Materializzazione

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-…Tre!-.
Le tre D.
La base della Materializzazione.
Destinazione.
La parte più chiara e semplice. Il vecchio cerchio di legno è solo ad un metro e mezzo da me, scolorito e rovinato, ma ben piantato al suo posto. Mi indica con precisione il punto in cui dovrei apparire, facendo sembrare l’esercizio una passeggiata.
Determinazione.
Quella mi accompagna da molto, ma ora come ora mi sembra di non averla mai conosciuta. È come se fosse diventata un’amica di vecchia data che improvvisamente non ti rivolge più la parola.
La mia ultima esperienza con le Materializzazioni mi ha lasciata più scossa di quanto credessi e ora che ho il permesso di farlo, in Sala Grande con tutti gli altri studenti, mi sembra un’idea terribile.
Se stessi di nuovo male? Se la mancanza di una bacchetta mi rendesse l’incantesimo impossibile?
Queste sono solo due delle miriadi di domande che infiammano la mia testa, prima ancora che possa farlo la stanchezza.
Tutto ciò mi riporta direttamente alla terza e ultima D.
Decisione.
Quella che non riesco a prendere.
Vorrei riuscirci, con tutta me stessa, soprattutto quando vedo gli insegnanti che camminano tra noi osservarmi. Si aspettano tutti che ci riesca senza problemi, con i miei voti alti e le mie capacità magiche.
So di poterlo fare, ma la paura delle conseguenze sembra improvvisamente più forte di me. E più tento di convincermi ad avere coraggio, più lo stomaco ulula e mi prega di non averlo.
“Non dovresti seguire lo stomaco”
E cosa?
“La testa”
La testa è la prima ad averne timore.
“Allora il cuore”
Anche lui ora sembra essere troppo pesante, mentre batte nel mio petto a ritmo sostenuto. Ricordandomi che se stessi male non sarebbe semplice sofferenza fisica, potrebbe fare male ad altri, come Hermione, accanto a me, a Piton e alla McGranitt che spesso mi lanciano occhiate cariche di aspettativa e a Draco ed Harry, che si esercitano dal capo opposto della grande stanza, lontani diverse file da me.
-Stai pensando troppo, Potter- una voce sibilante mi colpisce come un pugno allo stomaco, facendomi sussultare, mentre la figura scura del Pozionista si affianca alla mia. Il volto determinato e irritato del Direttore di Serpeverde mi fa sentire molto più piccola di lui e senza rendermene conto mi fa abbassare lo sguardo. –Non hai nemmeno provato a girare- insiste lui, portando il mio sguardo a muoversi spaesato sui miei compagni. –Applicati- dice, assicurandosi che nessun’altro lo senta, prima di allontanarsi, frustando con il pesante mantello ondeggiante le mie caviglie.
Severus Piton ha ragione. Mi sono talmente fatta prendere dalle mie ansie e i miei dubbi che nemmeno ho girato al primo “tre” pronunciato da Wilkie Twycross, l’istruttore di Materializzazione inviato dal Ministero della Magia. Mentre tutti i miei compagni si ricompongono dalle loro piroette, chi dovendosi alzare in piedi da terra e chi semplicemente ritrovando l’equilibrio e recuperando la posizione precedente, io sento l’imbarazzo colorarmi le guance. Agitata muovo il mio sguardo sui Grifondoro, prima di incrociare lo sguardo di Pansy Parkinson qualche fila più avanti che con il suo brutto muso ride di me, colpendo una compagna di Casa col gomito per poi riferirle qualche parola che la fa sghignazzare.
La voce del nostre insegnate fortunatamente mi distrae, mentre ci incoraggia a non far caso al nostro primo fallimento e ci esorta a riprovare ancora, tornando subito a contare.
-Uno…-.
Guardo il mio cerchio.
-…Due…-.
Cerco di liberare la mente.
-…Tre!-.
Questa volta giro su me stessa.
Lo decido.
Stringo gli occhi e trattengo il respiro come se dovessi immergermi in acqua.
Lo decido.
Mi sento barcollare, ma muovendo un piede e allargando le braccia ritrovo subito la stabilità, rendendomi subito conto di aver giusto fatto un passo verso il mio cerchio, ma non sono l’unica a non aver fatto progressi. Tutti nella Sala si stanno ricomponendo, pronti a provare di nuovo, molto più sicuri di quanto la sia io.
Il terzo tentativo non va meglio del secondo, così come il quarto dal quale riapro gli occhi accompagnata da un urlo straziante emesso da Susan Bones, rimasta in piedi nel suo cerchio, ma senza una delle gambe, abbandonata al punto di partenza. La mia bocca si socchiude, mentre i direttori delle Case vanno in suo soccorso e il Signor Twycross spiega qualcosa a proposito di un fenomeno che denomina con “Spaccamento”. Mi piacerebbe ascoltare i consigli dell’uomo, ma la sua voce mi suona lontanissima, così come è quasi invisibile ai miei occhi agitati la sua dimostrazione.
-Stai bene, Mary?- bisbiglia Hermione. –Sei veramente pallida-.
Annuisco, senza incrociare lo sguardo della Grifondoro, cercando di rimanere concentrata. Preferisco spostare i miei occhi sugli altri presenti nella Sala, giusto in tempo per incrociare lo sguardo severo di Piton. Dura solo un istante, ma il messaggio è chiaro e, come prima, la sua voce suona nella mia tesa. –Applicati-.
L’uomo inviato dal Ministero torna presto a contare, dando il via ad una lunga serie di tentativi, tutti disastrosi. L’unica cosa che mi consola è essere riuscita ad individuare Draco, tra i ragazzi piroettanti. Questa mattina non ho avuto nemmeno il tempo di salutarlo come si deve e sono uscita di soppiatto dalla sua stanza per andare ad allenarmi, troppo tesa per riuscire a riposarmi.
-Uno…-.
Ha detto che questa è l’ultima volta per oggi, poi potrò intercettare Draco in mezzo alla folla ed evitarmi altre occhiatacce di rimprovero per i miei fallimenti.
-…Due…-.
Scorgo di nuovo la chioma bionda e la tunica di Serpeverde, vicina ad una più scura che potrebbe facilmente essere quella di mio fratello. Ho sentito Draco essere ripreso all’inizio della lezione, spero solo che Harry non si sia messo a provocarlo.
-…Tre!-.
Giro su me stessa chiudendo gli occhi e sento l’equilibrio venire meno, cerco di non cade, ma la gravità ha la meglio e con un colpo secco colpisco il pavimento di pietra, soffocando un lamento tra i denti. Mi giro immediatamente su un fianco, pronta a rialzarmi in fretta e ricompormi, ma quando apro gli occhi sento una forte fitta alla testa che mi fa imprecare a denti stretti e portare una mano alla testa.
-Mary- mi chiama preoccupata una voce. –Hai battuto la testa?-.
Impiego qualche istante a riconoscere la voce e mettere a fuoco l’ex Prefetto Serpeverde che ha posato gentilmente una mano sulla mia spalla, aiutandomi per mettermi a sedere.
-No- rispondo confusa per la velocità con cui mi ha raggiunta e il silenzio intorno a noi. Lentamente mi guardo intorno e vedo Harry che si avvicina accigliato, almeno quanto il gruppo di professori che corre verso di me. –Ho solo perso l’equilibrio- alzo le spalle imbarazzata.
Quanta agitazione per nulla.
-Ti sei Materializzata davanti a me- fa Draco sorprendendomi e convincendomi ad osservare meglio le persone intorno a me.
Non sono le stesse a cui ero vicina prima.
Non è Draco a essere venuto verso di me, ma sono stata io a venire di lui.
Mi sono Materializzata, mancando di molto il mio cerchio, ma sono tutta intera.

Salve gente!
Ecco qui il nuovo capitolo! Come vi sembra?
Purtroppo non ho molto tempo per scrivere ultimamente e fatico a star dietro alle pubblicazioni, in più questa settimana ci sarà il mio compleanno e avrò ancora meno occasioni per mettermi tranquilla a scrivere :(

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora