Capitolo 11

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 "La mente distrugge le nostre illusioni, ma il cuore le ricostruisce da capo." - Paul Rée

Il mattino successivo Katerina si trovava su una carrozza diretta al villaggio di Visegrad, scortata dalla Duchessa e ovviamente da due guardie che suo padre aveva insisto per mandare con loro.

Dopo i macabri fatti della notte precedente, tutti sembravano impauriti e sconvolti. Julia, che era stata la prima a ritrovare il cadavere, in quel momento si trovava a letto, in un presunto stato di shock. La Duchessa era apparsa irritata da quello spiacevole contrattempo, che rischiava di compromettere i preparativi per le nozze.

Il Duca, dal canto suo, si era rifiutato di rivolgersi alla polizia e, nel timore che quell'avvenimento sanguinoso potesse infangare la reputazione della famiglia, aveva dato ordine che nessuno al di fuori del castello fosse informato dell'omicidio, anche a costo di dover svolgere le indagini da solo. Il padre di Katerina era convinto che l'intruso, chiunque egli fosse, avesse ucciso la guardia nel tentativo di introdursi nella stanza della ragazza, evidentemente per fare del male a lei o a sua sorella. Il motivo dell'aggressione, tuttavia, restava sconosciuto a tutti.

In ogni caso il malfattore doveva essere stato interrotto perché, dopo aver ucciso la guardia, in realtà non era mai giunto nella camera da letto della giovane. Tutti si chiedevano cosa potesse averlo disturbato e, soprattutto, perché non si fosse limitato ad uccidere semplicemente la guardia, ma l'avesse spietatamente dissanguata.

Persino i soldati apparivano visibilmente spaventati, e si aggiravano nervosamente per i corridoi del palazzo, armati fino ai denti ma con le gambe che tremavano come fili d'erba al vento. Nonostante le ricerche ordinate dal Duca, nel castello non era stato trovato nessun intruso... il ché lasciava supporre che l'assassino si trovasse all'interno delle mura, che fosse uno di loro.

La notte precedente Katerina non era riuscita a chiudere occhio, e una volta giunto il mattino si era vista costretta a confessare a sua madre la questione degli improvvisi mal di testa che l'avevano tormentata nei giorni precedenti. Aveva dovuto farlo, anche perché quella situazione si era fatta ormai insostenibile: il dolore la coglieva inaspettatamente, varie volte al giorno, senza motivo apparente, lasciandola stremata e molto confusa. Il ritrovamento del cadavere della guardia, naturalmente, non aveva fatto che peggiorare le cose.

Sua madre aveva svogliatamente acconsentito ad accompagnarla dal medico del villaggio, anche perché far uscire Katerina da sola sarebbe stato impensabile, e convocare il Dottor Smirnoff al castello avrebbe significato mettere al corrente il Duca del cattivo stato di salute della figlia, cosa che per il momento la Duchessa aveva preferito evitare. <<Tuo padre ha già così tante preoccupazioni...>> aveva sospirato drammaticamente davanti a Katerina prima di uscire, come per farla sentire in colpa per i suoi stupidi mal di testa.

Ora, mentre la carrozza procedeva a passo spedito sul sentiero che conduceva al villaggio, Katerina si sentiva addosso lo sguardo vigile della Duchessa, che non aveva smesso di fissarla dal momento in cui avevano lasciato il castello. La ragazza sapeva che sua madre voleva dirle qualcosa, tuttavia immaginava che quella non sarebbe stata una conversazione piacevole e non aveva intenzione di incoraggiarla, perciò continuò a fingersi indifferente e a esplorare con lo sguardo il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino della carrozza.

Quel giorno pesanti nuvole plumbee oscuravano il cielo, tanto che il sentiero nel bosco era quasi del tutto immerso nel buio. Le nubi erano così opprimenti e solide da sembrare vive, e Katerina pensò che presto sarebbe scoppiato un temporale.

La carrozza era quasi giunta al villaggio quando finalmente la Duchessa parlò: <<Katerina>>. Dal tono di voce la donna sembrava irritata e ansiosa allo stesso tempo. <<Cosa state combinando tu e quel Lord Ravensdale?>>.

Ruby - Il Rubino ~ #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora