Castelobruxo

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Saluto i ragazzi che ho conosciuto a Ilvermorny, scuotendo la mano, mentre mi allontano con Kingsley. Gli studenti ricambiano il mio saluto, mentre il coro della scuola intona l’inno a gran voce.
Le mie dita scivolano sulla collana che mi è stata donata, uguale a quella di tutti gli allievi, un nodo gordiano dorato. Mi volto, ormai troppo lontana dalla struttura che inizia ad essere avvolta dalla nebbia, mentre il canto si affievolisce sempre più.
-Prossima tappa?- sorrido a Kingsley.
-Brasile- l’uomo sembra non reggere il mio sguardo, ma forse è solo una mia impressione. –Castelobruxo- tentenna lui, sembrando leggermente agitato.
-Qualcosa non va?- domando, sicura che sia nervoso.
-Certo, c’è stato solo un piccolo cambio di programma- continua ad evitarmi.
-Un altro?- mi sorprendo.
-Sì, era una meta troppo prevedibile- sembra affrettare il passo. Mi blocco in mezzo al sentiero, costringendo l’uomo a voltarsi verso di me e finalmente guardarmi in faccia e subito lo vedo sospirare, scuotendo la testa quasi impercettibilmente. –Ci sono stati dei problemi- dice deglutendo.
-Cosa intendi con problemi?- domando io confusa.
-Niente di cui preoccuparsi,- dice l’uomo, tornando più sicuro. –Solo un piccolo contrattempo, come in Russia-.
-Come in Russia?- ripeto io, iniziando a storcere il naso. –E in Russia cosa è successo esattamente? Ci hanno trovati? È per questo che siamo andati via così in fretta?- domando, senza preoccuparmi troppo del mio tono alterato.
L’uomo resta immobile per un momento, guardandomi sorpreso con le labbra socchiuse. –Chi ti ha detto che siamo stati individuati?- chiede poi, tornando serio, ma mantenendo la voce calma.
-Nessuno- scuoto la testa, infastidita. –Non ho bisogno che qualcuno me lo dica, ti si legge in faccia!- inizio a sentire il sangue scaldarsi nel mio corpo e la rabbia montare. –Non sono stupida e non sono una bambina- sbotto. –Mi puoi dire se succede qualcosa-.
-Mary, non sono cose che…- cerca di ribattere lui, ma io lo interrompo.
-Se c’è un rischio concreto, anche minimo, ho il diritto di saperlo!- mi impunto. –Perché hai mentito?-.

Una goccia di sudore scende lenta lungo la mia tempia, è ormai tarda sera, ma le temperature in mezzo alla vegetazione verdeggiante che attraversiamo sono alte e umide. Procedo sicura sul sentiero solo perché la luna riesce ad illuminare la strada, visto che le bacchette attirano troppe zanzare.
Nemmeno la stanchezza, il caldo o l’ansia che può portare attraversare una foresta fitta come questa, hanno riaperto una conversazione tra me e Kingsley che cammina dietro a me. Abbiamo scambiato solamente qualche parola con la guida che ci precede, facendo molta attenzione a non parlare direttamente tra noi. O almeno così ho fatto io, nonostante qualche sua domanda improvvisa che ho deciso di credere fosse rivolta ad amici immaginari che io non potevo vedere.
Gli tolto la parola.
È infantile, ma non riesco a parlare con lui per ora.
Finalmente intravedo una radura con al centro un alto edificio che mi ricorda vagamente una piramide. Ha l’aria molto antica e a prima vista sembra essere pericolante, ma subito devo ricredermi.
Non appena raggiungiamo la struttura, percorsa fino alla cima da una lunghissima scalinata, e poggio il piede sul primo gradino, qualcosa nella mia visuale cambia e l’antica pietra si trasforma presto puro oro, che si diffonde in ogni direzione.

-Spero di venire presto ad Hogwarts- saltella allegra la piccola ragazza accanto a me, l’inglese quasi impeccabile mi rende difficile pensare che non la sia. –Sai, ho passato le ultime due estati a perfezionare la mia dizione e sono certa di essere pronta- dice con orgoglio. Il suo comportamento sicuro stona un po' con la sua corporatura esile, ma la passione che brilla nei suoi occhi stupirebbe chiunque.
-Sono sicura che andresti molto d’accordo con un mio amico, anche lui è appassionato di Erbologia- le sorrido, mentre insieme ci spostiamo all’esterno della struttura, dove mi aspetta Kingsley per la nostra partenza. Il sole inizia subito a scaldare la mia pelle quando mi espongo alla sua luce e quasi mi acceca, riflettendosi sulla superficie dorata dell’edificio quadrato.
Ci fermiamo in cima alla lunga scalinata che porta a terra osservando l’uomo che mi aspetta ai suoi piedi, prima di scambiarci un ultimo saluto e prometterci di scriverci. La ragazza che raggiunge a malapena le mie spalle torna dentro, avvolta nella sua divisa verde sfavillante, abbandonandomi a un lungo silenzio imbarazzante che caratterizzerà il viaggio con l’uomo che mi attende in fondo alle scale, intento a salutare il Preside di Castelobruxo.
Il gelo è sceso su di noi dal nostro litigio e prevedo un viaggio verso la nostra prossima meta anche peggiore di quello affrontato per arrivare in Brasile. Immagino che la nostra prossima destinazione sia l’Africa che immagino raggiungeremo in nave o aereo, visto l’oceano che separa i due continenti.
Abbiamo passato solo la notte qui a Castelobruxo, eppure preferirei restare qui, piuttosto che affrontare il prossimo viaggio.
Iniziare a mettere un piede davanti all’altro mi richiede un grande sforzo di volontà, ma a testa alta inizio a scendere gli stretti gradini dorati.
Il rapporto tra me e Kingsley è precipitato velocemente e mi rendo conto che dal mio conto ho esagerato, ma non sopporto che mi venga nascosta la verità, una cosa tanto seria per giunta. Non sarò di certo io a cedere e scusarmi per aver alzato la voce.
Kingsley mi ha mentito?
Sì.
Voleva solo proteggermi?
Ovviamente sì, ma è irrilevante.
È un adulto e dovrei dargli ascolto senza protestare?
Molto probabile.
Minerva, Piton, Silente e la maggior parte delle persone che conosco reputerebbero il mio comportamento immaturo?
Ci metterei la mano sul fuoco.

In silenzio ho seguito Kingsley a piedi per più di un’ora, prima di raggiungere una piccola cittadina, da cui una passaporta ci ha portati direttamente nell’area dedicata ai maghi di un aeroporto, prima di essere imbarcati sul primo aereo per il continente Africano.
Avevo ragione, Uagadou è sicuramente la nostra prossima destinazione.
Tra me e l’uomo non ci sono stati scambi di parole se non quelli obbligatori, comunque rimasti su un tono freddo e distaccato da parte mia.
Ho letto molto ad Hogwarts sulle scuole di magia in Africa. So che ce ne sono diverse, ma ho scoperto che Uagadou è la più antica e quella con più studenti, che vengono accettati da tutto il continente. In questa scuola sono esperti nell’uso di magia senza l’utilizzo di bacchette.
Al solo pensiero sento i brividi percorrere il mio corpo, forse sto per imparare qualcosa di importante. Spero di fermarmi più a lungo in Africa per poter assimilare tutte le informazioni possibili.
Con uno scossone sento l’aereo partire ed automaticamente mi stringo ai braccioli del sedile imbottito, non ho mai volato su un aereo e spero davvero che non cada.

Ciao a tutti! 
Scusate per il ritardo, ma ho avuto qualche contrattempo questa settimana!
Dal prossimo capitolo si parla della toppa fondamentale!
Sono così in ritardo anche perchè sto scrivendo delle one shot, se vi va passate a leggerle!
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora