Capitolo 24

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"Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare qualcuno è di dargli fiducia". - Ernest Hemingway

<<Ora basta, mi sono stufata dei vostri indovinelli!>> sbottò Katerina rivolta a Ser Cavendish, mentre finalmente riusciva a divincolarsi dalla sua presa soffocante. Non gli diede il tempo di trattenerla, perché immediatamente si fiondò verso la scala che portava all'uscita del salone.

Passò di fianco alla tavolata presso cui erano seduti il Duca e la Duchessa con Julia, Frederick e Monsieur Chambery, intenti a consumare le numerose portate del banchetto. Katerina percepì i loro sguardi interrogativi posarsi su di lei, ma non se ne curò. Percorse i gradini correndo a perdifiato, e prima di varcare il massiccio portone di legno intagliato che conduceva all'esterno della sala vide con la coda dell'occhio che Alexander Cavendish aveva raggiunto il tavolo e stava discutendo animatamente con Frederick. Non che tutto questo le importasse.

Una volta varcato lo stipite, sbatté finalmente il portone e appoggiò la fronte alla superficie di legno, tirando un profondo respiro e rilassandosi nell'aria fresca del corridoio. Almeno fino a quando due grosse mani non le afferrarono le spalle, costringendola a voltarsi e imprigionandola contro la porta.

<<Ehi!>> gridò, indignata, mentre si trovava davanti... Maximilian. Sembrava letteralmente infuriato: gli occhi erano ridotti a due sottili fessure, la mascella irrigidita, la fronte corrugata, le narici bianche e dilatate. Il ragazzo non la stava neanche sfiorando, eppure la circondava con tutto il suo corpo, impedendole qualsiasi movimento. Quella situazione le ricordava...

Ad un tratto Katerina notò che Maximilian non la stava guardando negli occhi, come faceva solitamente: il suo sguardo, invece, era fisso sul collo di lei ... E per un attimo ebbe paura che l'avrebbe strangolata a mani nude, proprio lì nel corridoio. 

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<<E adesso? Cosa vorresti fare?>> si scoprì a sussurrare, alzando il mento nella maniera più indomita e sfrontata possibile. Si sentiva completamente impotente e indifesa, in balia della sua forza, ma era troppo orgogliosa per ammettere di essere spaventata.

La rabbia di Maximilian sembrò scemare non appena ebbe udito quelle parole. Il viso da adirato divenne smarrito, sconvolto, quasi impaurito: il ragazzo sembrava sull'orlo di una crisi di panico.

Katerina avrebbe voluto prendergli il viso tra le mani per calmarlo, ma si limitò a puntare gli occhi blu notte nei suoi, color azzurro ghiaccio. Quel contatto visivo sembrò rassicurarlo in qualche modo, perché dopo pochi secondi parve riacquistare il controllo di se stesso.

<<Per quanto abbia voglia di spaccarti il cranio in due per vedere cosa che c'è dentro quella bella testolina... io non ti farei mai del male. Mai>> affermò con voce decisa e risoluta, aggrottando le sopracciglia e afferrandole le spalle, questa volta delicatamente.

Ruby - Il Rubino ~ #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora