Capitolo 4

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"Non c'è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente." - Virginia Woolf

Una volta rientrata nella sua stanza, finalmente sola, Katerina si concesse di sprofondare momentaneamente nello sconforto e nell'autocommiserazione. Per un tempo interminabile rimase sdraiata sul letto a riflettere su quanto fosse ingiusto dover passare la vita chiusa in gabbia, per quanto si trattasse di una gabbia dalle sbarre dorate. Non si era mai sentita tanto infelice in vita sua, ed in quel momento avrebbe dato qualunque cosa per trovarsi lontana da quella prigione.

Quando una delle cameriere bussò per comunicarle che la cena stava per essere servita, brontolò che non aveva appetito e la pregò di non disturbarla fino all'indomani.

Nella stanza da letto era ormai calato il buio. Katerina si rizzò a sedere, accese una candela e si sedette allo scrittoio.Stropicciandosi gli occhi con il dorso della mano decise che ormai si era sfogata abbastanza: ora era giunto il momento di escogitare un piano per sfuggire all'assurdo matrimonio con uno dei due giovani Ravensdale.

Mentre rifletteva sul da farsi tirò fuori da uno dei cassetti dello scrittoio una piccola scatolina di legno, e dal suo interno estrasse il suo tesoro più caro: un magnifico anello dalla montatura d'argento, con incastonato un lucente zaffiro blu. Si trattava di un cimelio di famiglia appartenuto a sua nonna, l'allora Duchessa Sofia Vukovic... forse l'unica persona che le avesse voluto davvero bene in vita sua.

Quando Katerina era solo una bambina, spesso era la nonna ad occuparsi di lei: le accarezzava amorevolmente i capelli, la portava a fare lunghe passeggiate nel bosco, e quando calava la sera amava tenerla a lungo sulle sue ginocchia e raccontare misteriose storie su creature fantastiche, magia, e ovviamente cavalieri che salvavano bellissime donzelle dai draghi. Per tutta l'infanzia, quando Katerina si era sentita così infelice, la sua unica consolazione era che, a fine giornata, la nonna sarebbe venuta a rimboccarle le coperte e a darle il bacio della buonanotte.

Tuttavia, quando lei aveva solo tredici anni, la nonna era stata aggredita da un animale selvatico mentre si trovava in viaggio su un sentiero poco distante dal castello: la bestia, probabilmente un lupo oppure forse un orso, l'aveva completamente fatta a pezzi, e poi l'aveva lasciata per strada a dissanguarsi. Era stato suo figlio, lo stesso Igor Vukovic, a ritrovarla. Non vedendola tornare, era uscito con le sue guardie per cercarla... ma quando l'avevano trovata era ormai troppo tardi: nonna Sofia era morta.

Nei giorni successivi alla tragedia, Katerina non si era data pace. A quel tempo era solo una ragazzina, ma dopo la morte della nonna le era sembrato che quel castello non fosse più casa sua. Ormai non aveva alcun motivo per restare, e forse se ne sarebbe dovuta andare già allora...

Ma, subito dopo il funerale della Duchessa, una delle sue dame di compagnia si era presentata alla porta della stanza di Katerina. Con grande stupore della ragazza, quella donna con l'aspetto di una bonaria contadina le aveva consegnato una minuscola scatolina di legno ed un biglietto chiuso con il sigillo della Duchessa in persona, facendole promettere che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno, per nessun motivo al mondo. In seguito la dama aveva fatto i bagagli ed aveva lasciato il castello senza farvi mai più ritorno.

La scatola conteneva l'anello che in quel momento Katerina teneva fra le mani, mentre nel biglietto la nonna le intimava di conservarlo e di averne cura, poiché si trattava di un oggetto di famiglia con un inestimabile valore. Per questo motivo, però, Katerina non doveva assolutamente indossarlo né farlo mai e poi mai vedere a nessuno. Sei suoi genitori fossero venuti a conoscenza del fatto che la ragazza possedeva un oggetto così prezioso, sicuramente gliel'avrebbero sottratto e l'avrebbero poi rivenduto per trarne profitto.

Ruby - Il Rubino ~ #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora