Domande

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-Dove stiamo andando?- domando al ragazzo che ancora stringe la mia mano. Ci siamo appena intrufolati dietro un quadro che non sapevo nascondesse un passaggio segreto, sotto gli occhi stanchi dell’uomo che vi è raffigurato sopra.
-Al quinto piano- risponde Draco nello stretto corridoio buio, in cui apre immediatamente un lungo rettangolo sul corridoio del piano che ha appena nominato. –Da Boris il Basito- specifica quando usciamo alla luce dolce e aranciata che le finestre proiettano nel corridoio.
-Chi?- domando sorridendo al ragazzo che si è fermato, leggermente confusa.
-Lui- indica una vecchia statua situata vicino ad un muro. Il ragazzo lascia lentamente la mia mano avvicinandosi al mago di pietra con passo leggero, non attira lo sguardo dell’uomo fino a quando non dice la parola d’ordine. –Muschio bianco- fa sicuro, mentre lo affianco. –Vieni- mi dice, muovendosi verso sinistra, fino a raggiungere la quarta porta sulla sua strada, che apre senza problemi. Lo seguo all’interno della stanza sfilando sotto gli occhi del mago in pietra che non dice una parola, scomparendo alla mia vista quando Draco richiude la porta. –Benvenuta nel bagno dei Prefetti- dice poi dolcemente.
Una luce flebile e calda si accende lentamente, rivelando ai miei occhi una stanza completamente rivestita di marmo bianco e dettagli dorati, come gli eleganti rubinetti sui lati di un’enorme vasca interrata che hanno incastonati delle pietre preziose, ognuna di un colore diverso. -È bellissimo- ammetto, guardandomi intorno. –Non ero mai stata qui- dico guardando con attenzione il grande lampadario appeso al soffitto che pian piano diventa sempre più luminoso.
-Ha ancora qualche vantaggio essere stato un Prefetto- alza le spalle appoggiandosi a uno dei lavandini di marmo attaccati al muro, dietro i quali mi riflette un enorme specchio. La mia figura contrasta con l’ambiente chiaro e pulito che mi circonda, ricordandomi di essere coperta di cenere  che macchia i miei vestiti, il mio volto e i capelli arruffati. –Come lo ha avere amici che lo sono ancora- continua tranquillo, mentre mi avvicino a lui stringendo le sue mani, una ormai già sporca di fuliggine come le mie. Il ragazzo si china verso di me e istintivamente ci scambiamo un piccolo bacio che fa storcere il naso ad entrambi per il gusto lasciato dalla cenere della Metropolvere sulle mie labbra. Il ragazzo fa uno strano verso di disgusto, allontanando il viso e deglutendo a fatica.
Ridacchio, cercando di non fare troppo caso al gustaccio che mi è rimasto in bocca. –Scusami, non ci ho pensato- dico divertita, prima che il silenzio torni tra noi e i ragazzo mi faccia un piccolo sorriso forzato, forse ancora per il gusto fastidioso, forse perché sa bene di cosa voglio parlare. –Draco…- dico dopo qualche secondo, mentre anche il Serpeverde cerca di parlare.
-Vuoi fare un bagno?- domanda in fretta, cercando di tergiversare. Scuoto la testa e il ragazzo sembra intristirsi, non essendo riuscito a distogliermi dalle mie idee.
Anche lui vuole saper cosa è accaduto quella notte, ma forse ha paura delle risposte che gli potrei dare.
-Per adesso vorrei solo parlare- stringo più forte le sue mani, quasi inconsapevolmente.
-Certo- annuisce tranquillo. –Sediamoci- mi conduce fino alla profonda vasca, per ora prosciugata. Mi sfilo il pesante mantello, prima di sedermi sul bordo della vasca affianco al ragazzo, con i piedi a penzoloni. –Come facevi ad essere lì?- domanda lui immediatamente.
-Mi hai visto chiaramente?- domando io di rimando.
-Non esattamente- scuote la testa. –Eri solo una figura nell’ombra, appena visibile- continua, aggrottando le sopracciglia. –Ma si capiva che eri tu, si distingueva il colore dei tuoi capelli e il tuo profumo era inconfondibile- distoglie lo sguardo dal mio. –È stato come quando si entra in una stanza in cui ci sei tu, quasi si può sentire la differenza- i suoi occhi tornano nei miei per un lungo istante di silenzio. -Il Signore Oscuro ha lanciato quell’incantesimo e improvvisamente la tua energia era palpabile, come ha fatto a portarti lì?-.
-Non è stato lui- dico scuotendo la testa. –Ti ho già parlato delle mie meditazioni, no? Ti ho detto che è come se potessi lasciare il mio corpo e spostarmi- il ragazzo annuisce, tenendo gli occhi fissi nei miei. –Bhè…stavo meditando anche quella notte e lo avevo fatto nei giorni precedenti- dico nervosa. –Io venivo a Villa Malfoy per vederti, anche se inizialmente non era quello il mio scopo- non riesco più a mantenere il contatto visivo e decido di tralasciare qualche dettaglio per il momento. -Quella notte c’era qualcosa di diverso e non riuscivo a trovarti, ma ero certa che tu fossi lì- continuo, senza lasciargli il tempo di parlare. –Così ho pensato che fossi in quella stanza e ho trovato una specie di resistenza, non ci ho pensato e ho insistito per entrare nella stanza. Alla fine ci sono riuscita ed eravate lì…tu, Piton, Voldemort e tutti gli altri- scuoto la testa. –Non so come ho fatto, ma Piton mi ha detto che tentato una Materializzazione- sospiro, osservando preoccupata il ragazzo. Quando ho nominato l’ex Pozionista ha fatto una smorfia e mi ha guardato torvo.
-È stato congedato quasi immediatamente- fa gelido. -È venuto da te?- annuisco e la sua postura diventa subito più rigida. –Lo ha mandato lui-.
-Lo immaginavo- sospiro.
-Non saresti dovuta venire, è troppo pericoloso- lo dice senza muovere un muscolo, ma dal tono  della sua voce è chiaro che è nervoso. –Hai detto che inizialmente non venivi per me- dice poi, guardandomi dritto negli occhi. –Cosa volevi fare?- i suoi occhi hanno un fremito come se volessero assottigliarsi, ma cercassero di trattenersi.
-...- tentenno. –Io…volevo spiarti, in un certo senso- abbasso gli occhi. –Spiare Voldemort e scoprire cosa esattamente vuole che tu faccia- dico, quasi trattenendo il respiro.
Non ottengo risposta, quindi decido di guardare il ragazzo con la coda dell’occhio. Vedo il suo petto muoversi velocemente, prima che lui scatti, voltando il suo corpo verso di me. –C’è una ragione se non te l’ho voluto dire!-.
-Lo so, mi dispiace Draco- torno a guardarlo, senza sapere bene cosa dire. –Davvero-.
Il ragazzo sospira e appoggia i gomiti alle ginocchia, guardando altrove, mentre il silenzio cala tra noi. La luce che viene dall’esterno si affievolisce sempre di più, mentre quella delle candele sembra crescere di intensità, cambiando le ombre prodotte dai nostri corpi sul marmo bianco.
-Sei arrabbiato?- domando, osservando il profilo serio del Serpeverde intento ad guardare il fondo pulito della vasca. Alza le spalle scuotendo leggermente la testa, ma sono certa stia mentendo. –Vuoi fare un bagno?- domando nervosa, nel tentativo di riparare ai miei errori.
A Draco sfugge un sorriso. –Va bene- dice dopo poco tornando a guardarmi. –Ma non sono arrabbiato, vorrei solo che ti fidassi di più di ciò che ti dico-.
-Io mi fido di te- istintivamente cerco la sua mano che se non mi fosse venuta in contro non avrei mai raggiunto e stretto. Le sue dita sono fredde come sempre, ma lo sguardo che il ragazzo mi rivolge e dolce e caldo. –Tengo a te e ho paura per te, più di quanta spesso ne abbia per me stessa-.
-Per me è la stessa cosa- dice in un sussurro. –Per questo non voglio che tu sappia cosa devo fare, sarebbe una sofferenza inutile-.
-La sarà comunque- alzo le spalle. –Da ciò che ho capito, se riuscirai soffrirò e se non riuscirai verrai punito e ne soffrirò- mi avvicino di più al ragazzo, lasciando scivolare la testa sulla sua spalla, mentre i miei occhi si perdono sulle vetrate. Il ragazzo sembra voler dire qualcosa, ma subito si ferma e stringe con più forza la mia mano.
-Non posso- dice dopo qualche secondo.
-Va bene- annuisco io, ricambiando la sua stretta, posando anche l’altra mano sul suo braccio. Non voglio insistere su questo e rovinare ciò che resta del tempo che possiamo rimanere insieme. –Apro l’acqua- dico dolcemente, lasciando gradualmente andare la sua mano, prima di alzarmi in piedi, imitata subito da lui. Guardo i rubinetti dorati e con un piccolo movimento della mano faccio muovere le manopole sui loro lati, lasciando che acqua calda e colorata scivoli nella vasca da bagno, mentre si creano bolle di sapone dai mille riflessi, accompagnate da profumo di muschio.
-Hai altre domande?- chiede lui, attirando la mia attenzione. –Vorrei lasciare l’argomento fuori dall’acqua- continua, quando mi volto ad osservarlo.
-Solo una- dico al ragazzo che si è già disfatto della giacca e si sta sfilando il maglione scuro a collo alto. –Ti ha fatto del male?- domando seria quando posso guardarlo negli occhi. –Quando me ne sono andata-.
-No- scuote la testa lui. –Ha solo iniziato ad insistere, voleva sapere cose su di te e sulle tua capacità- alza le spalle. –Ma non gli ho detto nulla, oltre che ti alleni tanto e sei sempre stanca, ma non ho fatto parola delle meditazioni- continua. –Ma Piton non so cosa gli abbia raccontato-.

Ecco un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere!
Ho il timore che sia un pò innaturale il comportamento di Mary e Draco, secondo voi?

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora