Verso il secondo piano

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-Non dirmi che anche tu ora credi che il libro abbia qualcosa di strano, come dicono Hermione e Ginny- fa Harry contrariato. -Hanno già controllato e non hanno trovato nulla- dice, cercando di strapparmi il vecchio libro di Pozioni dalle mani, prestatogli da Lumacorno, grazie al quale ha vinto la Felix Felicis. Il ragazzo deve avermi sottovalutata, la sua espressione si perde quando con uno scatto riesco a impedirgli di riprenderselo.
-Non ho detto nulla di simile- alzo le spalle, controllando meglio il testo, pieno di appunti in nero. -Ho solo l’impressione di avere già visto da qualche parte questa scrittura- chiudo il libro, passandolo al ragazzo, prima di rilassarmi sul divano rosso della Sala Comune. -Mi è familiare, ecco tutto, ma probabilmente è solo un caso- gli sorrido, mentre ripone il libro nella borsa, al sicuro dagli sguardi inviperiti che Hermione gli lancia.
-Non hai lezione con Silente?- domanda poi lei, come se volesse liberarsi di me, appoggiandosi al bracciolo della poltrona che occupa Harry.
-Sì- sospiro, alzandomi faticosamente a sedere. -Ora vado- dico gentilmente, massaggiandomi il collo. Forse, ho commesso un errore ad andare a correre questo pomeriggio, credevo mi avrebbe aiutata a distendere i nervi, ma mi sento solo peggio di prima. Almeno sono riuscita ad allenarmi un po' per la lezione di questa sera.
-Buona fortuna- fa lei, mentre mi muovo verso il quadro.
-Se Piton diventa troppo gentile c’è qualcosa sotto, quindi scappa- fa poi Ron divertito.
-Non credo di correre questo pericolo- scuoto la testa sorridendo, prima che il quadro si apra per me. Appena fuori dalla Sala Comune mi chino, notando il laccio sciolto della scarpa sinistra che balla agitato sul pavimento.
-Credete che dovremmo dirlo a qualcuno?- sento la voce di Hermione dall’interno della stanza. -Insomma, non credo abbia dormito questa notte- continua la ragazza e nonostante la mia scarpa sia di nuovo in ordine non riesco ad alzarmi, immobilizzata dimentico quasi di respirare per poter sentire la sua voce. -Sembrava a pezzi quando si è alzata e non so se lo avete notato, ma a cena non ha mangiato molto- fa una breve pausa, cercando sostegno. -No? Io lo ho notato-.
-Me ne sono accorto, Hermione- fa Harry un’istante dopo. -Cosa vorresti fare? Non possiamo forzarla a mangiare se non se la sente, sai anche tu cosa ha visto, è normale che non riesca a dormire, o a mangiare- qualche tonfo mi suggerisce che si sono mossi. -Oggi è anche andata a correre, non credo stia tanto male se lo ha fatto-.
-Sì, ma lei corre sempre…- cerca di contestare lei.
-Hermione penso lo abbiano notato tutti, a chi dovremmo dirlo?- la voce di Ron si ode a fatica. -Non credo che la cosa piaccia a lei- lo sento grugnire. -Lasciala stare, Fred e George mi hanno già minacciato quando sono venuti alla Tana, dicono che se la mettiamo a disagio mi esilieranno dal loro negozio-.
-Questo mi sembra più importan…-la voce di Hermione si interrompe improvvisamente quando il quadro della Signora Grassa si chiude alle mie spalle. Con un sospiro mi alzo e inizio a scendere le scale, per raggiungere il secondo piano, dove dovrei trovare i due gargoyle per accedere all’ufficio di Silente.
Probabilmente Hermione ha detto quelle parole in buona fede, ma purtroppo questo non cambia il fatto che mi abbia punta sul viso.
“Perché è la verità”.
Senza alcun dubbio.
Sto effettivamente iniziando a ricadere nelle vecchie abitudini e non posso lasciarmi condizionare da un sogno incompleto, se pur terrificante. Certo, senza i gemelli è più difficile fare attenzione a quanto mangio.
-Mary?- la voce di Draco mi riscuote, bloccando ogni mio muscolo. Quando alzo gli occhi mi specchio in quelli grigi e vivi di Draco Malfoy, in piedi in fondo alla scalinata.
-Hey- lo saluto, scendendo gli ultimi scalini, approdando al sesto piano. -Che ci fai ai piani alti Serpeverde? Così inizi a farmi credere che sia tu a seguire me- lo stuzzico, anche se forse dovrei evitarlo.
-Beccato- dice, senza staccarmi gli occhi di dosso, ma alzando le mani, come in segno di resa. -A dire il vero stavo pensando di uscire a fare una corsetta al tramonto- ammette. -Ho pensato che magari saresti volentieri venuta con me- strizza un occhio verso di me, proprio mentre un paio di ragazzine ci passano vicino ridacchiando.
-Non è un po' tardi, ex Prefetto?- lo guardo, inclinando la testa. -Tra non molto scatterà il coprifuoco, o sbaglio?-.
-Uscire a correre di notte non sarebbe più eccitante?- fa di rimando. -Il brivido della trasgressione no?- domanda, ghignando leggermente.
-Forse- gli concedo, prima di superarlo e scendere un’altra scalinata. -Proprio non posso però, sono già impegnata per questa sera- alzo le spalle, imbarazzandomi leggermente, sicura che il ragazzo si stia sforzando per mostrarmi che le cose tra noi possano ancora funzionare. Effettivamente, sono certa che passare troppo tempo in sua compagnia non possa che farmi perdere di vista le mie decisioni.
-E cosa devi fare a quest’ora?- mi guarda scettico. -Anche se credo che dormire possa aiutarti, hai davvero un aspetto orribile- alza le spalle. -Se vuoi posso aiutarti anche in quello-.
-Grazie per l’offerta- mi volto a guardarlo, sperando di aver ripreso il mio normale colorito. -Però devo proprio andare, mi dispiace-.
-E a fare cosa?- chiede, improvvisamente infastidito, il tono capriccioso.
-Bhè- rimango interdetta dal suo nuovo modo di porsi. -Io non sono sicura di volertelo dire, non sono tenuta a riferirti ogni mio spostamento- incrocio le braccia.
-Ti vedi con qualcuno, non è vero?- chiede, il volto improvvisamente colorito e l’espressione arrabbiata.
-Cosa?- faccio subito io, decisamente sorpresa.
-Bene- si ricompone, tornando serio. -Per me non avresti “tempo”, giusto? Ma era soltanto una scusa, no?-.
-Cosa stai dicendo!- sono contrariata, quasi arrabbiata. -Aspetta- le mie gambe si bloccano, mentre il ragazzo si intrufola infuriato nel dipinto di un uomo vestito di nero, che inizia a brontolare infastidito.
Come può accusarmi di una cosa del genere?
Resto per diversi secondi immobile ad osservare il punto in cui è sparito, come se potessi farlo tornare indietro con la sola forza del pensiero, prima di decidermi a muovermi, imponendomi di non correre dietro al ragazzo, ma continuare per la mia strada.
Raggiungo il secondo piano e i Gargoyle a guardia dell’ufficio con ancora la sensazione di stare facendo la strada sbagliata.

Salve! 
Lo so, va bene, mi merito le vostre maledizioni, ma prima non sono proprio riuscita a postare, ma ora ho la febbre!
Febbre=tempo!
Fatemi sapere che pensate del capitolo e scusate per questo continuo tra e molla, ma è più forte di me! 
A presto!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora