Un parere importante

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-Avanti- suona ferma la voce del nuovo insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure, da dentro l’ufficio situato al secondo piano del Castello. La mia mano si posa sulla maniglia rivelando una stanza più scura di quella che sto lasciando, dove pesanti tende scure coprono completamente la luce grigiastra che le finestre gettavano sulle pareti dei corridoi. Non ricordavo quasi più la sensazione opprimente che Piton è solito dare alle aule in cui insegna o ai suoi uffici, limitando l’illuminazione alla capacità delle candele.
Deve essere deprimente passarci tutto il giorno.
-Buongiorno, Signore- dico subito mantenendo un tono formale, visto che molti studenti si sono riversati nel corridoio per la fine delle lezioni. Non voglio lasciar trasparire i miei pensieri, ma quando porto gli occhi sull’uomo le sue sopracciglia sono già aggrottate.
-Qualcosa non va, Potter?- domanda impassibile, facendomi venire i brividi.
-No- abbasso la testa leggermente a disagio. –Solo non mi aspettavo che la stanza fosse così buia- ammetto ferma in piedi nel cono di luce che la porta lascia entrare nella stanza. –Non che ci sia qualcosa di male- continuo notando che la sua espressione non varia.
È possibile che abbia capito a cosa stavo pensando?
-Chiudi la porta- dice semplicemente, abbassando lo sguardo sulla scrivania a cui è seduto.
-Certo- mi scuoto e faccio ciò che mi dice, dandogli le spalle. Passa una frazione di secondo da quando la porta tocca il suo stipite a quando la serratura al suo interno scatta magicamente. In fretta mi volto verso l’uomo, ora è in piedi, la bacchetta ancora puntata verso la porta.
L’uomo si schiarisce la voce, prima di spostarsi e fare qualche passo nella mia direzione. –Devo parlarti di una cosa- fa serio raggiungendomi e protendendo un mano verso di me. –Il Preside è d’accordo con me e preferirei non rischiare di essere interrotto- motiva la chiusura della porta. –O che qualcuno origli la nostra conversazione- aggiunge serio. –La tua mano- precisa poi, quando i miei occhi si spostano sulla sua pallida e aperta a mezz’aria, che con la luce giallastra delle candele sembra quasi avere un colorito normale.
-Giusto- dico io a disagio, alzando in fretta la manica della divisa e mostrando all’uomo il mio braccio, coperto da piccole e vecchie cicatrici, ma nessuna nuova, lasciata dall’incidente di ieri. –Non è rimasto neanche il segno-.
-Bene- dice lui monocorde, rigirandosi tra le dita fredde la mio mano.
-Cosa è successo?- domando a bruciapelo quando incontro gli occhi neri dell’uomo nella penombra. –Pensavo mi avessi chiesto di venire per sapere di cosa ti volevo parlare- continuo sicura.
-Certo, ci sarà tempo anche per quello- dice lasciando andare la mia mano e indicando la sedia davanti alla sua scrivania. –Siediti- ordina, l’espressione seria e inflessibile. Le mia sopracciglia si aggrottano per il tono di comando e la freddezza che il Professore mi rivolge, ma decido di non contestare e faccio ciò che mi chiede, avvicinandomi alla sedia. –Per favore- lo sento aggiungere dopo qualche secondo, come se si fosse reso conto solo ora di non averlo detto. Mi siedo, dandogli di nuovo le spalle e lo sento prendere un respiro che perca di nascondere. –Posso…- fa la sua voce ferma, interrompendosi in fretta, prima che si schiarisca a disagio la gola. –Posso offrirti qualcosa da bere?- domanda poi e alla sua innaturalissima domanda segue il cigolio di uno sportello. –Come dell’acqua?- domanda ancora e nella sua voce traspare il suo sforzo.
Cerco di trattenere un sorriso, indecisa sul fatto che cerchi di prendere tempo o che semplicemente stia cercando un modo per essere gentile. Restando seduta sulla sedia mi volto verso di lui, studiando la sua figura girata di spalle ed intenta a controllare un vecchio armadietto pieno di pozioni. –Grazie, ma non è necessario, sono a posto- subito vedo la sua schiena rilassarsi, mentre l’anta del mobile si chiude con un cigolio.
-Sono spiacente per l’orario, più tardi sono impegnato con alcune questioni- suona sempre fredda la sua voce. –Sei riuscita a mangiare?-.
-No- ammetto io, visto che l’ora per l’appuntamento coincide con quella per la cena. –Forse, mi terranno qualcosa da parte- mentire è più forte di me.
-Ti posso scrivere un permesso per le cucine- dice serio, senza voltarsi verso di me.
-Certo, grazie- rispondo io, mentre la mia gamba inizia a tremare nervosamente e il silenzio cala nella stanza, colmo di indecisione. –Di cosa mi vuoi parlare?- mi faccio avanti io.
-Dell’attacco al treno nel tuo rientro- dice non appena parlo, voltandosi di scatto verso di me, come se attendesse la mia domanda da ore. –La scorsa notte ho parlato con l’Oscuro Signore- dice poi avvicinandosi a me lentamente, fino a che non mi raggiunge, gli occhi scuri e profondi fissi nei miei.
Ha visto Voldemort.
Davanti ai miei occhi lampeggiano quelli rosso cremisi del mago oscuro e la mia pelle si ghiaccia, riempiendomi di brividi.
-Ha fatto del male a qualcuno, immagino- dico in soffio, senza nemmeno capire per quale ragione ho abbassato il volume della voce. –A te?- domando sentendomi improvvisamente in colpa. Vedo l’uomo alzare le sopracciglia, ma non riesco a capire se lo faccia per sottolineare l’ovvio o smentirlo. –Mi dispiace- abbasso lo sguardo. Non mi hanno presa, tutti coloro che hanno fallito e chi avrebbe potuto aiutarli è stato punito? È stato ucciso qualcuno di loro? E la madre di Draco è stata coinvolta? Come potrei spiegargli che per colpa mia sua madre…
La mano di Piton si posa sulla mia spalla strappandomi improvvisamente ai miei pensieri e i miei occhi tornano immediatamente in quelli dell’ex Professore di Pozioni, confusi perché sta scuotendo leggermente la testa. –Era lieto di avere tue notizie- dice monocorde.
Come?
-Con lieto di avere mie notizie, cosa intendi dire?- domando alzando istintivamente il tono, mentre la sua mano lascia la mia spalla e l’uomo si sposta dietro la scrivania, sedendo sulla sua sedia dove i contorni spigolosi del suo viso risaltano alla luce delle candele.
-Sembra che le sue intenzioni fossero lontane da quelle che apparivano scontate agli occhi di molti- continua serio. –Sono stati inviati a cercarti diversi gruppi di Mangiamorte, il loro obiettivo iniziale era intercettarti durante il viaggio per comprendere quali fossero le principali destinazioni, quelle che io non sono stato in grado di fornire al Signore Oscuro. Non era però di suo interesse del ostacolare il tuo apprendimento, quindi ha scelto di concentrare gli attacchi nella fase di rientro- l’uomo congiunge le mani davanti al volto, cercando le parole più adatte. –Ieri ogni possibile via per il tuo rientro era battuta da Mangiamorte, dovevano metterti in condizione di rispondere loro, esattamente come tu hai fatto- gli occhi dell’uomo si assottigliano sulla mia immagine sorpresa. –Il Signore Oscuro preferirebbe valutarle di persona le tue nuove capacità, ma conosce bene i rischi. Era chiaro che più Auror dalle alte capacità ti avrebbero scortata, impiegare troppe forze in un solo attacco sarebbe stato inutilmente deleterio e avrebbe abbassato le possibilità di rintracciarti-.
-Io…- mi sento confusa e cerco di concentrarmi su ciò che è successo sul treno e sulle fiamme che hanno avvolto il mio braccio. –Io ho usato il fuoco, Bellatrix Lestrange mi aveva già vista usarlo, non ho fatto niente di…- inizio ad agitarmi e mi spingo sul bordo della sedia, sgranando gli occhi. –Non gli ho fatto vedere niente-.
-Non ho intenzione di muoverti alcuna accusa- mi rassicura la sua voce, restando fredda. –Non è stato difficile stabilire un salto in avanti delle tue capacità- continua.
-E tu non sapevi che volevano farlo?-.
-Ne ero all’oscuro, l’Oscuro Signore non ha condiviso con me queste informazioni prima della scorsa notte, sarebbe stato inutile coinvolgermi in un piano a cui non avrei potuto prendere comunque parte- i suoi occhi si muovono impercettibilmente sul mio viso. –Ciò che mi ha detto è che è lieto di sapere che i tuoi poteri sono cresciuti, desidera incontrarti- il busto dell’uomo si allontana, appoggiandosi allo schienale e le braccia si abbandonano sui braccioli.
-È un’offerta?- domando subito sulla difensiva. –Perché se è così la risposta è no, non so cosa creda di me o cosa si aspetti che faccia- faccio, mentre la pelle d’oca si fa strada sulle mie braccia. –Ma può anche scordarselo-.
-Si tratta solo di un avvertimento, l’Oscuro Signore sa bene che la mia posizione è delicata e non potrei aiutarlo in questo- fa lui senza scomporsi. –Le misure scolastiche di sicurezza verranno incrementate ulteriormente e durante le visite a Hogsmeade sarai seguita a distanza da un Auror, anche se è preferibile tu non vi prenda parte- continua. –Sono le misure di sicurezza che il Preside ha accettato su iniziativa del Ministero, è chiaro?-.
Annuisco e abbasso lo sguardo sulle mie mani, sono strette in due pugni che hanno reso le nocche molto pallide. –Quando potrò vedere il Professor Silente?-.
-Domani- sentenzia l’uomo. –La mattina, la Professoressa McGranitt verrà a prelevarti-.
-Bene- annuisco ancora. –Grazie- aggiungo lasciando scivolare i miei occhi sul pavimento di pietra scarsamente illuminato. Quanto può aver capito Voldemort da un semplice incantesimo? Può averlo visto scavando nella mente dei suoi sottoposti? Come può fidarsi solo di un ricordo?
-Non c’è altro- il mio sguardo torna sull’uomo, decisamente più rilassato. –C’è ancora qualcosa che desideri dirmi, Mary?- continua poi, notando il mio smarrimento per la sua affermazione.
-Certo- rispondo io, cercando di allontanare i pensieri su Voldemort. –In realtà ora sono due, ma temo non ti farà piacere nessuna delle due questioni- ammetto, seria e determinata.
-Illuminami- appoggia le braccia sulla scrivania che ci separa, a pochi centimetri dalla cera sciolta delle candele, in ascolto.
-Bene- lascio scivolare le mani sulla divisa, nello scarso tentativo di calmare i miei nervi. –Durante il mio viaggio mi è stato detto che avrei dovuto risolvere i miei conflitti se avessi voluto migliorare le mie capacità- continuo. –E non ho dubbi che questo possa aiutarmi a controllare meglio i miei poteri-.
-E io sarei legato ad una di queste?- domanda interrogativo. –O forse a due?-.
-No- mi affretto a precisare. –Sono, però, sicura che lei potrebbe aiutarmi a risolverne una e penso sia giusto informarti sull’altra- faccio una breve pausa, cercando una conferma nel suo sguardo che rimane impassibile, quindi mi decido a continuare. –Preferisco iniziare da quella su cui vorrei solo informarti, più che altro per correttezza- una delle sue sopraccigli si alza, mentre io prendo un respiro. –Io e Draco abbiamo deciso di…- la frase che nella mia testa era piuttosto semplice ora sembra impossibile da pronunciare, sotto il suo sguardo severo. L’imbarazzo segna le mie gote di rosso, scaldando il mio corpo.
-Lo so- la sua voce glaciale mi colpisce come un pugno nello stomaco. –I pettegolezzi viaggiano molto in fretta in questa scuola e il vostro piccolo spettacolo di ieri sera si è diffuso in fretta- continua, gli occhi stretti e l’espressione quasi disgustata.
-E cosa ne pensi?- domando abbassando lo sguardo.
-Conosci bene la mia opinione in merito- fa freddo. –Non hai però bisogno della mia approvazione su queste questioni-.
-Mi fare piacere averla- alzo la testa decisa. –Per me è diventato abbastanza importante sapere cosa pensi ultimamente- mi agito.
-Non si direbbe- ribatte lui impassibile. –Non puoi avere la mia approvazione su questo così come non la darei a Draco, finirete entrambi per farvi uccidere-.
-Non lo permetterei mai!- mi alzo in piedi di scatto, spostando rumorosamente la sedia indietro. Immediatamente mi blocco, l’uomo davanti a me è rimasto tranquillo, forse non è stato accomodante ma non posso costringerlo a pensare come me. –Scusa- mi irrigidisco subito, puntando gli occhi nei suoi. –Mi dispiace veramente- continuo sotto il suo sguardo serio, prima di tornare seduta. -È più forte di me- scuoto la testa. –Probabilmente non vorrai saperlo e non ti interesserà, ma…-.
-Allora non dovresti dirlo- dice serio, ma calmo.
-Credo veramente di amarlo- decido comunque di parlare, trovando nell’uomo una reazione che non mi sarei mai aspettata. Fino ad adesso è rimasto piuttosto serio, ora ha alzato gli occhi al cielo sbuffando, prima di rivolgermi uno sguardo ammonitore.
-Avete solo sedici anni- dice tranquillo, la voce più calda rispetto a prima. –Non posso impedirvi di provare ciò che provate o ciò che credete di provare e non posso approvarlo, ma se avrò la possibilità di evitare che vi uccidiate l’un l’altra farò tutto ciò che è in mio potere- mi guarda con convinzione.
-Grazie- abbasso la testa, a volte fatico veramente a riconoscere l’uomo che mi sta seduto davanti. –Posso chiederle una cosa su Draco?- riporto gli occhi su di lui, cogliendo la sua espressione esasperata, ma presto lo vedo acconsentire, quindi mi faccio coraggio. –Da quanto tempo lo conosci?-.
-Da sempre- risponde immediatamente. –Lo ho visto nascere e questa è una delle ragioni per cui non voglio vederlo morto- continua a precisare, ma non posso biasimarlo, infondo sapevo che non avrebbe accolto la notizia a braccia aperte.
Devo rischiare, l’uomo davanti a me mi sta parlando come mai ha fatto prima e potrei rovinare ogni cosa, ma devo sapere.
-E sai cosa Vo…- mi blocco non appena il suo sguardo fulmineo si assottiglia. –Tu-Sai-Chi vuole che lui faccia?- mi correggo.
-Tu cosa pensi?- il suo sguardo indagatore mi scivola addosso.
-Nulla, ma sono certa che voglia che faccia qualcosa- dico, sentendomi in ansia. –Insomma, non può averlo reso un Mangiamorte, solo per dimostrarmi di avere potere sulla loro famiglia-.
-Come siamo perspicaci- fa Severus Piton ironico, appoggiandosi nuovamente allo schienale. –Cosa ti ha detto Draco?- domanda poi.
-Nulla- scuoto la testa, vedendo i suoi muscoli che si rilassano. –Non vuole dirmi nulla, ma sono certa che mi stia nascondendo qualcosa-.
-Ed è giusto così- sentenzia lui. –Ti consiglio di restarne fuori, se fallirà potrebbe farsi molto male, ma se non accadesse, probabilmente saresti tra i primi a soffrirne- fa serio. Vorrei aggiungere qualcosa, ma preferisco tacere davanti alle sue parole. Era ovvio che fosse così, ma forse non volevo darmi pervinta all’idea di non poter far nulla.
Vorrei solo saperlo.
Forse non lo posso aiutare, ma se solo potessi alleggerire il suo peso.
-Quindi- la voce del Mangiamorte dai capelli scuri attira il mio sguardo, strappandomi di nuovo ai miei pensieri. –Il tuo rapporto con Draco era uno dei due argomenti di cui volevi parlarmi- dice serio spostano in fretta il discorso. –Il secondo?-.
-Giusto- raddrizzo la mia schiena, prendendo un profondo respiro. –Vorrei parlarle dei mei genitori- ammetto. –So che non le piace l’argomento- mi affretto ad aggiungere notando il suo sguardo contrariato. –Ma ho veramente bisogno di saperne di più, non posso continuare ad andare avanti senza risolvere questo enorme punto interrogativo. Ho bisogno di un parere da chi li ha conosciuti, voglio ascoltare ogni versione e la sua, al momento, mi sembra la più facile da affrontare e capire- dico tutto d’un fiato. -Per favore, non mi dica di no-.
L’uomo sembra combattuto, ma dopo qualche istante annuisce alzandosi in piedi per raggiungere le mie spalle e tornare all’armadietto che ha lasciato poco fa. Sento il tintinnare del vetro e un suo sospiro seguire l’armadietto cigolante, ma scelgo di non voltarmi. –Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma ti avverto che non indorerò la pillola-.
-Non posso chiedere di meglio- concentro il mio sguardo su alcune pergamene disposte ordinatamente sulla scrivania.
-Cosa vuoi sapere?- domanda poi.

Salve gente!
Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho paura che sia un poco innaturale, ma la mia revisionatrice di fiducia mi ha detto che va bene u.u
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora