Capitolo 37

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"Controlla la tua mente, o essa controllerà te" - Buddha

Per svariati giorni Katerina ed il Dottor Smirnoff, puntuali come due orologi svizzeri, si incontrarono nel vecchio cimitero all'ora del crepuscolo. Le giornate si erano già accorciate, il mese di novembre era ormai alle porte, ed il freddo abbraccio dell'autunno aveva circondato il castello, il villaggio e l'intera foresta di Bukk. Le fronde degli alberi si erano tinte di giallo canarino, arancio pesca e rosso sangue, mentre nel cielo aleggiava una perenne coltre di nebbia che nascondeva il pallido sole autunnale.

Il cimitero era esattamente come Katerina lo ricordava: un luogo lugubre, spettrale e intriso di dolore. L'erba verdeggiante cresceva incolta sulla terra umida, ammuffita e smossa delle tombe, mentre le fredde lapidi segnate dal passare del tempo erano crepate, scurite, lasciate come dimenticate a marcire in solitudine. Su molte di esse i nomi dei defunti non erano più neanche leggibili: lo scorrere degli anni aveva cancellato del tutto non solo i nomi dei morti ma anche lo stesso ricordo di essi.

 Su molte di esse i nomi dei defunti non erano più neanche leggibili: lo scorrere degli anni aveva cancellato del tutto non solo i nomi dei morti ma anche lo stesso ricordo di essi

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Katerina percepiva l'aria intorno a sé come se fosse solida, la nebbia ovattata che la avvolgeva e si muoveva ad ogni suo passo. Mentre teneva gli occhi chiusi per concentrarsi maggiormente, tentò ancora una volta di assorbire l'energia dell'anello e di incanalarla attraverso di lei. La forza dello zaffiro era come elettricità che le scorreva nelle vene, infondendole un potere così incredibile da farle quasi male.

L'unico problema era riuscire a piegare quella forza al suo volere: ci aveva provato e riprovato, ma solo raramente la misteriosa potenza obbediva ai suoi comandi. Aveva quasi la sensazione che fosse lo zaffiro a controllare lei, e non il contrario.

Senza bisogno di aprire gli occhi, d'istinto Katerina percepì una grossa foglia morta, rossastra e avvizzita, staccarsi dall'acero che fino a poco tempo prima le aveva dato la vita per gettarsi nel vuoto, pronta a piegarsi al volere del vento. La ragazza emise un verso strozzato mentre faticosamente spalancava la mano in direzione della foglia, nel tentativo di sprigionare l'energia contenuta dentro di sé. L'obiettivo era evitare che quella foglia toccasse terra, salvarla dal suo destino di morte e ricongiungerla all'albero, ridandole la vita. Le streghe erano in grado di controllare gli elementi naturali, perciò per lei non avrebbe dovuto essere difficile farlo.

 Le streghe erano in grado di controllare gli elementi naturali, perciò per lei non avrebbe dovuto essere difficile farlo

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Ruby - Il Rubino ~ #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora