Mahoutokoro - Parte seconda

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L’aria colpisce il mio viso fresca e pulita, profuma di mare.
Le persone di qui sono riservate, silenziose e dedite al lavoro, ma anche estremamente cortesi. Il Preside della scuola ha insistito perché io tenessi la tunica capace di cambiare colore che mi hanno regalato all’arrivo, come mi ha fatto dono di buon cibo per il viaggio verso la prossima tappa e di un libro dalla copertina decorata. Una lettura interessante che dovrebbe raccontare leggende su questa terra e sull’energia che la attraversa. Spero di trovare il tempo di leggerlo prima di raggiungere la prossima scuola.
Quella di Mahoutokoro non è molto grande o particolarmente affollata, ma il brivido che mi ha provocato la sua vista è stato impagabile. I raggi del sole che si riflettevano sulla giada bianca rimarranno per sempre impressi nella mia memoria, come il sorriso di Ami e le sue risate sincere, mentre cercava di insegnarmi a scrivere il mio nome su una pergamena, o quando mi ha portata a vedere il piccolo tempio nel giardino della scuola, spiegandomi pazientemente ogni cosa.
Devo sicuramente scriverle una lettera quando sarò tornata a Hogwarts e mandarle qualcosa per la sua collezione di libri da ogni parte del mondo.
I capelli solleticano la mia schiena, danzando sul tessuto della giacca babbana di jeans che indosso. Mentre la procellaria della tempesta plana verso la costa mille brividi attraversano il mio corpo ed automaticamente apro le braccia e chiudo gli occhi, sentendomi come se stessi volando.
È un metodo di spostarsi sicuramente molto più comodo della scopa, forse dovrei proporre questa alternativa a Silente. Il Quidditch sarebbe di sicuro molto più divertente.
-Dovresti tenerti stretta alle sue piume- grida Kingsley qualche metro dietro a te. –Se cadi in acqua da questa altezza è come atterrare sul cemento, mi chiuderanno di sicuro ad Azkaban-.
-Oh- mi fa ridere l’osservazione dell’uomo che mi volto a controllare. Il suo viso è preoccupato dall’imprevedibilità del suo mezzo di trasporto ed è chiaramente leggibile su di esso il malessere dell’uomo che sembra sull’orlo di una crisi di vomito. –Non preoccuparti per me, non è tanto semplice farmi fuori-.
So che il mago vorrebbe ribattere, ma non credo che il suo stomaco glielo conceda, vista l’espressione nauseata che subito deforma il suo viso quando tenta di parlare.
Il mio sguardo scivola verso l’isola un’ultima volta, è prima mattina ma gli studenti già si allenano sopra il mare movimentato, provando schemi di Quidditch senza sosta.
Probabilmente non li capirò mai.

-Ti senti bene?- domando a Kingsley che ondeggia davanti a me, visibilmente affaticato.
-Sì- risponde lui con voce affranta. –Non preoccuparti per me-.
-Possiamo fermarci un momento se vuoi- dico affiancandolo e posando una mano sulla sua spalla.
-No, non possiamo- dice con voce roca, prima di schiarirla. –Dobbiamo rispettare alla lettera gli orari oggi, abbiamo due passaporte da prendere- dice gentilmente. –E la prima ci farà arrivare su un mezzo in movimento, quindi dobbiamo prestare la massima attenzione-.
-Va bene- annuisco quando il suo sguardo si posa su di me. –Dove andiamo?-.
-Indietro nel tempo di circa quattordici ore- risponde semplicemente, strizzando l’occhio nella mia direzione. –In America-.
-Non dirmelo, intendi Ilvermorny?- istintivamente salto mentre cammino, incapace di trattenere l’eccitazione. –Non vedo l’ora di arrivare, voglio vedere se Eleonor aveva ragione o se è meglio di Hogwarts, come sostengono loro-.
-Impossibile- sentenzia l’uomo al mio fianco. –Dobbiamo assolutamente dimostrargli che si sbagliano-.
-Assolutamente- confermo, prima di estrarre dalla mia borsa un piccolo panino che mi hanno regalato per il viaggio. “Melonpan” è scritto in inchiostro sulla carta che lo contiene, ancora tiepido irradia un piacevole calore alle mie mani. Non posso saltare la colazione o di per certo Piton riuscirebbe ad accorgersene e farmela pagare molto cara. –Dove dobbiamo prendere la passaporta?- domando all’uomo, dopo aver addentato il panino che scopro pieno di caramello.
-Non manca molto- dice l’uomo, prima di svoltare per una stretta via del parco curato. –Dovrebbe trovarsi dietro i bagni pubblici- sembra sentirsi meglio. –Dobbiamo cercare una scatola di latta rovinata e arrugginita-.
Annuisco quando all’orizzonte vedo la struttura divisa in due zone, probabilmente maschile e femminile.
Lo raggiungiamo in fretta e subito troviamo la passaporta, abbandonata in mezzo al prato, stonando con l’ordine del luogo.
-Per fortuna nessuno la ha tolta- dice Kingsley, prima di controllare un orologio da taschino. –Manca ancora qualche minuto- afferma poi. –Siamo in anticipo-.
-In anticipo?- domando io. –E se fossimo arrivati cinque minuti dopo-.
-È tutto programmato, minuto per minuto- mi sorride. –La tabella è molto rigida-.
Il mio sguardo si posa su di lui pieno di dubbi. –Non è troppo rischioso arrivare su un mezzo in movimento?- squadro la passaporta arrugginita, finendo il mio pasto. –Non c’è il rischio di finire in un muro o qualcosa di simile?-.
-Non preoccuparti c’è stata un’ampia collaborazione tra i nostri Auror, il Ministero Giapponese e il MACUSA per coordinare ogni cosa- non perde di vista l’orologio. -È tutto sotto controllo-.

Mi rigiro nel comodo letto della mia stanza, cullata dalle onde che si infrangono sulla nave, l’aria di mare entra fredda dalla piccola finestra circolare della cabina.
Kingsley mi ha vietato di uscire dalla mia stanza per questioni di sicurezza, mentre lui raggiungeva alcuni Auror a bordo della nave da crociera su cui siamo arrivati per confrontarsi con loro sugli spostamenti dei prossimi giorni. La passaporta ci ha portato direttamente nella nostra piccola cabina, dove un congegno riposava immobile sul comodino. Una specie di trottola che dovrebbe rispondere al nome di Spioscopio, una specie di allarme nel caso qualche pericolo si avvicinasse alla stanza. Sarà mattino quando raggiungeremo la costa americana, fino ad allora mi è stato chiesto di restare a letto e riposare, visto che una volta arrivati dovremo affrontare il viaggio fino a Ilvermorny, che richiederà gran parte della giornata.
Sinceramente questo viaggio mi confonde, facendomi perdere il senso del tempo.

Salve gente! 
Vi ho fregati, anche qui non è successo nulla, sono cattiva lo so ehehehe
Abbiate fiducia, questo viaggio serve a qualcosa!
Prossima fermata: Ilvermorny!
Qui cosa capiterà a Mary?
A presto!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora