Beauxbatons - Parte prima

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Le mie dita tracciano con precisione i contorni spigolosi della piccola chiave che porto al collo, mentre lo stridio del falco riempie la carrozza, palesando la sua seccatura. È stato un viaggio lungo e stancante, particolarmente per lui, costretto in quella gabbia angusta.
Lascio distrattamente scivolare un dito su una delle piccole e fredde sbarre, attirando il suo sguardo a cui segue uno stridio simile al precedente.
-Non può mancare molto ormai- sussurro con la testa tra le nuvole al volatile. –Non appena arriveremo ti farò uscire- prometto quando la sua testa vellutata si struscia sulle mie dita. Sorrido involontariamente al suo tocco e lascio scivolare un piccolo boccone di carne secca nella gabbia, premiando la sua pazienza.
Distolgo lo sguardo per puntarlo oltre il finestrino accanto a cui sono seduta, le nuvole chiare si stanno lentamente diramando, lasciando una buona visione delle colline sottostanti. Stiamo seguendo il corso di un fiume, credo per comodità.
-Senna- sussurro senza quasi accorgermene, quando i miei occhi incrociano l’imponente struttura che spicca in una città a cui ci avviciniamo velocemente. Questa deve essere Parigi e ovviamente quella la Torre Eiffel, che si erge incontrastata tre le minuscole persone che corrono per le vie.

-Come ti sembra?- Hagrid mi distoglie dai miei pensieri, avvicinandosi a me a passo pesante, tanto da farmi temere per la resistenza della carrozza. Il Mezzogigante mi osserva nervoso, in mano un grande pettine giallo, i capelli pettinati, uno strano abito che dovrebbe essere elegante con una cravatta legata con un semplice nodo.
-Ehm…carino- arriccio il naso, faticando a mentire. –Posso aggiustarti la cravatta?- domando poi, incapace di trattenermi.
-Certo- si avvicina impacciato. –Lo ho imparato, ma ora non lo so più-.
Mi alzo in piedi sul sedile in modo da arrivarci meglio e sistemo la cravatta di Hagrid, spingendomi sulla punta dei piedi. –Come mai questa eleganza?- domando curiosa.
-Come sempre- alza le spalle imbarazzato, facendomi quasi perdere la presa sulla stoffa e ridacchiare.
-Va bene- alzo le sopracciglia, cercando di trattenermi. –Fatto- dico lasciando andare la cravatta.
-Grazie- risponde lui, le gote rosse in mezzo alla barba scura gli conferiscono un’aria buffa. –Siamo quasi arrivati, è meglio se vai a prepararti di là- aggiunge prima di allontanarsi.

“È un piacere averti qui”
Queste sono le ultime parole proferite da Madame Maxime al mio arrivo, prima che lei sparisse insieme al mio accompagnatore nel suo ufficio, affidandomi alle cure di una delle sue allieve, anche sorella di Fluer.
Hagrid sembrava molto agitato quando ho lasciato la stanza per separarmi da loro e iniziare un, spero breve, giro turistico del castello. Ho visto chiaramente l’espressione preoccupata sul suo viso, prima che la porta si chiudesse, mentre consegnava alcune pergamene alla Preside. Non posso fare a meno di chiedermi cosa siano.
Cosa mi ha nascosto?
-Vuoi vedere il giardino?- domanda la ragazza meccanicamente con un forte accento francese, ancora più marcato di quello della sorella maggiore. Ogni frase che mi ha rivolto fino ad ora, dal benvenuto alla presentazione, è stata piuttosto forzata. Sembra che la ragazza abbia imparato a memoria ogni cosa da dirmi. –Sono maravigliosi, Marì-.
-Certo- rispondo, cercando di essere educata e gentile. Dal momento esatto in cui la ho riconosciuta non ho potuto evitare di sentirmi a disagio, spero non mi chieda nulla a proposito di Harry.
-Gli studanti della scuola vengono da molti paesi europei- aggiunge, mentre ci spostiamo verso l’esterno della struttura. –Ovviamonte francesi, spagnoli, belgi, portoghesi, olandesi, tedeschi e…euh…lussemburghesi, quindi siamo molti più che ad Hogwarts- aggiunge, puntualizzando. L’interno dello château mi ricorda molto una casa delle bambole, a causa dei colori pastello e le decorazioni sfarzose che ricoprono ogni parete, soffitto, pavimento e mobile. È tutto un pò…pacchiano?
-Beauxbatons è stata costruita grazie al finanziamento di alchimisti- continua più sicura, anticipandomi su una piccola scala a chiocciola, che mi ricorda quella per raggiungere i sotterranei a Hogwarts, anche se di gran lunga più luminosa. Raggiungiamo velocemente il piano terra, dove ragazzi e ragazze passeggiano con passo leggero e delicato nelle loro divise turchesi, mentre le pareti si colorano di un tenue arancione, dovuto ai colori del tramonto che penetrano dalle grandi vetrate alte fino al soffitto. Nella mia divisa scura attiro molti sguardi, di cui la ragazza più piccola sembra non accorgersi, continuando a farmi strada verso i giardini. –Ti porto a vedere la fontana al centro del parco, in onore di Nicholas Flamel e Perenel- aggiunge, muovendosi leggiadra fino ad un’elegante portafinestra dai dettagli dorati.
Ho letto della fontana di cui mi ha parlato su un libro, sembra che questa abbia poteri curativi e sia in grado di donare bellezza, ma non so quanto la notizia sia attendibile.
La luce aranciata del sole che cala mi colpisce in pieno mentre scendiamo i numerosi scalini che separano la struttura dal verde e rigoglioso prato, probabilmente conservato così bene dalla magia.
-È molto bello- dico gentilmente, mentre passeggiamo sull’erba fresca, verso la fontana.
-Oui- le sfugge in francese. -È tutto molto più luminoso di Hogwarts- fa con sicurezza.
Decido di non rispondere a quella piccola provocazione e continuare a camminare, mentre l’ora di cena si avvicina sempre più in fretta.
-Non sapevo che Harrì avesse una sorella, prima dello scorso anno- azzarda la ragazzina, molto più piccola, toccando un tasto dolente. Temo di sapere dove vuole andare a parare.
-Già, nemmeno lui…o io a dire il vero- dico quasi in un sussurro, imbarazzata.
-Deve essere…euh…bello essere sua sorella- dice sognante con il suo forte accento.
Se lo dici tu.
Alzo gli occhi al cielo quando mi sorpassa, senza smettere di seguirla, sperando solo che la tortura finisca in fretta.

Revisione: Francesca

Salve gente! 
Eccomi qui, spero il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere come posso migliorare!
A presto!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora