Delusione

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Il vento colpisce con forza il mio viso, scivolando velocemente dietro alle lenti rotonde e irritando gli occhi, costretti ad assottigliarsi per poter distinguere le ombre che si stagliano nel cielo scuro, illuminato da lampi colorati.
Urla e scoppi si mischiano, confusi al sibilo del vento.
Una voce familiare sprigiona uno di quegli urli, prima che alcune gocce tiepide colpiscano il mio volto.
Un forte odore di sangue raggiunge le mie narici.
Vorrei urlare.
Urlare a cosa?
È tutto così sfocato alla mia vista.
Gli occhiali tondi e freddi sono scivolati via dal mio naso con l’ultimo colpo di vento.
-Da quella parte- mi raggiunge spaventata una voce familiare, prima di essere spinta con un forte scossone verso sinistra.
“Eleonor” registra la mia memoria.
Un lampo verde esplode, rendendo tutto più chiaro, mostrandomi un occhio azzurro che si fissa su di me, prima di cadere nel vuoto.

Il miei muscoli scattano come molle e prima di avere il tempo di capire ciò che accade, mi divincolo malamente dalla presa di chi tenta di sostenermi, cadendo a terra con un urlo spaventato, forse dal sogno, forse dal risveglio. Colpisco il pavimento di pietra senza poter trattenere un forte lamento, che quasi fatica ad emergere quando il mio respiro si rompe per il forte dolore alla schiena e alla testa.
Un tonfo sordo segue di poco il mio, seguito da un rumore stridente che mi fa stringere gli occhi per la fitta che procura alla mia testa. Senza quasi rendermene conto alzo le braccia sulla testa, per coprire le orecchie ad altri rumori.
-Potter!- alcune voci mi raggiungono allarmate, mentre mi giro su un fianco imprecando a denti stretti e sbattendo le palpebre per abituare gli occhi alla scarsa luce giallastra. A che altezza mi trovavo?
Lentamente metto a fuoco Severus Piton che tenta di tornare in piedi, mentre Minerva e Silente si chinano preoccupati su di me.
-Mary, come ti senti?- domanda la donna sorprendendomi, mentre mi aiuta ad avvicinarmi ad un muro per appoggiare la schiena, permettendomi di raggiungere una posizione più comoda.
-Cosa è successo?- dico ignorando la domanda della donna, prima di riportare le mani alla testa, tormentata da un dolore pungente.
-Sei svenuta- dice serio il Professor Piton, raggiungendo gli altri due adulti, prima di sfilare il piccolo quaderno che mi ha lasciato quest’oggi da sotto il mantello. -Ti sembra un comportamento responsabile?- lo apre davanti ai miei occhi, mostrando le poche righe scritte che consistono nel resoconto della mia cena. -Non è un pasto accettabile-.
-Non avevo appetito- mi incupisco, punta sul vivo. -Ero stanca-.
-Severus, non mi sembra il caso di...- interviene la donna in mio soccorso, ma le parole si spengono nella sua gola alla vista del piccolo quaderno. -Non va affatto bene- sembra delusa la donna. -Albus, hai visto?-.
-Mi dispiace- dico senza rendermene conto, nella speranza di veder sparire quello sguardo, vorrei poter allungare le mani e impedire al Preside di leggere ciò che ho riportato.
Lo sguardo di Silente resta serio anche quando torna su di me, mentre l’uomo vestito di scuro mette via il quaderno, in una tasca interna del pesante mantello scuro. Non ottengo grandi risultati con le mie parole, quindi decido di tentare di alzarmi, come a dimostrare di non aver commesso un grosso errore ed essere ancora in grado di camminare.
La mia impresa si rivela complessa, ma dopo aver ancorato le mani al muro laterale dello stretto corridoio buio, le mie gambe sembrano rispondere meglio e in poco tempo riesco ad alzarmi in piedi, anche se con immensa fatica. Il mio respiro ora è affaticato e la sola idea di dovermi separare dal muro mi da i brividi. -Sto bene- dico più che altro per convincermi, quando la figura scura di Piton cerca di raggiungermi innervosita. -Posso farcela-.
-Non puoi- fa lui monocorde. -Non hai energie, non puoi camminare e se anche riuscissi a fare qualche passo, sverresti prima di arrivare in fondo al corridoio- mi guarda infastidito.
-Mary, dovresti ascoltare il Professor Piton- fa improvvisamente la McGranitt, prima che io possa ribattere. -È il caso di andare in Infermeria- mi si avvicina seria e irremovibile.
-Lo so- abbasso lo sguardo.
-Hai bisogno di riposo, Mary- aggiunge il Professor Silente, posando una mano sicura sulla mia spalla.
Al solo pensiero di rifare quel sogno mille brividi percorrono il mio corpo.
-Lo so...- dico ancora, restando immobile, rasente al muro, mentre il respiro torna normale. -Solo che...- abbasso la voce fino ad un sussurro. -Non voglio più vedere quell’uomo morire-.

-Prendi questa- dice Piton alla luce giallastra dell’Infermeria, dove l’aria è carica di un forte odore di pozioni e disinfettante, porgendomi la piccola fiala. -Non cancellerà le tue visioni- distrugge ogni mia speranza. -Ma non ti potrai svegliare, ti permetterà di riposarti a pieno, domani dovresti stare meglio- continua l’uomo, una volta che ho preso la pozione e ho iniziato a rigirarmela tra le dita. -Ora come ora- il suo sguardo si sposta sulla McGranitt e Silente. -Non è saggio lasciarla partire- fa serio, facendomi quasi sussultare, mentre si allontana dal letto. Vorrei lamentarmi, ma non credo la cosa mi aiuterebbe, quindi mi limito ad abbassare lo sguardo.
-Non saltiamo a conclusioni affrettate, Severus- dice il Preside, piegando le labbra in sorriso che mi tranquillizza. -Sono certo che si è trattato di un caso isolato e non si ripeterà- il suo sguardo si sposta su di me.
-No- mi affretto a dire. -Farò attenzione- il mio sguardo si sposta su Piton, che ancora sembra scettico.
-L’esercitazione di domani non è cancella- ricambia il mio sguardo. -Vorrei potermi ricredere, Potter- dice prima di rivolgere un cenno alle altre due persone e dirigersi verso la porta.
-Minerva, puoi lasciarci- domanda Silente con cortesia. -Vorrei scambiare qualche parola con Mary- sorride alla donna e poi a me.
-Certo- dice subito lei, senza la minima esitazione. -Buonanotte, Mary- dice avvicinandosi e lasciando un bacio sulla mia fronte, prima di dirigersi verso l’uscita.
-Minerva si è affezionata molto a te- dice Silente dopo che la porta si è richiusa alle spalle della donna.
-Lo so, Signore- abbasso lo sguardo sulla piccola pozione che stringo tra le dita.
-Sai, raramente la ho vista così coinvolta nella situazione di un suo studente- mi sorride, sedendosi al mio fianco sul piccolo letto dell’infermeria. -Non fraintendermi, tiene molto a tutti i suoi studenti, ma solitamente non ama dimostrarlo-.
-Temo sempre di deluderla- ammetto. -So di averlo fatto diverse volte- la mano dell’uomo si posa di nuovo sulla mia spalla.
-Sono certo che non è così- stringe la mano, come a volermi confortare, prima che cali il silenzio. -Dimmi, Mary- aggiunge dopo diversi secondi di silenzio. -C’è qualcosa che non va?- domanda gentilmente. -Qualcosa che ti preoccupa, oltre i sogni?-.
-Nulla in particolare- mento, senza quasi accorgermene. -Forse è perché litigo abbastanza spesso con Harry- tento di sviare la conversazione. -Credo sia normale- evito di alzare lo sguardo sull’uomo.
-Posso chiederti quali sono le ragioni per cui non andate d’accordo?- domanda gentilmente, sento i suoi occhi fissi su di me.
-Molte ragioni, spesso non capisce ciò che dico, è come se non mi ascoltasse- alzo le spalle, leggermente innervosita. -A volte parla di...una persona che conosco- per poco non nomino Draco. -Dice cose che...non si fida del mio giudizio- alzo lo sguardo su Silente, anche se spero che non cerchi di approfondire il discorso.
-Capisco- mi guarda serio. -Ti riferisci forse ad uno studente in particolare di questa scuola, con cui hai stretto un forte legame-.
-No- dico forse troppo forte, arrossendo violentemente e facendo ridere l’uomo.
-Mary, non temere l’amore- lentamente torna serio l’uomo. -L’amore è importante, ricorda che senza di esso la nostra anima può perdersi- mi osserva con attenzione.
Voldemort vive senza amore, è a lui che si riferisce?

Salve gente! Ne approfitto per farvi gli auguri!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo so, la fine è un pò...casuale? Scusate anche il titolo, non sono molto brava a trovarli ahahah
Fatemi sapere! 
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora