-Domani mattina non devi prendere parte alle lezioni- dice tranquillamente Piton, camminando velocemente a mio fianco. Sembra non veda l’ora di liberarsi di me e il dovermi portare davanti alla Sala Grande è l’unica cosa che gli impedisce di scappare via. –Avrai l’intero fine settimana a disposizione, ti consiglio caldamente di sistemare le tue cose e portarti in pari con il programma, hai molte cose da recuperare- fa serio.
-Certo- dico io, cercando di essere il più educata possibile, nonostante l’uomo mi stia palesemente impartendo un ordine e stia cercando di mascherare il tutto con un semplice “ti consiglio”, completamente annientato dal “caldamente”. –Ho già recuperato una buona parte del lavoro sui testi in viaggio e so che Hermione ha preso appunti per me- dico, affatto sicura che la cosa gli interessi. –Li studierò al meglio e cercherò di mantenere l’allenamento fisico nel contempo- continuo, visto che l’uomo non si dimostra infastidito dalle mie precisazioni.
-Molto bene- sentenzia, mentre ci spostiamo su una gradinata che ci permette di arrivare presto al piano terra, dove è già possibile scorgere Gazza e la sua gatta sostare davanti alla grande porta. La raggiungiamo velocemente e in silenzio con probabile sollievo dell’uomo che cammina al mio fianco.
-La ringrazio, Signore- dico a Piton, avvicinandomi all’enorme portone, dietro al quale sento gli studenti scalpitare.
-Ancora una parola, Potter- fa lui in tono più formale, attirando la mia attenzione per poi fare un cenno a Gazza che borbottando si allontana lungo il corridoio. -Potrei suggerire di non rivelare ad alcuno ciò che è accaduto durante il tuo viaggio, Potter?- fa serio. –Fino a che non avverà il tuo colloquio con il Preside-.
Io annuisco decisa e l’uomo si volta immediatamente con un cenno del capo, camminando lungo il corridoio a passo svelto. Mi chiedo se dopo aver girato l’angolo inizierà a correre, visto il suo interesse ad abbandonare in fretta il suo ruolo da baby sitter. Alzo le spalle e mi volto nuovamente verso la grande porta.
Probabilmente sarà molto imbarazzante.
Faccio un respiro profondo.
Meglio togliersi il pensiero.
Spingo la porta per entrare in Sala Grande e vedo con la coda dell’occhio il Professor Piton che si allontana sempre più velocemente lungo il corridoio. Non posso biasimarlo se trova piuttosto noioso girare intorno a me, quando nell’ufficio del Preside potrebbe discutere con gli Auror degli ultimi avvenimenti.
La grande porta della Sala Grande non mi era mai parsa tanto pensante, forse è solo la stanchezza o forse è solo schiacciata dall’intenso vociare da cui mi separa. Sembrano tutti interessati alle porte insolitamente chiuse che sembrano scoraggiare molti dall’alzarsi prima da tavola, altrimenti la stanza sarebbe già mezza vuota.
Con cautela mi faccio avanti di qualche passo, iniziando ad attirare diversi sguardi stupiti. Cosa avranno detto esattamente della mia sparizione? Una vacanza sarebbe davvero poco credibile, una malattia forse avrebbe più senso, ma non spiegherebbe il leggero intensificarsi della mia abbronzatura dovuto al sole caldo e pieno di Uagadou. Scambio culturale? Dubito che la gente avrebbe creduto ad una cosa del genere, visto che nessuno studente è venuto qui al posto mio, per quanto ne so. Probabilmente solo la verità, ovvero un viaggio studio, per affinare le mie capacità. Immagino che la cosa potrebbe giustamente aver scaldato qualche animo, in fondo ad altri studenti non è stata data la stessa possibilità.
Il mio sguardo viene attirato dal soffitto, decine di candele lo ricoprono, fluttuando sotto nuvole pesanti di pioggia che però non lasciano cadere nemmeno una goccia sugli studenti, la maggior parte dei quali interessati alla mia improvvisa comparsa. Resto immobile davanti al pesante silenzio che si è creato nell’ampia sala, mentre i miei occhi corrono sul tavolo degli insegnati. Ovviamente mancano Silente, Piton e Minerva, ma tutti gli altri sono presenti e non sembrano affatto sorpresi dal mio arrivo, anzi molti di loro mi rivolgono un sorriso soddisfatto.
Distolgo lo sguardo, impaziente di ritrovare visi familiari e subito mi scontro con quello di Luna che mi saluta dal tavolo Corvonero con aria sognate, è stato facile individuarla, credo sia la studentessa dalla casata blu e bronzo più appariscente. Finalmente la mia bocca si decide a muoversi e ricambio il sorriso della ragazza, mentre i miei occhi corrono nuovamente via, verso il tavolo Serpeverde.
Mi scontro con una dura realtà quando tra gli studenti mi rendo conto che il fedele ghigno di Draco Malfoy non è presente, distolgo in fretta lo sguardo, puntando i Grifondoro e cercando di non dare a vedere la mia delusione.
Dove può essere?
Credevo fossero tutti qui.
Gli occhi verdi di Harry mi colpiscono immediatamente lasciandomi un piccolo brivido che fa comparire un sorriso sul mio volto stanco. Il ragazzo si è alzato in piedi, spostando rumorosamente la sua sedia, nel silenzio imbarazzante della Sala Grande. Subito mi butto in avanti, come spinta da una forza invisibile, correndo verso il tavolo Grifondoro e il suo studente dagli occhiali tondi.
Devo ammettere che un po' mi è mancato.
In poco tempo lo raggiungo e senza pensarci due volte mi stringo a lui, sorridendo in modo stupido. Sono solo due settimane che non lo vedo, ma mi sembra sia passato molto più tempo. –Abbiamo sentito la tua mancanza- fa la sua voce al mio orecchio, non so se è sincera o se mente, ma non mi importa.
-Io ho sentito la vostra- dico in un sussurro, mentre i miei occhi scivolano ancora sul tavolo Serpeverde, Blaise Zabini mi sta osservando con i suoi grandi occhi scuri e le sopracciglia aggrottate, muovendo la bocca come se cercasse di dirmi qualcosa. Cerco di concentrarmi sulle sue labbra carnose, ma l’unica cosa che mi sembra di comprendere è “giù”. Harry scioglie l’abbraccio e subito mi trovo costretta a distogliere lo sguardo e riportarlo su mio fratello che mi sorride, sembra felice, quindi decido di ricambiarlo, prima che mi indichi il tavolo. Velocemente mi volto ad osservare i miei compagni di Casa, riconoscendo facilmente le loro facce contente. Ron ha le labbra sporche di cibo ed è seduto vicino ad Hermione, dall’altro lato del tavolo, appoggiata ad una copia della Gazzetta del Profeta. Neville e dall’altro lato rispetto al rosso e il suo volto è paonazzo, il colore del suo incarnato è molto simile a quello della Weasley seduta davanti a lui. –Ciao ragazzi- saluto io, notando che vicino a Ginny ci sono anche Dean e Seamus e poco lontano distinguo le chiome di Lavanda e Calì.
-Bentornata Mary- mi sorride dolcemente Hermione, mentre un brusio torna ad alzarsi nella Sala Grande e, mentre mi siedo, riesco a gettare un’ultima occhiata al tavolo Serpeverde, dove noto Pansy Parkinson, Blaise Zabini, Tiger, Goyle e Theodore Nott discutere animatamente. Hermione viene presto imitata dagli altri che mi costringono a concentrarmi sul discorso che intendono iniziare, rendendomi impossibile riflettere sull’assenza di Draco.
-Grazie- dico io genericamente, iniziando a servirmi cibo in abbondanza, a pranzo non avuto grandi possibilità quindi devo recuperare quello che non ho potuto mangiare. –Che mi raccontate?- alzo le spalle, sprigionando dalla purea di patate un buon profumo con una semplice forchettata. –Che si dice al Castello da quando sono via?-.
-Nulla- mi sorride Harry. –Hanno parlato di te per giorni, fino a che la McGranitt non ha detto che saresti tornata- mi spiega.
-Tutti non fanno che chiedersi cosa hai combinato per tutto questo tempo- continua Ron, prendendo una coscia di pollo dal piatto che ha davanti, prima di addentarla con ingordigia. –Dove sei stata? Cosa hai fatto?- boffonchia con la bocca piena.
-Lo vogliono sapere tutti- fa Ginny alla mia destra, mentre Hermione si copre gli occhi biascicando un “Ronald” atterrito. –Sicuramente Fred e George ci avrebbero messo su una scommessa- ridacchia.
-Mi dispiace per voi- alzo le spalle iniziando a mangiare. –Non posso rilasciare dichiarazioni al momento, non finché non avrò parlato con il Preside- aggiungo tra un boccone e l’altro. –Non avrete veramente pensato che vi dicessi tutto così facilmente- dico ridendo, quando vedo il luccichio di eccitazione lasciare i loro occhi, ora delusi.-No- ripeto per l’ennesima volta a Ron Weasley. –Non ti dirò dove sono stata- alzo gli occhi al cielo salendo le scale verso il dormitorio Grifondoro. –Non te lo ho detto la prima volta che me lo hai chiesto e puoi essere certo che non lo farò nemmeno per la centesima- guardo dritta davanti a me, consapevole che prima di andare a dormire il ragazzo cercherà di carpirmi informazioni costantemente.
-Non puoi nemmeno dirci perché sei tornata prima?- domanda lamentoso, seguendomi insieme a tutto il corteo composto da chi mi circondava a cena.
-Ronald, lasciala stare- insiste Hermione, l’unica che mi ha aiutata a tenere a bada le domande e gli sguardi indiscreti della scuola. –Ti ha già detto prima di no e così non le farai di certo cambiare idea- borbotta.
“Mary” sento un richiamo lontano attirarmi a se.
Oh sì, non vedo l’ora di potermi stendere e riportare il silenzio intorno a me. Lavanda e Calì sono ancora in Sala Grande, quindi potrei riuscire a sgattaiolare a letto prima che le due tornino e mi inondino di domande, probabilmente molto frivole. Sono quindi solo queste scale a separarmi dal dolce riposo?
Che pensiero allettante.
-Mary!- la voce è più chiara e forte e blocca le mie gambe.
Aspetta un momento, non è solo nella mia testa.
Mi volto di scatto verso le scale, precipitandomi verso il corrimano sento il mio cuore perdere un battito quando il richiamo mi investe ancora e vedo una testa biondo platino lampeggiare mentre il suo possessore sale le scale.
-Chi è?- sento una voce alle mie spalle.
-So io chi è- dice Harry rabbuiandosi. –Malfoy- aggiunge poi, poco lontano da me.
Sì, è Draco Malfoy.
Mi getto di lato, in mezzo ai miei compagni, scivolando velocemente tra di loro, prima che qualcuno possa fermarmi. Un sorriso si apre sulle mie labbra mentre scendo in fretta le scale, diretta verso la voce che mi chiama, ignorando i lamenti di chi mi lascio alle spalle.
-Mary- sento ancora la sua voce, qualche piano più sotto al mio, sembra aver perso di intensità, come se si fosse arresa.
-Sono qui- grido io, continuando a scendere, mentre sento diversi passi segui. L’ilarità che mi ha contagiata esplode, quando con una risata divertita corro attraverso un gruppo di Corvonero che si fanno subito da parte, mentre inizio a sentire i suoi passi che riecheggiano al piano inferiore.
Quando finalmente i nostri sguardi si incrociano i nostri passi aumentano di intensità spingendosi al limite e i nostri occhi ritrovano una nuova luce, come se avessero eliminato un velo che ci separava. I suoi denti si scoprono dritti e bianchi in un ghigno molto diverso dal solito, ma capace di far affiorare nella mia mente un forte senso di familiarità. Non riusciamo, o forse non vogliamo, fermarci e in un battito di ciglia ci troviamo entrambi stretti in uno di quegli abbracci che sembrano quasi l’unica soluzione per restare vivi.
Ci siamo solo noi.
Dopo tanto sento che siamo noi, senza maschere, senza che nessuno possa cambiare il ruggito del leone che esplode nel mio petto.
Non posso più fuggire da questa sensazione.
Sento i miei piedi sollevarsi da terra e in un istante diventa tutto più reale, mentre il ragazzo inarca indietro la schiena, sospirando di sollievo, per poi riportarmi a terra.
-Scusa- dico senza pensare. –Scusa se sono stata una vera idiota- sciolgo l’abbraccio, lasciando scivolare i miei occhi sui suoi che, sotto la luce delle torce, sembrano quasi colati d’oro. Il suo volto si acciglia, ma il sorriso non riesce a lasciare le sue labbra.
L’amore mi serve, ora più che mai.
-Cosa stai…- cerca di dire, il fiato ancora affaticato dalla lunga corsa, come il petto che si alza e si abbassa velocemente. La mia mano è più veloce delle sue parole e immediatamente si stringe sulla sua cravatta verde argento, impeccabilmente annodata, tirandolo verso di me, affinché le nostre labbra si incontrano e la sua anima di menta possa trovare la mia.Salve gente!
Sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!
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Mary Lloyd e il Voto Infrangibile
Fanfiction(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male) Un nuovo personaggio è entrato a far parte della leggendaria storia ed ora, che è sempre più forte e consapevole delle sue capacità, sarà impossibile uscirne! Buoni e cattivi, ma è così semplic...