Uagadou - Parte prima

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Salve gente!
Capitolo un più lungo del solito, spero veramente che vi piaccia!
ATTENZIONE!
Alla fine vi chiedo una cosa importante, per favore, fatemi sapere cosa ne pensate!

Sento l’energia scorrere ovunque intorno a me.
All’apparenza posso solo sembrare una ragazza, chiusa in una stanza rotonda di un remoto castello scolpito nella roccia. Potrei apparire strana agli occhi della gente, che vedrebbe solamente me, seduta sul pavimento freddo, gli occhi chiusi a contemplare il vuoto, ma la realtà non è semplicemente questa.
È vero, sono seduta su un pavimento freddo e le mie palpebre sono sigillate, ma sento molto di più, vedo molto di più. Posso percepire ogni solco tra i piccoli pezzi del mosaico che ricopre il pavimento, ogni piccolo passo delle formiche che passeggiano fuori dalla finestra aperta, i raggi caldissimi del sole anche se è mattina presto, il volo libero di Shadow e le fronde più alte di alberi lontani che si muovono sotto l’influenza del vento caldo.
Un rumore fortissimo mi fa sobbalzare e aprire gli occhi di scatto. Automaticamente mi guardo intorno, prima di alzarmi in piedi e, sulla difensiva, controllare la stanza che mi circonda. L’arredamento di legno è semplice e lineare, si adatta perfettamente al pavimento elaborato ed ogni oggetto è fermo al suo posto, dove lo avevo lasciato.
Il rumore di prima si ripete, molto più debole e in un istante mi rendo conto che viene dalla porta su cui qualcuno sta bussando. Probabilmente il rumore è stato tanto forte solo nella mia mente.
-Mary Potter?- domanda una voce oltre la porta.
-Chi è?- domando io, ancora sulla difensiva, non riuscendo a riconoscere la voce maschile.
-Sono Afif- dice la voce, il suo suono è dolce e tranquillo. –Afif Azikiwe, insegno Applicazione Magica qui a Uagadou- fa calmo, senza entrare. –Ci siamo visti ieri sera al tuo arrivo, non sono riuscito a parlarti durante la colazione, ma ho saputo che eri tornata in camera-.
Sospiro sollevata, prima di avvicinarmi alla porta e aprirla lentamente, gettando un piccolo cono di luce solare sull’uomo, in piedi nel corridoio in penombra. –La prego, scusi il mio comportamen…- dico, prima di accorgermi che nel mio campo visivo c’è il petto dell’uomo. La mia testa si muove di scatto verso l’alto, sorpresa per l’altezza del professore che, forse per la stanchezza, ieri non ho notato.
L’uomo dalla pelle scura ride di gusto, quando i miei occhi confusi incontrano i suoi, ancora più scuri della pelle e dei capelli. –Dammi del tu- dice gentilmente, sforzandosi per tornare serio. –Sei pronta per la nostra prima lezione?- domanda, sorridente.
-Ehm…- resto immobile, ancora leggermente scossa. –Certo- mi riscuoto, aprendo la porto e uscendo nel corridoio, la bacchetta nascosta nella casacca che ho scelto di indossare, malgrado le temperature bollenti.
L’uomo mi osserva, cercando di trattenere una risata prima di parlare. –Ti posso suggerire una tenuta più sportiva?- dice, puntando gli occhi ridenti nei miei. Abbasso gli occhi sulla mia divisa, arrossendo appena.
-Certo- faccio io leggermente imbarazza, prima di fiondarmi in camera a testa bassa per nascondere il rossore delle mie guance. –Torno subito- aggiungo, prima di chiudermi la porta alle spalle. Mi guardo intorno spaesata, prima di gettarmi ai piedi del letto e trascinare alla luce del sole il mio pesante baule. Faccio scattare le serrature e subito inizio a frugare nel mucchio di vestiti che uso per correre, ne estraggo un paio di pantaloni sportivi grigio scuro, una maglietta di Grifondoro a maniche corte, calve bianche e vecchie scarpe.
Velocemente mi disfo della divisa, gettandola a terra, ed entro nei nuovi indumenti, sistemando la bacchetta sul mio braccio usando una fascia elastica. Velocemente indosso i calzini e raccolgo i capelli in una coda alta, prima di saltellare verso la porta, mentre cerco di infilare le scarpe.
-Sono pronta- dico uscendo fuori dalla porta.
-Perfetto- sentenzia l’uomo con un cenno del capo ed un sorriso. -Per te è un problema se facciamo il “giro panoramico”? Vorrei farti vedere alcuni degli altri ragazzi che si allenano- domanda gentilmente, iniziando a mostrarmi la strada. –Penso che potrebbe esserti d’aiuto osservarli, prima di passare alla pratica, anche se sono impaziente di constatare il tuo livello di persona- dice con un inglese perfetto.
-Certo- dico, iniziando a sciogliermi un po', visto il tono amichevole che mi rivolge l’uomo. –Non c’è problema, non mi dispiace fare un giro del castello- mi sforzo per sorridergli. –Posso chiederti cosa intendi quando dici che vuoi constatare il mio livello di persona?-.
-Certo, il Professor Silente mi ha parlato delle tue capacità e dei tuoi limiti- fa lui tranquillo. –Mi ha fornito anche dei documenti e mi ha accennato anche ai sogni che spesso fai la notte, sapevi che potresti averne pieno controllo?- domanda sorridendo, ma non mi lascia il tempo di rispondere. –In ogni caso, sono contento che le mie origini inglesi mi siano tornate utili, anche se ti chiedo scusa, il mio inglese è arrugginito-.
-No, è perfetto- dico immediatamente, non appena fa una piccola pausa.
-Menomale- le spalle dell’uomo si rilassano e il suo sorriso si allarga. –Sarà più facile allenarsi se parliamo la stessa lingua, giusto?- arriviamo in cima ad una scalinata, che qualche metro più in basso svolta a sinistra, nascondendo alla vista la destinazione a cui porta.
-Immagino di sì- alzo le spalle.
-Non sei una di molte parole- ridacchia l’uomo. –Meglio così, se non lo hai notato mi piace un sacco parlare, i miei studenti mi prendono sempre in giro, ma almeno così li costringo a fare conversazione con me, prendendoli un po' per sfinimento- mi fa sorridere. –Insegno anche Inglese qui al castello, sarai un buon allenamento per i miei studenti. Pensandoci potrei anche dire loro che sei una specie di test, non avresti pace un secondo, molti di loro puntano a voti veramente alti- l’uomo continua lungo gli scalini, prima di pietrificarsi sul posto e guardarmi sorpreso. –Non intendevo darti del manichino da conversazione, ma insomma, tu sei inglese e…e …- Afifi sembra improvvisamente a disagio.
-Non ti preoccupare, ho capito cosa intendi- rido, vedendo che istantaneamente si rilassa e riprende a camminare.
-Bene- fa una piccola risata nervosa. –Forse è meglio che inizi a parlarti un po' di come funziona questa scuola- fa una breve pausa, schiarendosi la voce. –Le prime materie che insegniamo qui a Uagadou sono principalmente teoriche, per metà del primo anno non si fa pratica, se non qualche incantesimo di base. Successivamente si inizia ad alternare materie pratiche e teoriche, i libri di testo sono più che altro proprietà scolastica, visto che molti studenti vengono da zone povere non vogliamo costringerli ad affrontare spese onerose. Per noi è importante che tutti abbiano la possibilità di apprendere nello stesso modo-.
-È una cosa molto bella- dico gentilmente.
-Vero, credo che questo dettaglio possa fare onore alla scuola- mi sorride. –Come per le divise che gli studenti indossano durante le ore teoriche, sono tutte fornite dalla scuola, in modo che tra i ragazzi non si formino conflitti- finalmente raggiungiamo la fine delle scale, per trovarci davanti solamente un’altra scalinata che scende sempre più in basso. –La pratica è comunque la parte principale dei nostri corsi, trovo importante che gli studenti applichino la magia nel modo in cui si trovano più comodi- continua a spiegare. –Esistono molti modi per praticare la magia, con l’uso della bacchetta ovviamente, ma anche senza di essa. Vedi, si può vedere la magia come una specie di flusso di energia, ovviamente se c’è un flusso significa che l’energia che si utilizza per gli incantesimi deve arrivare da qualche parte, quindi bisogna imparare ad usarla nel modo corretto. Serve molto allenamento, più si ci allena, più energia si è in grado di incanalare. Se si parte da un livello alto, come il tuo sembra essere sulla carta, si può arrivare a fare grandi cose- mentre parla il sorriso si allarga sulle sue labbra e i suoi occhi brillano, si vede che la cosa lo appassiona.
-Ovviamente ci sono incantesimi semplici e più complessi, ma noi insegniamo ai nostri studenti a non limitarsi a quello. Cerchiamo di aiutarli a controllare prima elementi di base come il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra, per mescolarle e ottenere gli stessi effetti degli incantesimi. Vedili come dei flussi naturali, sono più difficili da controllare, ma a mio parere l’energia che emanano è più “pura”- anche le sue dita si muovono, virgolettando in aria la parola. Io mi limito ad annuire, interessata al discorso, mentre appunto mentalmente ogni parola che dice. –Questi flussi di cui ti parlo, che potrebbero farmi sembrare pazzo ai tuoi occhi, sono controllabili in molti modi: puoi usare le tue mani come indicatori simili a bacchette, può bastare un qualsiasi movimento del corpo e per maghi più famosi passati per Uagadou era possibile praticare qualche magia con il semplice contatto visivo. Ovviamente questo richiede molto molto allenamento e una grande concentrazione, ma è comunque accaduto, non lo trovi meraviglioso?- gli occhi pieni di gioia dell’uomo si fissano su di me.
-Certo, sembra fantastico- rispondo io, leggermente frastornata dall’enorme quantità di informazioni che mi hanno travolta. Il silenzio che si forma, mi permette di sentire qualche suono, proveniente dal fondo delle scale. –Kingsley non ci sarà?- domando, prima che torni a parlare.
Afif scuote la testa. –Ho preferito chiedergli di lasciarci soli, avrà sicuramente molto di cui parlare con il Preside e gli addetti alla sicurezza della scuola- sorride. –Non sembravate molto in sintonia ieri sera, quindi ho pensato che ti avrebbe solamente distratta-.

Eccoci qui, cosa ne pensate?
Curiosi di leggere il prossimo?
Domanda per voi:
Questa è l'ultima tappa del viaggio, prima del ritorno ad Hogwarts, ma devo confessarvi che inizialmente non era così! Avrei voluto inserire un'ultima tappa, che avrebbe fatto parte del viaggio di ritorno, ovvero quella italiana...ma ovviamente mi sono resa conto che questo viaggio mi è sfuggito di mano! Soprattutto all'inizio mi rendo conto che era molto noioso, ma ora ciò che voglio sapere da voi è quale tra le seguenti opzioni preferite:
-Saltare la parte italiana e passare direttamente al viaggio di rientro
-Allungare il riantro parlando vagamente anche dellla parte italiana
-Aggiungere la parte italiana come ultima tappa del viaggio
Spero mi rispondiate, altrimenti credo che semplicemente la salterò perchè sta venendo molto lungo questo viaggio e non vedo l'ora di tornare a parlare dei personaggi che abbiamo lasciato a Hogwarts.
A presto! :*

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora