Terzo grado

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Mi allontano dall’Infermeria diretta verso i sotterranei, con lo stomaco dolorante. Forse perché ho saltato la cena o forse per i sensi di colpa per aver lasciato solo mio fratello, nonostante si sia risvegliato dopo la partita di Quidditch. Madama Chips ha iniziato ad essere piuttosto scontrosa visto la tarda ora e Ron mi ha assicurato che avrebbe pensato lui a mio fratello e soprattutto gli avrebbe impedito di scappare durante la notte.
Temo possa fare qualcosa di davvero sciocco.
Appena si è svegliato ha blaterato qualcosa riguardo Draco e un incontro che avrebbe avuto con lui prima della partita, ma quando ci ha raggiunti Madama Chips e ha spostato gli occhi su di me ha smesso di parlarne immediatamente e non è tornato più sull’argomento.
Scendo gli ultimi gradini fluttuando a pochi centimetri da essi, ho ancora troppa energia da consumare, ma fortunatamente con Draco i miei incubi non mi tormenteranno. Forse, però, riuscirà a farlo il ricordo della McGranitt, il volto deformato rabbia mentre si diceva molto delusa dal mio tentativo di gettarmi su McLaggen.
Mi ha guardata sconvolta una volta che siamo rimaste sole e mi ha domandato più volte a cosa stessi pensando e se avevo idea di quali conseguenze, visto le mie capacità, sarebbero potute esserci.
Aveva ragione, potevo fare qualcosa di irreparabile.
Ho chiesto scusa, ma lei mi ha detto che questa volta non è sufficiente scusarsi e che devo imparare a trattenermi. Per un momento ho temuto se ne stesse per andare, lasciandomi lì senza la minima idea su ciò che dovessi fare, ma poi mi ha stretta in uno strano abbraccio che ha sciolto la maggior parte della tensione.
Credo lo abbia fatto più per se stessa che per me, visto quanto la faccio preoccupare ultimamente.
Rallento quando imbocco un nuovo corridoio, notando un leggero bagliore proveniente da un corridoio che si interseca a questo. Mi avvicino lentamente per sbirciare da dietro l’angolo e subito mi è chiaro di chi sia la sagoma controluce, seguita da un gatto, che fortunatamente svolta nella direzione opposta a quella che devo prendere io.
Gazza non riposa mai?
Riprendo a camminare, avvicinandomi alla mia meta.
Nel tempo che ho trascorso al Castello l’ho visto aggirarsi per stanze e corridoi a qualsiasi ora del giorno e della notte e ritirarsi nel suo ufficio solo per le punizioni. Forse è perché non riposa mai che è tanto insopportabile.
Una volta detta la parola d’ordine il muro scivola di lato e subito ho accesso alla Sala Comune di Serpeverde. Sono pochi gli studenti che la popolano a quest’ora e ancora meno quelli che si accorgono che qualcuno è entrato, ma non danno comunque peso alla mia presenza e tornano ai loro compiti arretrati, sui quali già diversi compagni si sono addormentati.
Attraverso la stanza e subito raggiungo il dormitorio maschile e la stanza che ospita Draco e il suo gruppo di amici. La apro delicatamente per non rischiare di svegliare i ragazzi che sicuramente stanno già dormento. Scivolo lentamente nella piccola apertura che ho creato guidata da una luce tenue e tremolante, che abbiano lasciato una candela accesa di proposito?
Il mio sguardo è subito attirato dalla fonte della luce che è effettivamente una candela, situata dall’altro lato della stanza, proprio sul comodino, vicino a Draco che mi osserva da lontano, accennando un piccolo sorriso.
È ancora sveglio.
Subito il ragazzo chiude il libro tra le sue mani, tenendo il segno con un dito e appoggiandolo sulle sue gambe, per sistemarsi meglio contro i cuscini.
-Temevo non venissi più- dice in un sussurro, facendomi cenno con la mano libera per invitarmi ad avvicinarmi. Chiudo con delicatezza la porta, per non rischiare di svegliare qualcuno e poi lo raggiungo, sedendomi sul bordo del materasso all’altezza dei suoi fianchi, tra lui e il comodino, alla luce calda e tremolante della candela. La sua mano sale delicata sul mio viso, spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e poi accarezzando la mia pelle con il dorso della mano.
La mia mano sale istintivamente a cercare la sua, mentre l’altra si appoggia delicata sul suo braccio, come a volerlo sostenere e chiedergli di non spezzare mai quel contatto. –Pensavo dormissi già- la mia voce è leggera come un soffio. –Per un momento ho pensato di non venire- dico sincera e alzo appena le spalle.
-Non riesco a prendere sonno- dice con un sorriso amaro, mentre la sua mano lascia il mio viso, ma si stringe forte alla mia, mentre ricade sulle mie gambe e lui si appoggia stanco alla testiera del letto, ammorbidita dai cuscini.
Rispondo al suo sorriso, mentre i miei occhi studiano la sua figura, scivolando dalla pelle pallidissima alla camicia scura del pigiama, fino alle coperte che coprono solo le sue gambe e al libro che stringe tra le dita affusolate. –Cosa stai leggendo?- domando, anche se conosco bene la copertina.
Il ragazzo fissa il libro come se fosse appena comparso, accarezzandone la copertina per un lungo istante. –Incantesimi- dichiara infine, riportando gli occhi chiarissimi nei miei.
-Studiavi?- domando, tastando il terreno, per paura di farlo arrabbiare.
-Sì- risponde lui tranquillo, quindi decido di proseguire.
-Hai fatto i compiti per la lezione di domani?-.
-No- ammette, sostenendo il mio sguardo.
-Perché?- domando, sapendo bene quale sia la risposta.
-Diciamo che non ho avuto tempo- abbassa lo sguardo, contemplando la coperta scura, come se potesse suggerirgli una scusa migliore. Io preferisco tenere lo sguardo su di lui, contemplando i tristi tratti fino a che il suo volto non si illumina e i suoi occhi schizzano nei miei, luccicando di vittoria. –Tuo fratello come sta?- parla veloce, convinto di aver trovato qualcosa di meglio.
-Non ti interessa veramente- arriccio il naso, cercando di spegnere un po' del suo insensato entusiasmo per aver trovato un nuovo argomento a cui aggrapparsi.
-No- ammette lui inclinando leggermente la testa e alzando le sopracciglia, senza perdere l’entusiasmo per la sua via di fuga. –Ma mi interessi tu- conclude liberando la mano delle mie, per appoggiarla al mio ginocchio.
Per qualche istante resto in silenzio osservando il suo sguardo soddisfatto, che tenta di nascondere dietro a un sorriso. –Bel salvataggio- alzo gli occhi al cielo facendo accentuare il suo sorriso. –Sta bene, Madama Chips lo terrà una notte in osservazione, ma si riprenderà completamente- il sorriso del ragazzo di trasforma in piccolo ghigno, ma sicura che voglia dire qualche cattiveria lo anticipo. –Ho sentito che vi siete incrociati prima della partita- il suo ghigno si trasforma in una smorfia di fastidio. –Tu non sei andato giù al campo?-.
-No- torna cupo e triste.
-Immagino tu non abbia avuto tempo- mi mordo il labbro inferiore senza poter resistere.
-Già- toglie la mano dalla mi gamba e la riporta sul libro.
-Quindi non hai studiato, non sei andato alla partita e immagino tu non sia stato con i tuoi amici-.
-No- sbuffa, lasciando andare il libro con un gesto brusco e incrociando le braccia sul pezzo. –Sei venuta per farmi il terzo grado?- fa stizzito. Mi basta uno sguardo per rispondere alla sua domanda e vederlo scuotere lentamente la testa. –Non te lo dirò- dice più dolce, dopo qualche istante. –Quando smetterai di chiedermelo-.
Imito il suo sorriso e alzo le spalle. –Quando saprò cosa stai facendo- sospiro. –Sono preoccupata-.
-Lo so- torna il suo sorriso dolce, prima che si giri e scosti la coperta alla sua destra. –Dai, vieni qui- batte la mano sul materasso.
Non me lo faccio ripetere due volte e subito getto la borsa sul letto, scavalcando il ragazzo e scalciando via le scarpe. Tolgo i vestiti e indosso velocemente la vecchia maglietta da Serpeverde di Draco, che lui ha ritenuto necessario farmi avere, perché dormire nel suo letto con quelle da Grifondoro era un affronto troppo grande. –Ti ho portato una cosa- dico, dando tregua al ragazzo, prima di raggiungere la borsa e estrarre da essa la cornice scura, che porgo al ragazzo, prima di mettermi sotto le coperte e stringermi a lui, facendo passare una mano dietro la sua schiena. –Le foto mi sono arrivate già qualche settimana fa e volevo aspettare il tuo compleanno, ma non ho saputo resistere- osservo il ragazzo, incantato dalla fotografia. -È venuta bene, vero?- sposto anche io gli occhi sui due giovani. Il ragazzo nella foto mi tiene stretta e sorride tranquillo all’obbiettivo, muovendosi impercettibilmente all’interno della cornice, la testa sfiora la mia, un po' divertita e un po' imbarazzata.

Ciao!
Ecco il nuovo capitolo, come vi sembra?
Spero vi piaccia!
Ormai mancano davvero pochi capitoli alla fine! Fatemi sapere cosa ne pensate fino ad ora!
Secondo voi cosa accadrà?

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora