«Il ciclo Yuga che stiamo cercando di concludere è ormai giunto al suo tramonto. Ci lasciamo alle spalle l'oscurità. Il mondo si sgretola e sì arrugginisce solo per poter essere tramutato in oro, così la nuova era della luce avrà inizio.»
Sotto la mitra, dalla testa del Cancelliere si ergevano tre corna, due ruvide e nodose su un lato e una lunga e liscia sull'altro. Tutte erano pitturate coi simboli proprio della Vestige Re'phim con varie tonalità di grigio spezzato solo da delle bande dorate.
«Il dolore e la sofferenza verranno spazzate via, la separazione tra ciò che è stato e quello che sarà si infrangerà.»
Le mani di Yoah Hannes si muovevano sinuose indicando l'immenso arcata alle sue spalle, il portone che voleva dare accesso ad un nuovo mondo una realtà più pura e luminosa di quella che stavano vivendo in quel momento.
«Una nuova era rappresenta il mutamento di ogni cosa. Soltanto delle mani incredibilmente forti possono riuscire a plasmare questo futuro utopico.» Il Cancelliere strinse le mani a pugno, il suo sguardo scorse sulla folla, eppure Sion riusciva ad avvertire il peso di quella pressione, come se quelle parole fossero state pronunciate proprio per lui. «Gli eugo'hades, le chimere che annullano il caos, i figli del ferro e del sangue.»
Spostandosi di lato, Yoah Hannes prese del tempo per sistemare le lunghe maniche della tunica, con le mani passò sui ricami grigi e dorati, per poi tornare al su pubblico con: «gli antichi egizi credevano che dopo la morte, l'anima dovesse superare un percorso di sfide e ostacoli, delle difficoltà per la propria crescita spirituale, per essere pronti al giudizio finale. I guardiani dei Cancelli di Aa'ru rappresentano la sfida e la crescita a cui devono sottoporsi gli eugo'hades, tutti quelli che ospitano dentro di sé il desiderio di trasformare il ferro e l'oscurità in oro e luce per tutto il genere umano.»
La formula di apertura del torneo del capo della Vestige Re'phim aveva subito poche varianti nel corso degli anni, quel rito che avrebbe spalancato i Cancelli e gli scontri degli eugo'hades. Eppure Sion ne rimaneva ammaliato ogni volta, come fosse stata la prima volta a sentirlo.
Il Cancelliere sollevò il braccio per attirare l'attenzione sulla campana formato di un metallo bianco e opaco, dotato di una luce flebile che quasi sembrava un riflesso lunare. «Al rintocco della campana , gli æoni ci comunicheranno il loro desiderio di comunione , attendiamo il rintocco della rivelazione, attendiamo l'eco del suono del cambiamento.»
Al termine, una folata di applausi investì il palcoscenico, rivolto verso l'individuo che aveva appena concluso il suo spettacolo. Coloro che battevano le mani più eccitati erano i vari esseri umani invitati alla cerimonia, quella degli eugo'hades era una risposta più umile e contenuta. Gli scontri di Alaya rappresentavano la sfida più ardua, quella che più di tutte portava o sottraeva prestigio per sé stessi, ma soprattutto per la propria Vestige.
Congedatosi dagli altri tre eugo'hades, Sion stava per cominciare un giro dell'Odeon, curioso di vedere se avrebbe trovato Gerico tra gli ospiti, qualcosa gli diceva che doveva esserci per forza, o per lo meno la sua Zack se lei glielo avesse concesso, quando venne investito da un segnale nella sua interfaccia, lo stesso impulso encefalico che avrebbe generato una convocazione fatta col megafono a pochi centimetri dall'orecchio: Yoah Hannes pretendeva la sua presenza.
La sezione più vicina del tempio teatrale ospitava i posti a sedere, a separare la seziona destra da quella sinistra vi era un passaggio ampio una decina di metri, per terra un tappeto rosso, quello che Sion doveva seguire per raggiungere l'indiscusso protagonista della serata.
Arrivò quasi nello stesso momento di Nihro. Se la pressione generata dalla presenza dello eugo'hades nero risultava oltremodo notevole, Sion aveva preso come sfida personale il riuscire a resistere, come una provocazione al simbolo del potere della propria Vestige, quella del Cancelliere, invece, possedeva tutt'altra natura: una coltre sacrale, come l'incenso che fuoriusciva dal turibolo, impossibile da aggirare, una presenza che incuteva tutto il rispetto possibile, lo stesso che si sarebbe preteso al rito funebre di un proprio caro.
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...