Ritorno all'Occlumanzia

952 53 4
                                    

-Bene- dice serio l’uomo, seduto dalla parte opposta della scrivania, gli occhi fissi sulla mia scrittura ordinata e decisa, che oggi si è impressa sulle piccole pagine. -Decisamente meglio, ma puoi migliorare- dice a voce più alta per assicurarsi che lo senta, o meglio, lo stia ancora ascoltando.
-Cosa posso fare, Signore?- domando, stringendo le mani sulla tracolla e attirando il suo sguardo freddo su di me. Devo migliorare e voglio farlo, se è Piton a dover decidere se ciò sta avvenendo allora seguirò ogni suo consiglio alla lettera. L’uomo si alza e senza dire una parola mi raggiunge, girando attorno alla scrivania, per mostrarmi il piccolo quaderno, ancora aperto sulle annotazioni di oggi.
-Ecco- punta il dito sulle scritte. -Dovresti mangiare più frutta e verdura- dice, prima di sporgersi sul tavolo e avvicinare inchiostro e piuma, per cerchiare alcuni cibi e annotarne altri. -Con questi dovresti avere più energia, ma ti consiglio di mangiare più spesso- mi guarda torvo, in piedi vicino alla sedia che occupo. -Evita l’alcol- mi fulmina poi con gli occhi. -Ogni tipo- fa serio.
-Va bene- dico, cercando di non rispondere male al suo sguardo e rimanere rispettosa. Riprendo il quaderno che mi porge e lo ripongo nella borsa a tracolla, che ancora non ho avuto il coraggio di togliere. Effettivamente non è facile sentirsi a proprio agio con il Professore Piton, ma sono almeno cinque minuti che sono chiusa qui con lui e per ora nessuno dei due è stato sgarbato. Non va poi tanto male, sono perfino arrivata in ritardo.
-Continua a segnare ciò che mangi- aggiunge, tornando sulla sua sedia, l’espressione sempre seria. -Entro la prossima settimana ti farò avere un piano di alimentazione più dettagliato- congiunge le mani, sopra alcuni fogli. Annuisco alle sue parole, prima di mettere la borsa, ancora sulle mie ginocchia, per terra a lato della sedia. -Direi di proseguire- continua lui. -Potter, vorrei essere chiaro, questi incontri non saranno piacevoli. Ogni prova a cui ti sottoporrò verte a qualificare il tuo livello si salute e resistenza fisica, inoltre, con l’accordo del Preside ho scelto di riprendere a insegnarti Occlumanzia- valuta la mia reazione, restando immobile.
-Mi sembra una buona idea- dico semplicemente, anche se temo che non mi aiuterà a migliorare i rapporti con l’uomo. Però devo ammettere che potrebbe essere più semplice andare d’accordo con il Professore senza Harry che fruga tra i suoi ricordi.
-Per quanto riguarda il monitoraggio delle tue predizioni dovrai assumere ancora la pozione che ti ho dato la scorsa notte, ma potrebbe essere deleterio per il tuo organismo, quindi, ti suggerisco di non tentare di procurartene fuori dalla mia supervisione- tiene gli occhi fissi nei miei con insistenza, come se ciò gli permettesse di leggere il mio pensiero. -È tutto chiaro?- domanda, un sopracciglio inarcato al mio silenzio.
-Sì, Signore- sostengo lo sguardo, senza problemi. Spero solo non mi impedisca di averne, non credo sarà semplice trovare altri modi per dormire, soprattutto ora che non posso più contare sull’aiuto di Draco. Anche se questo stupido litigio, derivato unicamente da sue supposizioni, non credo sia troppo importate e scommetto che presto se ne dimenticherà, non posso più affidarmi a lui. L’unica cosa che otterrei è illuderlo che il nostro rapporto possa tornare come prima.
-Sei pronta?- l’uomo si alza, estraendo la bacchetta nera da una manica del pesante vestito, prima di allungare il braccio amato verso di me.
-Ora?- domando sorpresa, cercando di far apparire la mia espressione indifferente, con scarso successo.
-In ogni istante potresti essere attaccata- continua serio, avvicinandosi. -Uno...- inizia a contare, senza attendere una mia risposta. -Due...- è molto che non mi alleno in questo, sarò in grado di resistere? -Tre...- stringo le dita sul tessuto freddo della gonna della divisa per scaricare la tensione, cerco di scacciare i pensieri e concentrarmi. -Legilimens!- suona chiara la sua voce.
L’ufficio tetro e scuro di Piton scompare alla mia vista, sostituito dal grigio soffitto di nuvole di una triste giornata di mercato in campagna. L’adrenalina mi sta spingendo a correre, le piante dei miei piedi fanno male, ma la pagnotta nella mia mano è ancora tiepida e spande nell’aria un piacevole aroma, capace di coprire le urla che mi inseguono e far brontolare il mio stomaco. L’erba alta, ancora coperta di rugiada, solletica e pizzica le mie gambe stanche.

La forza che ho nelle gambe mi permette di saltare, raggiungendo il primo ramo di un albero nel parco del castello. Subito le braccia si slanciano, raggiungendo altri rami, sempre più alti, sempre più vicini al cielo e lontani dalla terra.
-Mary...- mi raggiunge una voce. -Non vale...-.
-Dovevi...dirlo prima- dico io, issandomi sull’ennesimo ramo, prima di guardare in basso, verso il biondo Serpeverde affaticato che tenta di salire sul primo ramo. -Ti arrendi?-.

Il fischio di una teiera mi riempie le orecchie, lasciando i brividi sulla mia pelle.
-Potter!- la voce di Piton è chiara e limpida, suona fredda, ma allo stesso tempo arrabbiata, mentre davanti ai miei occhi torna a delinearsi il suo ufficio. -Hai dimenticato tutto ciò che ti ho insegnato lo scorso anno?- domanda irritato quando abbasso lo sguardo, reggendomi alla sedia, il fiato corto. Non mi sono nemmeno resa conto di dover fare qualcosa.
-Mi dispiace- dico debolmente. -Possiamo riprovare- alzo subito la testa, sorprendendo l’uomo. -Questa volta andrà meglio, ne sono sicura-.
-L’Oscuro Signore, o chiunque altro, non ti darà la possibilità di tentare ancora- incrocia le braccia al petto. -Dovresti essere in grado di respingere un attacco in qualsiasi momento, ti ho perfino avvertita-.
-Lo so e mi dispiace, ma...- il tono della mia voce è quasi spazientito. Come posso imparare se non mi lascia provare?
-Non ci sono scuse, Potter- sentenzia, mettendo via la bacchetta. -Questo era il primo test e non lo hai superato- chiude il discorso e si sposta verso la porta, lasciando che il lungo mantello scuro fluttui a pochi centimetri da terra. -Seguimi- aggiunge, aprendo la porta e uscendo in corridoio. -Per i prossimi controlli, viste le tue condizioni attuali, ritengo sia più sicuro andare in Infermeria- mi raggiunge la sua voce, mentre lascio la sedia, recuperando la borsa.
Si riferisce al fatto che sto ansimando?
Non è necessario andare in Infermeria.
Lo devo convincere che lasciarmi partire sia una buona scelta, non devo commettere altri errori.

Salve gente!
Scusate se i capitoli sono un pò corti, ma ultimamente ho mille impegni e fatico a scrivere con regolarità! Se solo fossi in grado di scrivere con il pensiero mentre sono in treno sarebbero molto, ma molto, più lunghi e belli.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! In teoria il prossimo è bello lungo! 
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora