Diversa

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-Quindi McLaggen?- domando ad Hermione che concentrata sistema i miei capelli. –Pensavo non lo sopportassi-.
-È così- risponde lei rimanendo seria e incastrando un’altra piccola molletta tra i miei capelli, riuscendo finalmente a bloccarli nella posizione prevista.
-Ma solo così puoi veramente dare fastidio a Ron, giusto?- le sorrido, attraverso il piccolo specchio che sto tenendo sollevato. Subito la vedo alzare le spalle e togliere le mani dai miei capelli rossi, mentre le sue labbra mimano un “forse”. –Ben gli sta- esordisco io alzandomi in fretta dal letto e buttando il piccolo specchio sulle lenzuola. –Nessuno ascolta i miei consigli, ma secondo me, la prossima volta che si azzarda a prenderti in giro in quel modo devi tirargli un bel pugno sul naso- dico io, mettendomi in posizione e sferrando un colpo in aria, facendo ridacchiare la ragazza.
Ultimamente Hermione e io ci siamo riavvicinate, grazie alla sua litigata con Ron e al fatto che non creda molto alle teorie di Harry su Draco. Certo, per lo più parliamo di Ron in termini poco gentili, ma è palese quanto lei ne sia innamorata e sconcertante il fatto che lui non se ne sia reso conto, visto che prima del litigio lei lo aveva invitato alla festa di questa sera da Lumacorno. Penso che farò anche io voto di silenzio contro il Grifondoro, dopo che l’ha scimmiottata oggi a lezione di Trasfigurazione. Inoltre, avrei il vantaggio di passare molto meno tempo in compagnia di Lavanda e Calì che ora sono sempre appiccicate a Ron, o parlano costantemente di lui.
-Okay- le sorrido. –Basta parlare di Ron- continuo con sicurezza. –Questa sera lui e la nuova metà della sua faccia non ci saranno, quindi non pensiamoci più. Godiamoci la serata e nascondiamoci da Lumacorno il più a lungo possibile- la ragazza mi sorride scuotendo la testa. –Ti aiuto con il vestito, girati- la prendo per le mani, costringendola ad alzarsi. Subito si gira, permettendomi di alzare la cerniera del suo vestito viola. –Ti sta a pennello- dico io, prima di girarle intorno. –Sei veramente bella questa sera- continuo gentilmente.
-Grazie, Mary- dice arrossendo leggermente. –Ti aiuto con il tuo?- indica il vestito verde scuro che riposa sul mio letto. Annuisco e velocemente mi libero di gonna, calze e camicia, facendomi aiutare dalla Grifondoro per indossare il vestito per la festa. La stoffa è morbida e segue il mio corpo, aderente nella parte superiore, rimane più morbido in quella inferiore, lasciando scoperta gran parte della schiena. –Non ti dà fastidio che si vedano le cicatrici?- domanda Hermione, mentre mi giro verso di lei.
Scuoto la testa sorridendole. –Non ho motivo di nasconderle, sono parte di me- mi allontano da lei, per raccogliere le scarpe che mi sono fatta prestare da lei e calzarle, iniziando poi a annodare i cinturini sulla mia caviglia. –So che non sono molto belle da vedere e sono legate a una brutta esperienza, ma non posso farmi fermare da qualche pensiero negativo-.
-Hai perfettamente ragione- risponde la Grifondoro imitandomi e prendendo le sue scarpe, prima di indicarmi la porta. –Io devo andare, McLaggen mi starà aspettando, ci vediamo alla festa?- mi guarda con sospetto.
-Prometto di non trovare scuse per saltarla- alzo le mani in sogno di resa. Hermione non sembra convinta, ma dopo un ultimo sguardo si decide ad andare, uscendo dalla stanza con passo sicuro, nonostante indossi tacchi sei centimetri più alti dei miei.
Abbasso gli occhi sui miei piedi guardando con diffidenza le scarpe che porto, quattro centimetri separano i miei talloni dal terreno. Ho sprecato molte ore della giornata ad imparare come portarli, ma ancora non mi sento a mio agio quando li indosso. Sospiro e mi sposto verso il letto, sentendomi sempre più in imbarazzo ad ogni passo. Raccolgo il piccolo specchio e mi do un’altra occhiata, storcendo il naso alla mia immagine truccata, non sono abituata a vedermi così e, anche se Ginny ha specificato più e più volte che non si noti, sembro molto diversa. Sicuramente entro la fine della serata avrò rossetto su tutta la faccia e mi sarò liberata di queste instabili scarpe.
Certo, se Piton non mi avrà già uccisa per tutto il tempo che non ho passato ad allenarmi. Temo già il momento in cui, dopo la festa, dovrò seguirlo in ufficio e lui potrà notare, nello spazio dedicato a Occlumanzia, quanto sono brava a sprecare tempo.
Sospiro e mi avvio verso la porta, guardando con desiderio la mia borsa a tracolla ancora contenente i vestiti con cui sono andata a correre questa mattina. Non aiuta il mio umore ricordare che la scorsa notte sono sicura di essere arrivata incredibilmente vicina a Voldemort, ma averlo mancato di poco. La sua energia era ancora talmente forte da farmi rabbrividire e i Mangiamorte colpiti dalla sua ira ancora a terra, grati per non essere morti.
 Raggiungo controvoglia gli scalini che percorro insicura, nonostante mi sia allenata molto anche con questi, arrivando in Sala Comune. Attiro molti sguardi, compreso quello di Ron, Lavanda e Calì che immediatamente si avvicinano a me, parandosi tra me e il passaggio per uscire sulle scale, infondo alle quali ho appuntamento con Draco.
-Mary, stai benissimo- mi guarda sognante Calì, affiancata da Lavanda che stringe il braccio di Ron come se ne valesse della sua sopravvivenza.
-Grazie- dico fredda e distaccata, strappata ai miei pensieri, cercando di evitare i tre e proseguire per la mia strada. Non voglio litigare adesso, ma mi è inevitabile ripensare alla loro presa in giro.
-Qualcosa non va?- prima di raggiungere la mia meta Ron mi ferma.
-Dovresti crescere, Ron- dico voltandomi. –E scusarti con Hermione, prima che sia troppo tardi-.
-È stata lei a cominciare- Lavanda mi guarda con saccenza, fingendosi una vittima. –Ha riso del mio RonRon-.
-Non significa nulla, tutti hanno riso di Ron con quei baffi- insisto, squadrando i due, mentre Calì rimane più distante con lo sguardo pentito.
-Proprio tu vieni a parlarmene?- domanda Ron con una smorfia. –Il tuo ragazzo lo fa in continuazione e fa anche di peggio-.
-Draco fa molti errori- dico, compiendo un piccolo sforzo per restare calma e pacata. –Ma non pensavo lo vedessi come un riferimento- mi volto di scatto attraversando il quadro della Signora Grassa con i passi più sicuri che sia mai riuscita a fare con questi bassi tacchi appuntiti. Mi allontano in fretta, buttandomi immediatamente sulle scale che inizio a scendere con decisione, per non sentire la sua risposta che sicuramente potrebbe farmi perdere tutto il mio autocontrollo. Sfrutto la ringhiera per sentirmi più stabile, percorrendola con la mano mentre seguo gli scalini, osservata dai molti quadri che ricoprono le pareti, suscitando le chiacchere di qualche tela pettegola.
Alzo lo sguardo solo dopo diverse scalinate, dopo aver preso il ritmo e aver smesso di sentirmi in procinto di cadere. I miei occhi non potevano trovare ancora migliore di quelli grigi e freddi di Draco, già fermo ad aspettarmi dove abbiamo concordato. Inizio a sorridere, incapace di trattenermi, raggiungendolo finalmente.
-Sei bellissima- dice semplicemente lui, prendendo la mia mano e tirandomi a se per baciarmi. Il contatto è breve, ma molto dolce e quando si interrompe mi stupisco di non trovare segni del mio trucco su di lui.
-Anche tu- dico gentilmente, raccontando una piccola bugia al ragazzo che mi porge il braccio per invitarmi a proseguire sulla nostra strada. Negli ultimi giorni due pesanti occhiaie sono comparse sul viso del ragazzo che appare sempre più pallido e tetro.

Salve gente!
Capitolo un pò più corto di quelli che ho pubblicato ultimamente, ma vi prometto che il prossimo sarà più lungo!
Spero comunque che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! 
Alla prossima! :*

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora