Durmstrang - Parte seconda

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Mi lascio cadere sul letto esausta, sotto i versi grati di Shadow che era stato sistemato vicino alla porta della mia piccola camera, a suo parere troppo lontano dal triste fuoco che fatica a rimanere acceso. Stringo il mantello a me, rannicchiandomi sul duro materasso, prima di sbirciare verso il falco che si è appollaiato sulla cornice del camino.
Un rumore sordo fa tremare la porta della stanza e mi costringe a spostare lo sguardo verso l’entrata. Velocemente mi alzo dal letto, abbandonandovi sopra il pesante mantello che mi dava calore, e mi avvicino alla porta fino a che la mia mano non raggiunge la fredda maniglia di ferro.
Passo una mano tra i capelli prima di aprire la porta, pettinando le lunghe ciocche disordinate.
-Tutto bene?- domanda Kingsley immediatamente, ancora prima che io riesca a riconoscere la sua figura.
-Certo- alzo le spalle, istintivamente. –Sono passati solo dieci minuti da quando…-.
-La prudenza non è mai troppa- dice lui con voce tranquilla, indicandomi con una mano il corridoio. –Vuoi visitare la biblioteca?- domanda poi. –Il Preside ha insistito molto-.
-Ehm…-tentenno impreparata. –Certo- aggiungo controvoglia, tornando sui miei passi per recuperare il mantello abbandonato sul materasso coperto dalle lenzuola grigie.
Non mi sembrerebbe corretto protestare per rimanermene chiusa in camera, con il rischio di inimicarmi il Preside o l’intera scuola.
-Mi dispiace, devi essere stanca dopo il viaggio, ma non ci tratteremo a lungo- continua lui, mentre lo raggiungo. –Purtroppo dovremmo passarci qualche ora o il tempo necessario a dimostrare che non si tratta di una visita senza scopo- aggiunge, mentre mi chiudo la porta alle spalle e iniziamo a camminare per il tetro e spoglio corridoio. Niente a che vedere con ciò a cui sono abituata ad Hogwarts, dove i corridoi sono spesso affollati e le pareti piene di quadri, arazzi e statue.
-Immagino che agli occhi del Preside sembrerei una perditempo altrimenti- sospiro, stringendomi nel mantello.
-In un certo senso sì- dice il mio accompagnatore. –In molte delle scuole saremo solo di passaggio per raggiungere le nostre mete principali, ma è meglio che non ne abbiano la completa certezza- dice gentilmente l’uomo. –Ma ogni luogo credo possa insegnarti qualcosa, o non credo che il Preside ti avrebbe esposta a un viaggio tanto lungo solo per mantenere le apparenze, sono tempi duri e lo sanno tutti- si fa molto più serio.
-E quali sarebbero queste “mete principali”?- domando curiosa, ignorando il suo tono tetro.
-Queste sono informazioni che non sono autorizzato a darti fino alla partenza per le mete stesse- la sua risposta fa aggrottare le mie sopracciglia e sfilare i suoi occhi in uno sguardo divertito. –Mi dispiace, ordini di Silente-.
-Certo- distolgo lo sguardo da lui, portandolo sui miei piedi che si muovono velocemente sulla dura pietra.
Che differenza fa?

Sfoglio lentamente le pagine di un libro, annoiata e controllata a vista dall’Auror.
Niente di nuovo.
È passata più di un’ora, ma non ho trovato lo straccio di un’informazione in questa piccola biblioteca, così come gli studenti che sono passati di qui. Tra maschi e femmine si posso contare sulle dita di una mano quelli che sono venuti a prendere o restituire libri. Tutti loro mi hanno guardato con sguardo interessato e incuriosito, ma meno invadente di quello dei francesi.
Sospiro chiudendo l’ennesimo libro, privo di materiale interessante. Ogni libro inglese contiene nozioni contrastanti tra loro, lasciandomi solo una grande confusione.
Ovviamente mi è stata proibita la consultazione di libri sulle Arti Oscure che sono sorvegliati da Kingsley in persona, seduto al mio fianco.
-Sicuro che quelli non posso leggerli?- domando, gettando l’ultimo libro sulla pila molto alta di quelli inutili.
-Non è il caso- dice lui, rilassato.
-Allora direi che possiamo anche andarcene- sbotto, leggermente infastidita, come può essere sempre così calmo? –Non c’è nulla di utile qui- alzo le spalle.
-Va bene- fa lui, prima di agitare la bacchetta così che i libri fluttuino ai loro posti. –Abbiamo passato abbastanza tempo qui-.
Mi alzo dalla scomoda sedia sospirando, spero che questo viaggio non si riveli solo una perdita di tempo. Credevo avrei vissuto esperienze uniche e coinvolgenti, non passato il tempo a sfogliare vecchi libri mangiati dalle termiti.
Ed è possibile che ci siano così poche persone qui dentro? I corridoi non posso sempre essere così vuoti e silenziosi.
-Potter? Tu effere sorella di Harry Potter?- domanda improvvisamente una voce alle mie spalle. Lentamente mi volto, insieme a Kingsley, per comprendere da dove provenga la voce che mi ha chiamata.
Un gruppo di quattro studenti è davanti a noi, quasi sull’attenti, capitanato da un ragazzo dall’aria familiare che mi osserva interessato. Tutti e quattro hanno i capelli scuri e la pelle molto pallida, tanto da ricordarmi il Professor Piton, anche se il loro colorito sembra molto meno malato.
-Sì- rispondo dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, non mi sono minimamente accorta che si erano avvicinati, eppure sono tutti molto alti e dalla stazza direi anche pesanti. –Sono io-.
-Viktor Krum- fa lui serio, tendendomi la grande mano. Una lampadina si accende nel mio cervello, ecco dove lo avevo visto, Harry mi ha mostrato una fotografia di Diggory in cui comparivano anche lui e Fleur.
-Certo- dico senza potermi trattenere, prima di allungare la mano per stringere la sua. –Non chiamarmi Potter, solo Mary, per favore- aggiungo veloce, prima di rimanere nuovamente sorpresa per un suo gesto. Viktor si è piegato sulla mia mano, baciando le nocche con delicatezza.
Bruscamente ritraggo la mano senza poterlo evitare, avvicinandola al petto con sguardo interrogativo, che il ragazzo si stupisce di vedere sul mio viso.
-Hermione mi ha detto che siete galanti, ma…- mi sento leggermente a disagio, notando il suo cambio di espressione quando nomino la ragazza. –Ti assicuro che non è necessario-.
-Tu conoscere anche Herr-Mioni?- la voce sognante.

Revisione: Francesca

Salve gente! 
Giuro che il prossimo capitolo sarà interessante perchè finalmente succede qualcosa!
Ma per ora, cosa mi dite di questo?

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora