere, Llewelyn Simon.»
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...