Estate a tratti - Parte terza

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-Buonasera. Lei dev'essere il signor Dursley. I ragazzi le hanno sicuramente detto che sarei venuto a prenderli- ci gettiamo sulle scale, inciampando nei piedi l'una dell'altro di continuo. -A giudicare dalla sua espressione di stordita incredulità, Harry e Mary non la hanno avvertita del mio arrivo- dice cortesemente, mentre noi ci blocchiamo a pochi scalini dalla fine, restando fuori dalla sua visione. Scambio uno sguardo stranito con Harry, ci siamo scordati di dirlo agli zii. -Tuttavia, facciamo conto che lei mi abbia invitato con calore ad entrare. Non è saggio indugiare troppo a lungo sulle soglie in questi tempi tormentati- le sue parole mi fanno sorridere, qualcosa rende la scena comica ai miei occhi. Sento la porta richiudersi e i passi dell'uomo nella casa. -È passato molto tempo dalla mia ultima visita, devo dire che i suoi agapanti sono rigogliosi- dice con cortesia, riferendosi alle piante in giardino. -Ah- ci nota l'uomo. -Buonasera, Harry, ti trovo bene, Mary- dice soddisfatto.
-Buo...-cerco di rispondere al Preside, ma la voce dell'altro uomo nella stanza surclassa la mia.
-Non ho intenzione di essere sgarbato...- attacca l'uomo con antipatia, visibilmente pronto a non rispettare le parole che ha appena pronunciato.
-...Ma purtroppo atti di maleducazione accidentale si verificano con allarmante frequenza- interviene Silente, non c'è traccia di dolcezza nella sua voce. -Meglio non dire proprio nulla, mio caro signore. Ah, e questa deve essere Petunia- aggiunge con più calma, quando la donna fa capolineo nella stanza. -Albus Silente- si presenta. -Ci siamo scritti, come ricorderà-.
Scritti? Zia Petunia ha scritto a Silente?
È più probabile sia stato lui a scrivere alla donna, magari per la mia adozione.
-E questo deve essere vostro figlio Dudley- nota il ragazzo affacciato dal salotto, mentre il silenzio cala nella stanza, sembra che nessuno voglia dire nulla. -Diciamo, allora, che mi avete invitato ad accomodarmi in salotto?- sorride l'uomo, prima di spostarsi nella sala e accomodarsi su una poltona.
-Non andiamo, Professore?- domanda Harry, seguendolo.
-Sì, ma prima dobbiamo discutere di alcune questioni- dice l'uomo con cortesia. -E preferirei non farlo all'aperto, dovremo abusare dell'ospitalità dei vostri zii ancora per un pò-.
-Ah davvero?- fa Vernon, affiancato da moglie e figlio.
-Sì, davvero- dice Silente senza il minimo timore. Anche io mi sposto verso il salotto, arrivando fino a dove è seduto l'uomo. -Tanto vale stare comodi- fa l'uomo dalla lunga barba, che con un colpo di bacchetta fa avanzare un divano, su cui ricadono i Dursley. La mano destra risulta strana, come se fosse bruciata. -Più tardi- anticipa le nostre domande. -Sedetevi, per favore- noi annuiamo e raggiungiamo la poltrona rimasta libera, Harry la occupa e io mi accontendo del bracciolo. La scena comica che si presenta poco dopo, quando il Preside fa comparire "il miglior idromele di Madama Rosmerta" a suo dire, mi costringe a trattenere le risate, mentre i bicchieri colpiscono con piccoli colpetti le teste dei Babbani che vorrebbero ignorarli. Effettivamente l'idromele è buono e ricordo di aver bevuto qualcosa di simile, anche se non ricordo in quale occasione. -Bene- Silente attira il mio sguardo. -Harry, è sorta una difficoltà che spero riuscirai a risolvere per noi. Quando dico noi, intendo l'Ordine della Fenice, ma prima di tutto devo dirti che una settimana fa è stato ritrovato il testamento di Sirius e che ha lasciato a te tutto ciò che possedeva- si rivolge a Harry. -Tutto sommato è piuttosto semplice, aggiungi una discreta quantità d'oro al tuo conto alla Gringott ed erediti tutte le proprietà personali di Sirius, la parte problematica del lascito...-.
-Il suo padrino è morto?- fa Vernon con poca delicatezza.
-Sì- fa Silente, prima di ignorarlo. -Il nostro problema è che Sirius ti ha lasciato anche il numero dodici di Grimmauld Place-.
-A Mary non ha lasciato nulla?- domanda il ragazzo, ma prima che Silente possa rispondere io metto una mano sulla sua spalla.
-È giusto così, Harry, a malapena lo conoscevo...- gli sorrido.
-Sì...- abbassa lo sguardo, pensieroso. -Potete continuare ad usare Grimmauld Place come Quartier Generale, non m'importa. Potete tenerla, non la voglio-.
-È generoso da parte tua- sorride Silente. -Tuttavia al momanto abbiamo abbandonato l'edificio-.
-Perchè?- domando io sorpresa. Mi è sembrato un buon posto per organizzarsi.
-Bhè...- fa Silente. -La tradizione di famiglia dei Black stabiliva che la casa venisse ereditata per linea diretta, passando al maschio successivo di nome Black. Sirius era l'ultimo della sua linea di sangue, perchè il fratello minore, Regulus, morì prima di lui ed entrambi non hanno avuto figli. Mentre il suo testamento esprime la chiara volontà che la casa vada a te, è comunque possibile che sul luogo sia stato gettato un incantesimo o un sortilegio per assicurarsi che non possa essere proprietà di nessuno che non sia di sangue puro-.
-Ci scommetto che è così- interviene Harry.
-Già- riprende Silente. -E se esiste un sortilegio simile, allora è molto probabile che la proprietà della casa passi al più anziano dei parenti in vita di Sirius, ossia sua cugina, Bellatrix Lestrange- rabbrividisco quando il nome della donna viene pronunciato.
-No- scatta in piedi Harry, è normale che abbia reagito così, lei ha ucciso Sirius.
-Bhè, ovviamente anche noi preferiremmo che non andasse a lei- fa l'uomo senza agitarsi. -La situazione è carica di complicazioni. Non sappiamo se gli incantesimi che noi stessi abbiamo vi abbiamo posto avranno ancora valore. Bellatrix porebbe presentarsi alla porta da un momanto all'alto, quindi abbiamo dovuto trasferirci finchè le cose non saranno chiarite-.
-Come farete a scoprire se io posso averla?- domanda Harry, sedendosi di nuovo.
-Per fortuna, c'è una prova semplice- dice Silente, ignorando le lamentele dei Dursley. -Vedi, se hai davvero ereditato la casa, hai ereditato anche...- agita la bacchetta e un forte rumore mi sorprende. L'elfo domestico già incontrato in precedenza si materializza nel salotto, facendo urlare zia Petunia e spaventando zio Vernon e Dudley. -...Kreacher-.
-Kreacher non vuole, Kreacher non vuole, Kreacher non vuole- strilla la creatura, rannicchiata su se stessa. -Kreacher appartiene alla Signora Bellatrix, oh sì, Kreacher appartiene ai Black, Kreacher vuole la sua nuova padrona, Kreacher non andrà dal moccioso Potter, no, no...-inizia a dire, come un bambino capriccioso. -No, no, no,no...-continua.
-Come puoi vedere, Harry, Kreacher mostra una certa difficoltà a diventare tua proprietà- fa Silente, sopra i lamenti.
-Non mi importa- sbotta Harry infastidito. -Io non lo voglio-.
-Preferiresti che pesasse nelle mani di Bellatrix Lestrange? Sapendo che ha trascorso l'ultimo anno nel Quartier Generale dell'Ordine della Fenice? Ha ascoltato molte cose...- dice l'uomo pacato.
-No- sussurra lui, abbassando lo sguardo.
-Dagli un ordine, se è tua proprietà, dovrà obbedire. Altrimenti, dovremo pensare a un altro modo per tenerlo lontano dalla sua legittima padrona- sentenzia, mentre l'elfo continua a strillare.
-Kreacher, sta zitto!- scatta Harry, infastidito dai suoi urli. Immediatamente la voce strillante si interrompe e l'elfo si ritrova a scalciare nelle sue lamentele silenziose.
-Bene- dice Silente tranquillo. -Questo semplifica le cose, pare che Sirius sapesse quello che faceva. Sei il legittimo proprietario del numero dodici di Grimmauld Place, e di Kreacher-.
-Devo tenerlo con me?- domanda Harry con freddezza.
-No, se non vuoi, potresti mandarlo a Hogwarts a lavorare nelle cucine- propone il Preside, mentre la creatura si contorce.
-Bhè- cerco di intervenire. -Non credo gli piacerebbe, insomma, lui è stato in quella casa per così tanto tempo, ama quel posto, non puoi sempl...-.
-No- mi risponde secco. -Non deve piacergli- si rivolge poi a Kreacher. -Kreacher, voglio che tu vada Hogwarts e lavori nelle cucine, con gli altri elfi domestici- prima di sparire l'elfo lo fulmina con lo sguardo e poi scompare con un sonoro crac, mentre io roteo gli occhi.
Fantastico, non prendere nemmeno per un secondo in considerazione la mia opinione, mi fa piacere. Questa sarà una manna dal cielo per il nostro rapporto con quell'Elfo domestico, che chissà quante cose conosce della sua amata padrona che potrebbero tornarci utili.
-Bene- fa Silente. -C'è la questione di Fierobecco. Hagrid si occupa di lui, ma se vuoi...-.
-No- risponde Harry. -Può restare con lui-.
-Hagrid ne sarà lieto- sorride Silente. -Tra parentesi abbiamo deciso di ribattezzarlo Alisecco per il momento-.
Harry sparisce un'istante dopo, per andare a finire di preparare il suo baule. E io rimango al piano di sotto con Silente e i miei zii, so bene che il vecchio uomo si è reso conto di quanto mi abbia infastidita il fatto che Harry non mi abbia ascoltata.
-Capisco il tuo punto di vista, ma ad Hogwarts si troverà bene- mi dice gentilmente.
-Sì, va bene- dico, leggermente scocciata. -Non credo sia proprio il modo migliore per ottenere la sua collaborazione, ma non è una mia decisione- scivolo al centro della poltrona.
L'uomo annuisce.
-Posso parlarle di una cosa?- domando cambiando argomento all'improvviso.
-Certo- risponde sereno e rilassato. -Di cosa si tratta?-.
-Ehm...- osservo di sottecchi i tre seduti sul divano. -Si tratta...dei...ehm...i sogni-.
-Qualcosa di nuovo?- chiede lui con un sorriso rassicurante.
-Esatto- tiro le labbra ansiosa. -Avevo provato a riferirlo al Professor Piton, ma si trattava della prima volta che ho fatto quel sogno e lui ha sminuito la cosa, dicendo che probabilmente era solo un sogno-.
-Parlamene, senza timore- mi incoraggia.
-Temo, che possa succedere qualcosa a George- dirlo ad alta voce mi fa rabbrividire. -Lui aveva una benda sulla testa...e...io non voglio fare quei sogni se...- faccio una pausa indecisa sulle parole che dovrei usare. -Vorrei capire meglio, ho sempre il timore di interpretare le cose nel modo sbagliato- la mia voce trema leggermente. -Non voglio vedere quelle cose se non posso capirle-.
-Capisco, Mary- si fa serio l'uomo. -Mi sto impegnando per garantirti la possibilità di imparare a usare i tuoi poteri, ma credo sia più saggio parlarne più tardi, ho alcune conferme riguardanti il mio progetto- mi sorride. -Ma sono sicuro che presto sarai perfettamente in grado di comprendere i tuoi sogni, sono certo che potrai aiutare molte persone con le tue capacità-.

Salve! Scusate il ritardo, ma con gli esami è un pò complesso eheheh
Fatemi sapere cosa ne pensate! A presto!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora