Ilvermorny - Parte prima

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Il cielo è già trapuntato di stelle quando inizio ad intravedere la scuola di magia americana, nascosta da una leggera nebbiolina. Il viaggio fino a qui è stato lungo e faticoso, ma la pausa pranzo mi ha permesso di meditare un po' in mezzo alla fitta foresta che stiamo attraversando.
Kingsley sembra essere sulla difensiva da quando abbiamo messo piede nel continente, insistendo che la prudenza non è mai troppa e che è essenziale triplicarla in questo posto. Sembra preoccuparsi che qualche creatura possa attaccarci, visto che qui in America ne esistono di diverse rispetto a quelle che conosciamo, e spesso i visitatori tendono a sottovalutarle, scambiandole per altre innoque e vengono sopraffatti.
-Ti avevo detto che mancava poco?- mi sorride Kingsley, mettendo la sua mano sulla mia spalla.
-Ero convinta ci fossimo persi- alzo un sopracciglio. –Sembravi agitato-.
-Solo una piccola indecisione- dice a lui, mostrandosi per la prima volta a disagio. –Meglio andare- si schiarisce poi la gola, superandomi. –Probabilmente ci stanno aspettando-.
-Certo- seguo le sue grandi spalle in direzione della struttura, un alto castello che mi ricorda quello di Hogwarts.
Ci stanno aspettando perchè ti eri perso.
Scorgo una strana creatura vicino all’entrata, mi ricorda molto i folletti della Gringott, ma dall’abbigliamento decisamente più essenziale. Si guarda intorno, da sopra la scalinata, per avere una buona visuale dei dintorni, nonostante la bassa statura. Non appena ci nota le sue orecchie appuntite hanno un fremito e corre all’interno del castello, probabilmente per avvertire del nostro arrivo.
-Era un Folletto?- domando incuriosita, affiancando l’uomo dal pesante mantello che mi precede.
-Si chiama Magicospino- mi spiega lui, mentre il suo orecchino dorato brilla, colpito dalla luce lunare. -È un lontano parente dei Folletti, ma più burbero- continua. –Non sono molto felici di avere a che fare con noi maghi, ma qui sembra che la collaborazione funzioni bene. È risaputo che a loro non piace questo lavoro, così a contatto con la comunità magica nord americana, ma nonostante le continue lamentele si pensa che ormai siano abbastanza affezionati all’ambiente- gli occhi dell’uomo incrociano i miei, calmi e sicuri. Tutta la preoccupazione che lo ha caratterizzato durante il viaggio sembra essersi allontanata.
-Capisco- dico io. –Credo di aver letto qualcosa a riguardo in biblioteca-.
-Hai letto anche della storia di questo posto?- domanda riportando gli occhi davanti a se.
-No, non ho trovato molto- ammetto. –Ma Eleonor mi ha racconto tutto in diverse lettere, ha origini americane ed ha visitato la scuola qualche estate fa-.
-Chi è questa Eleonor? Ti ho già sentita nominarla l’atro giorno- domanda, apparentemente tranquillo. –Non mi risulta tra le tue amicizie a Hogwarts-.
-Hai una lista delle persone che conosco a Hogwarts?- faccio io, sentendomi improvvisamente controllata.
Lo sguardo serio dell’uomo si posa su di me, prima che io possa aggiungere altro. -L’Ordine vi tiene d’occhio per la vostra stessa sicurezza- la sua espressione si addolcisce, ma i suoi occhi non mi lasciano, in cerca di una risposta.
-Lavora nel negozio di Fred e George, anzi sono sicura che è praticamente la ragazza di Fred- alzo le sopracciglia. –Non è una cattiva persona- alzo le spalle. –Per niente-.
L’uomo sembra soddisfatto della mia risposta e riporta lo sguardo verso il castello, ormai molto vicino, fermandosi davanti al portone.
-Non entriamo?- chiedo quando si volta verso di me.
-Certo, ma devo prima spiegarti una cosa- dice tranquillo. –Probabilmente per la tua amica non è stato così se ha visitato la scuola durante l’estate, ma tu essendo un ospite ufficiale di Ilvermorny è molto probabile che verrai smistata in una delle loro quattro case, per darti il benvenuto nella scuola-.

L’ingresso gremito di studenti mi fa subito discostare Ilvermorny da Hogwarts, portando il mio sguardo a correre velocemente sui muri e le persone. La sala in cui mi trovo è circolare, dal soffitto altissimo che culmina in una cupola di vetro, attraverso cui si possono vedere le brillanti stelle del cielo americano. Una balconata di legno è situata al primo piano, affacciandosi verso di me, per permettere alle centinaia di occhi di osservarmi, mentre prendo posto sul nodo gordiano disegnato al centro del pavimento in pietra.
Quattro intagli di legno mi circondano, ognuno rappresentante una casa della scuola. Non appena i miei occhi seguono i contorni del nodo disegnato sotto ai miei piedi lo vedo risplendere in bagliore appena accennato e immediatamente sento i mormorii curiosi degli studenti della scuola, mentre si sporgono per vedere meglio nelle loro divise blu e rosse mirtillo.
Il mio sguardo si alza in quello della Preside che, insieme al mio accompagnatore e al corpo insegnanti, osserva il mio smistamento al piano terra. Gli occhi scuri della donna, incorniciati dai capelli riccissimi dello stesso colore, mi infondono tranquillità e sicurezza, ricordandomi quelli di Silente, anche se completamente differenti.
Gli intagli reagiscono velocemente, ancora prima che i miei occhi tornino su di loro un rumore mi distrae, portandomi ad osservare il Wampus che ha preso a ruggire, fiero e forte.
Una frazione di secondo e i miei occhi vengono attirati dagli altri intagli che, a modo loro, reagiscono a me. Il Tuonoalato batte le ali, il Magicospino incocca la sua freccia, puntandola verso l’alto, e si illumina il cristallo sulla fronte del Serpecorno.
Il silenzio cala poi improvvisamente nella stanza, pesante come un macigno, azzera ogni bisbiglio e blocca il mio respiro.
Dovrebbe prendere vita una sola delle incisioni, non tutte quante.
Ho rotto il sistema di smistamento di Ilvermorny?
Preoccupato riporto gli occhi verso gli insegnanti, incontrando occhi sorpresi, ma sorridenti, che mi spiazzano. Il fragore che poco dopo mi colpisce è creato grida e incitamenti, accompagnato da una pioggia scrosciante di applausi.
La Preside mi si avvicina, camminando tranquilla fino a che non ci separano che pochi metri. –Immaginavo ci fosse una buona ragione a spingere Albus Silente ad insistere per un’iniziativa tanto particolare- mi sorride la donna, prima di alzare una mano per zittire gli esultatori. –Molto bene, Mary Potter, è stata scelta da tutte e quattro le case, è un avvenimento molto raro e come da tradizione sarà lei a dover scegliere a quale sente di appartenere!- un altro applauso si alza dagli studenti che mi osservano. –Sceglierà il cuore con la casata dei Magicospino?- le grida cambiano di intensità e tra loro si distingue un chiaro “Scegli noi!”. –O magari il corpo dei Wampus?- le grida e gli applausi cambiano ancora, raggiunte da un coro che ripete il nome della casa. –Oppure ancora la mente dei Serpecorno?- altre grida si alzano dalla folla. –O ultimo, ma non ultimo, il Tuonoalato, culla dell’anima?- gli applausi si spostano lungo la balconata al gruppo di Tuonoalato. -Mary Potter, la scelta è tua soltanto-gli strepitii riprendono da parte di tutti con nomi delle quattro casate cantate in coro.

Revisione: Francesca

Salve gente!
Ecco il capitolo, spero vi sia piaciuto!
Mi scuso per il ritardo, ma siamo quasi alla fine della parte di viaggio e presto accadranno cose più sensate! Il ritorno ad Hogwarts spero vi sorprenderà!
A presto!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora