«Quindi l'impiccato è il traditore?» Chiedo alla segretaria in rosso.
«Ma no, rappresenta il tradimento, non necessariamente il traditore.»
«Capisco, un tradimento all'orizzonte.»
Mi prendo un breve pausa per aggiungere: «lei è... tu sei fidanzata? Perché magari finito qui potrei offrirti da bere e potremmo concretizzare questo tradimento.»
Accompagno il mio sorriso più smagliante a quella battuta ma la donna si alza con un movimento fluido, i suoi fianchi mi ubriacano mentre gira attorno alla scrivania. Il suo ginocchio si posa sul divanetto in mezzo alle mie gambe.
Deglutisco a fatica.
«Sì, signor Rogers, magari possiamo provare a fare questa cosa.» Il suo viso è solo ad una manciata di centimetri dal mio naso, il suo profumo mi stordisce, mi ricorda la zagara, mi ricorda il sahara dalle sabbie rosse durante il tramonto, anche se non ci sono mai stato.
Da quella posizione ho un posto in tribuna sulla sua scollatura, il pizzo bianco mi ammicca e mi fa capire che anche lì dentro, come qui fuori, la situazione è molto stretta.
La donna mi prende in contropiede e riesco solo a balbettare: «io... io stavo scherzando.» Ma che risposta è? Devo ricordarmi di prendermi a schiaffi, molti schiaffi e molto forti. Quasi quasi chiedo di andare in bagno così posso prendermi a sberle ma poi? Magari rimarrebbero i segni, lo farò a casa.
«Peccato signor Rogers, a quanto pare le carte stavano mentendo.»
Dannazione, devo aver lasciato le compresse di: Super Macho – per l'uomo sempre pronto – nel mio camerino ma è stata veramente una lunga giornata e mi sento sfinito.
«Dammi del tu e chiamami per nome per favore, in fondo avremo circa la stessa età,» suppongo.
«Mi dicono che dimostro qualche anno di meno però sì, Hart, io sono Kate.» La segretaria si rialza, molto lentamente come per farmi mirare ancora per un po' qual panorama, decisamente fa più male se sparisce poco a poco.
«Bel nome Kate, da Caterina giusto? Di origine greca.» E non so, questa mi è uscita così, leggo spesso Motherboard, devo aver beccato un articolo particolare e di fatti ho sulla punta della lingua il nome di una divinità greca che non riesco a focalizzare.
Mi sistemo un po' a sedere, spostando il più velatamente possibile le parti molli da quelle dure, non sia mai che debba alzarmi di scatto rischiando di strapparmi qualcosa.
«Conoscenze sui nomi, mi sembra un buon punto di contatto per una donna amante dell'occulto.»
La segretaria torna nuovamente alla scrivania marmorea e aggiunge: «hai ancora modo di guadagnare qualche punto, volendo, che cosa sai sull'onomanzia?»
«Beh, è l'arte che studia i nomi e ne attribuisce valori e significati.» Mi sovvengono i titoli degli eugo'hades. «Se non sbaglio è di origine ebraica ed è stata assorbita dai greci.» Come mai so tutte queste cose? Sono cose che interessavano molto mia mamma e se non sbaglio avevo trovato dei suoi scritti al riguardo, uno dei suoi grandi interessi nonostante fosse un'insegnante di storia.
«Complimenti Hart, se continui così potresti nuovamente invitarmi ad uscire senza che io ti rida in faccia.» Kate ammicca. Io deglutisco ancora.
«I Pitagorici erano convinti che le menti, le azioni e tutti i risultati ottenibili dalle persone fossero in linea col proprio genio, col proprio destino e col proprio nome.»
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Redshift - ZAIRISHA
Science Fiction"L'immagine sussultava cercando nella stanza e scorrendo sul viso di vari individui fermandosi su di uno in particolare: Sion. Un volto crudo all'interno di morbidi lineamenti. Gli occhi sottili erano piccole gemme, comete incandescenti precipitate...