In un concentrato esplosivo di pericolo, magia, amore, passione e segreto, l'incantevole Katerina e l'arrogante ma fascinoso Maximilian vi travolgeranno con la loro storia d'amore tormentata.
Nell'Impero Austro-Ungarico del 1700 un'oscura l...
"Per me questo è il momento peggiore della notte. Troppo tardi per ieri,troppo presto per domani." - Insomnia
Katerina rimase completamente paralizzata dal terrore, le mani premute sulle labbra, del tutto incapace di muoversi. L'ombra misteriosa se ne stava in piedi di fronte a lei, proprio davanti alla finestra: non riusciva a scorgerne il viso ma aveva la netta sensazione che la stesse fissando, per cui era del tutto inutile tentare di nascondersi.
I due rimasero immobili per qualche istante, come se il tempo si fosse fermato. Il corpo della ragazza era raggelato, ma la sua mente vorticava: pensò che sicuramente doveva trattarsi di un ladro, che senza dubbio l'aveva sorpreso mentre cercava di rubare qualcosa, che ora lui stava decidendo se fosse il caso di ucciderla per eliminare l'unica testimone oppure se fosse più vantaggioso rapirla per chiedere un cospicuo riscatto.
Eppure non poteva trattarsi di un malvivente qualunque... C'era qualcosa di insolitamente spaventoso in lui, un'energia oscura e misteriosa che teneva gli occhi di Katerina come incatenati. Attraverso i bianchi tendaggi della finestra riusciva ad intravedere un uomo alto, con le spalle larghe ed i capelli corti e scuri, leggermente scompigliati. Anche i vestiti erano neri, in contrasto con la candida luce della luna piena che inondava la stanza.
Senza preavviso, la figura mosse un passo verso di lei. A quel punto Katerina indietreggiò goffamente in un misero e patetico tentativo di fuga, il ché fu del tutto inutile, perché non fece altro che andare a sbattere contro la porta chiusa. Nel momento stesso in cui la chiave le era sfuggita di mano, aveva perso anche l'ultima possibilità di uscire da quella stanza.
Lo sconosciuto si avvicinava inesorabilmente, braccandola come una pantera. Camminava lento, con passo felpato, quasi non toccasse neanche terra con i piedi. In effetti, per essere un ladro, non sembrava molto preoccupato di essere stato scoperto, rifletté Katerina. L'adrenalina era entrata improvvisamente in circolo nel suo sangue: aveva il fiato corto e le gambe che tremavano leggermente mentre cercava di elaborare un piano di fuga, maledicendosi tra sé e sé per aver chiuso lei stessa a chiave la porta: praticamente si era barricata nella sua camera da letto insieme ad un criminale sociopatico.
Dopo poche falcate l'ombra era ormai così vicina a lei da poterla toccare. La superava in altezza di una spanna e il suo corpo era davvero imponente rispetto a quello esile della ragazza. All'improvviso Katerina si sentì terribilmente debole, piccola e indifesa, completamente in balia di quello sconosciuto.
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In controluce, attraverso le trasparenze della camicia, si notavano il profilo dei muscoli asciutti e le spalle larghe, definite. Avendolo così vicino, Katerina poté intuire anche il colore dei suoi capelli: erano neri e lucidi come le piume di un corvo, lisci e scompigliati, come se lui ci avesse passato dentro le mani. Lo sconosciuto emanava un profumo particolarmente penetrante, un misto fra resina di pino, acqua marina e qualche spezia esotica. Purtroppo però, per quanto la ragazza si sforzasse, non riusciva a scorgere i tratti del suo volto.