Capitolo 77

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"Tutti abbiamo sia luce che tenebra dentro di noi" - Anonimo

La Duchessa Vera Vukovic aveva un aspetto altero e raffinato nel suo sfarzoso abito color oro, e la luce delle candele si rifletteva sulla cascata di gioielli che inondavano il suo collo, le mani e persino i capelli, anch'essi dorati. Il suo abbigliamento era così opulento da far sembrare sobrio persino il vestito di Julia, già di per sé fin troppo ricercato.

Fin dalla prima volta in cui Maximilian l'aveva intravista, attraverso la finestra della camera di Katerina, quella donna gli era sempre sembrata fredda. Bellissima, certo, ma fredda come uno statuario blocco di ghiaccio che galleggiava in mezzo all'oceano. Forse era a causa di quegli occhi grigi, quasi opachi, così inespressivi che parevano incastonati nel viso come biglie di vetro. O forse era per l'espressione del suo viso, sempre gelida ed altezzosa come se fosse stata incisa nella pietra.

La Duchessa percorreva con grazia la navata della chiesa, appesa al braccio di quel ridicolo bamboccio noto come Monsieur Chambery. Era una sorta di Arlecchino mal riuscito, perché l'allegria di cui erano intrisi i suoi abiti carnevaleschi non riusciva mai a pervadere la sua personalità, irrimediabilmente spenta, odiosa e gretta.

In quel momento l'uomo indossava una lunga giacca di broccato color magenta, così elaborata da risultare ridicola, ornata da una profusione di pizzi e merletti che lo facevano assomigliare ad un grosso centrino ambulante. Anche i suoi calzoni erano terrificanti: gialli e vaporosi, in pieno stile rococò, gli arrivavano sotto al ginocchio ed erano così sgargianti da risultare quasi impossibili da guardare. Il quadro era completato da un'inquietante parrucca incipriata, una ridicola calzamaglia di pizzo bianco, un paio di scarpette alte dotate di fibbia ed infine un orrido bastone da passeggio su cui scintillava un diamante bianco di proporzioni enormi, probabilmente l'oggetto più pacchiano che Max avesse mai visto in vita sua.

<<Buongiorno, figliole>>. La voce della Duchessa, bassa, penetrante e priva di qualunque intonazione, risuonò attraverso le mura della chiesa.

<<Che piacere vederti, madre>>. Julia si inchinò in una rapida riverenza, mentre Katerina rimase immobile al fianco di Maximilian: era così tesa che lui poteva percepire i suoi muscoli contratti premuti rigidamente contro il suo braccio. Le rivelazioni di quella che credeva essere sua sorella dovevano averla lasciata a dir poco sconcertata: il vampiro sapeva che Julia, la Duchessa ed il precettore si erano sempre rapportati a lei in maniera fredda ed altezzosa, ma solo ora era emerso il vero motivo per cui avevano covato un tale risentimento nei suoi confronti.

 Le rivelazioni di quella che credeva essere sua sorella dovevano averla lasciata a dir poco sconcertata: il vampiro sapeva che Julia, la Duchessa ed il precettore si erano sempre rapportati a lei in maniera fredda ed altezzosa, ma solo ora era em...

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Per Vera e Chambery, un tempo due giovani innamorati a cui era proibito costruirsi una vita insieme, Katerina rappresentava il simbolo delle imposizioni subite, degli obblighi perpetrati, della loro intera infelicità. Julia, invece, era l'allegoria dell'amore, della passione, della speranza di poter un giorno avere una famiglia a cui appartenere veramente.

Ruby - Il Rubino ~ #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora