Risveglio nei Sotterranei

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Apro gli occhi, immersa nell’oscurità del dormitorio Serpeverde, appena destata da un sonno dolce e privo di incubi. Resto immobile, preoccupata di poter rovinare il silenzio di questo sabato mattina e il leggero respiro caldo che si infrange sulla mia spalla, appartenente al giovane ragazzo che stringe il suo braccio intorno alla mia vita sotto le coperte.
Draco funziona sempre, anche se avrei preferito avere ancora i miei sogni e assicurarmi che la calma della prima notte non sia stato solo un caso.
Mi decido a muovere lentamente il mio braccio per raggiungere le sue dita lunghe e sottili e coprirle con le mie. Piton ha detto che mi farei solo del male se scoprissi ciò che Draco deve fare per Voldemort, ma se potessi aiutarlo a venirne a capo non varrebbe la pena soffrirne io le conseguenze? Cosa mi farebbe male? È mio fratello l’obiettivo di Voldemort, centra lui con la missione di Draco?
La mano del ragazzo scivola via dalla mia, prima che il suo corpo si rigiri nel letto con uno sbuffo. –Ti ho svegliato?- mormoro al buio, mentre il mio corpo si irrigidisce nell’oscurità a cui i miei occhi si stanno lentamente abituando. Non ottengo alcuna risposta, ma sento il Serpeverde muovere le gambe tra le coperte alle mie spalle e decido di voltarmi lentamente verso di lui. Ora il suo viso è rivolto verso l’alto, la parte destra segnata dalle pieghe del cuscino, l’espressione contratta e il respiro leggermente affannato.
Mi spingo sul materasso con le braccia per mettermi a sedere e avere una visuale più ampia del ragazzo accanto a me, mentre le sue braccia scostano le coperte con un gesto veloce e distratto. Mi mordo le labbra quando noto che il pigiama si stringe sul suo corpo creando delle righe orizzontali, perché in parte incastrato tra lui e il materasso. Sembra quasi un serpente, intento a stritolare la sua preda, pregustando il pasto. Anche le maniche sono storte e in disordine, la sinistra ha scoperto completamente l’avanbraccio, lasciando il bella vista il Marchio Nero che quasi non mi aspettavo di vedere comparire sulla sua pelle chiarissima.
So bene in cosa è coinvolto Draco, ma a volte dimentico che Voldemort ha l’abitudine di marchiare i suoi seguaci come animali. Mi chiedo in quanti come Draco non desiderassero quest’onore, ma a causa della famiglia, della paura o di un ricatto siano stati costretti a farlo.
Sobbalzo intenta ad osservarlo quando con uno scatto mi dà la schiena emettendo un singhiozzo incontrollato, mentre preme la mano destra sul braccio sinistro, appena sopra quella macchia scura, come ad evitare che si possa piegare causandogli dolore. Un nuovo singhiozzo più contenuto segue il precedente, prima che il ragazzo si rannicchi di più nella sua parte di letto. Sicuramente il tatuaggio sta bruciando, forse perché il suo padrone è adirato o forse per il semplice gusto di ricordare ai suoi schiavi i loro compiti.
Il viso del giovane Serpeverde attira la mia attenzione con le sue smorfie. Immagini spaventose devo scorrere sotto le palpebre chiuse per causare un cambiamento così repentino nel suo sonno.
Draco sta avendo un incubo e io sono immobile ad osservarlo, senza sapere cosa fare.
Cosa vorrei che facessero gli altri se mi vedessero avere un incubo?
Vorrei essere svegliata.
Quando ho un incubo vorrei solo svegliarmi e accorgermi che non è reale, il sollievo che a volte può dare un contatto con la realtà è impagabile.
-Draco- sussurro al ragazzo, posando la mano sulla sua spalla per scuoterlo. –Draco- ripeto più forte, ma le mie parole non sembrano avere alcun effetto su di lui. Alzo la testa in cerca di un aiuto, ma le altre figure nei letti del dormitorio non sembrano accorgersi di ciò che capita al loro amico. Nemmeno Zabini e Nott si sono svegliati. –Draco- dico ancora, strattonando i ragazzo più forte, ma la sua espressione si limita a contrarsi in una smorfia di dolore che riporta la mia attenzione verso il Marchio Nero, portandomi a protendermi su di lui.
Devo scuoterlo.
La mia mano è quasi più veloce dei miei pensieri e prima che possa impedirlo si preme su quel tatuaggio in rilievo sulla sua pelle diafana. –Scusa- dicono le mie labbra in un soffio, mentre le mie dita fredde vengono a contatto con quel segno bollente.
Non posso evitare il ragazzo che con uno scatto si mette a sedere lanciando un lamento, subito soffocato dal dolore lancinante che colpisce entrambe le nostre teste, quando si scontrano producendo un tonfo. Entrambi ci portiamo le mai alla testa, ricadendo con un piccolo lamento sul materasso. Impreco sottovoce, come fa Draco, mentre stringo gli occhi, strofinando la mia tempia sinistra. –Stai attenta- la voce del biondo è bassa, ma rabbiosa. –Cosa stavi facendo?- domanda poi scosso, mentre si mette a sedere e io riapro i miei occhi.
-Stavi facendo un incubo- lo imito, facendo forza sugli addominali per portare la testa alla stessa altezza della tua. –Scusa, volevo svegliarti- lo guardo preoccupata, distinguendo i suoi lineamenti nell’oscurità. Per un momento resta impassibile, come indeciso sul da farsi con le parole “ci sei riuscita” impresse sul viso, ma poi le sue spalle si rilassano e lo vedo mentre si sposta verso di me.
-Va bene- dice poco convinta la sua voce mentre la mano procede verso di me a tentoni, cercando e trovando il mio corpo in quella che per lui deve essere ancora un’oscurità accecante. La sua mano raggiunge presto il mio viso e non appena il suo indice sfiora le mie labbra lui si avvicina e mi bacia. Ricambio il suo bacio, ma un rumore metallico invade la stanza e subito ci separiamo voltandoci entrambi in direzione del suono. Blaise Zabini è in piedi davanti alla finestra da cui ora penetra una luce chiara, anche se verdognola.
-Complimenti Potter- esordisce voltandosi verso di noi nel suo pigiama di seta nero. –Sei riuscita a svegliarmi presto il sabato mattina- mi guarda truce, lasciando dondolare un orologio da taschino argentato a mezz’aria.
-Scusa- distolgo lo sguardo infastidita dalla luce, per andare a nascondere il viso nella spalla di Draco che subito mi accoglie, stringendo un braccio intorno alle mie spalle. –Non l’ho fatto apposta-.
-Lascia perdere- fa il Serpeverde stizzito, mentre si avvicina al letto sedendosi con eleganza verso il fondo, appoggiando la schiena a uno dei bastoni di legno scuro che sostengono il baldacchino. Da un letto vicino sentiamo presto delle coperte muoversi e la figura di Nott emergere da esse, il viso serio e i capelli scompigliati.
-Perché se ti svegli tu devi tirare le tende e svegliare tutti gli altri?- fa la voce roca del nuovo ragazzo aggiuntosi a questa scena imbarazzante. –Non potevi girarti e rimetterti a dormire?- domanda secco. Credo di non aver mai sentito il ragazzo parlare tanto a lungo.
-Potrei farti la stessa domanda- risponde con saccenza il ragazzo dalla pelle più scura.
-La luce mi dà fastidio- sputa l’altro.
-E a me dà fastidio svegliarmi e sentire rumore- ribatte Blaise Zabini alzando le sopracciglia scure. –Sapete benissimo tutti quanti che se mi sveglio non mi addormento più, non posso di certo starmene al buio, mentre questi due fanno i piccioncini- insiste.
-Certo- scosta le coperte Nott, alzando gli occhi al cielo e mettendosi a sedere sul bordo del letto. Alzo lo sguardo su Draco e noto che il suo viso è perso verso la luce che penetra dalla finestra, l’espressione tranquilla e rilassata. Sembra non si sia nemmeno accorto del piccolo battibecco tra i suoi compagni di stanza o che semplicemente non gli importi, come se ormai conoscesse già a memoria l’argomento di discussione.
-Andiamo a fare colazione- dice poi improvvisamente il biondo, spostando lo sguardo sul mio. –Siamo svegli, non ha senso rimandare-.
-Che ore sono?- domando io.
-Le nove passate- risponde Zabini con un sospiro, scoccandomi un’occhiataccia.
-E questo lo chiami presto?- mi volto di scatto verso di lui sconcertata.
-Ovviamente- risponde, prima di alzarsi e dirigersi con eleganza verso il suo letto, aprendo il baule scuro ed elegante ai piedi del suo letto. Draco si avvicina a me e lascia un bacio sulla mia tempia, prima di allontanarsi e sedersi sul bordo del letto, tirandosi rigidamente in piedi.
-Qualcuno svegli Tiger e Goyle- si stira la schiena il ragazzo, prima di avvicinarsi al suo baule e aprirlo per esaminare il suo contenuto ordinato. Nott sospira e si alza in piedi spostandosi verso il letto dei compagni che mancano all’appello, da cui proviene un leggero rumore prodotto creato dal loro russare.
Non posso che invidiare la loro fortuna nel poter dormire così profondamente.
Draco appoggia ordinatamente le cose che ieri ha piegato per me sul letto, prima di affiancarle con due camicie, una nera e l’altra verde scuro. –Quale?- mi domanda, alzando gli occhi di scatto su di me.
-Ehm…- muovo lentamente gli occhi da una camicia all’altra, trovandole entrambe troppo eleganti e cupe. –Hai solo queste?- domando, cercando di tirare un sorriso incoraggiante sulle mie labbra.
-Ne ho una bianca- è la sua risposta seria e impassibile. –Credo che però risulterebbe troppo simile alla divisa-.
Il mio sguardo si contrae e istintivamente scosto le coperte per scendere dal letto e raggiungerlo, osservando le due camicie, riposte sulle lenzuola ancora in disordine. Mi mordo il labbro, portando lo sguardo su Draco che mi osserva con le sopracciglia inarcate, in attesa di una risposta. L’espressione assunta dal suo viso mi ricorda vagamente quella di Piton quando è in cerca di informazioni e non desidera ripetere la sua domanda.
Piton.
Minerva.
Silente.
L’incontro con il Preside!
Il mio cuore perde un battito e istintivamente faccio un passo indietro, coprendomi la bocca con una mano. Impreco ad alta voce, gettandomi verso la mia borsa dalla quale strappo i vestiti che mi sono preparata ieri sera, buttandoli sul letto in fretta e furia.
-Non era esattamente la risposta che mi aspettavo- parla il ragazzo, avvicinandosi a me con passo lento e silenzioso.
-Ho dimenticato- dico istintivamente, come se queste due parole spiegassero tutto.
-Cosa?- domanda il ragazzo sedendosi sul materasso, mentre io infilo i jeans, cercando di non cadere a terra mentre salto da un piede all’altro.
-Di Silente- rispondo, quando finalmente riesco ad allacciare i pantaloni e guardare Draco. I suoi occhi sono persi sulle mie gambe per controllare il tessuto, prima che la sua faccia si trasformi in una smorfia schifata per i materiali babbani. –Questa mattina ho un incontro con Silente, Piton mi ha detto che la McGranitt mi sarebbe venuta a cercare- vedo finalmente la sua espressione muta, mentre realizza per quale ragione ho iniziato ad andare su di giri. –Spero vivamente che non sia già andata in camera a cercarmi- mi libero in fretta e furia della maglietta che ho usato per dormire e la getto sul pavimento, per recuperare quella pulita che ho gettato sul letto.
-Non guardarla, si sta cambiando- sbotta improvvisamente il Serpeverde seduto vicino a me, prima di raccogliere qualcosa da terra che prontamente lancia a Blaise Zabini. Mi volto appena in tempo per vedere il ragazzo scansare ciò che gli è stato tirato contro con una risata cattiva, prima che si volti verso il suo letto borbottando qualcosa sul fatto che sia anche camera sua.
Finalmente riesco a infilare la nuova maglia, prima di gettare disordinatamente quella vecchia nella borsa, insieme alla divisa che indossavo ieri, rendendo vani gli sforzi di Draco per tenere in ordine le mie cose. –Sarà meglio se vado- sentenzio, guardando dritto negli occhi il biondo, trovandoli confusi per la mia urgenza a scappare.
-Ci possiamo vedere a pranzo- mi sorride lui, prendendo la mia mano, prima strusciarla contro la sua guancia e baciarla delicatamente.
-Io…- lo guardo, tirando gli angoli della bocca in quello che risulta essere molto diverso da un sorriso. –Non credo di riuscire, io non so quanto durerà- abbasso gli occhi sul pavimento, sotto i miei piedi scalzi. –E dopo dovrò studiare per recuperare le mie assenze- lascio scivolare la mano dalla sua e accarezzo il suo viso contrariato, prima di baciare la sua fronte. –Mi dispiace veramente- dico, raccogliendo la borsa e allontanandomi da lui, diretta all’uscita sotto il suo viso imbronciato. Supero i quattro letti tra Draco e la porta, ignorando lo sguardo stranito che mi rivolgono Tiger e Goyle, ancora assonnati.
-Mary- mi richiama la voce di Draco quando raggiungo la porta. Io tentenno, ma decido di voltarmi verso il Serpeverde, mentre sento Zabini ridacchiare. Lo sguardo freddo di Draco si rivolge verso i miei piedi, prima che la sua testa si inclini leggermente verso sinistra. –Non porti le scarpe- fa serio, riportando gli occhi grigi nei miei.
Abbasso velocemente gli occhi sui miei piedi scalzi sentendo improvvisamente molto caldo, mentre il mio viso si colora di rosso. –Oh-.

Salve gente!
Spero il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora