Bizzarro

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Resto seria e impassibile davanti all'uomo che, freddo e distaccato, sembra prendere degli appunti su una pergamena, come se io non fossi qui. Sono passati alcuni minuti da quando mi ha chiesto di rimanere nell'aula, ma ancora non ha detto o fatto nulla di particolare.
Lo diverte forse farmi perdere tempo?
Stringo automaticamente i pugni, nascondendo le mani dietro alla schiena, al ricordo dell'ultima volta in cui mi sono ritrovata completamente sola con l'uomo. La ferita nel mio orgoglio sembra ancora fresca, nonostante siano passati alcuni mesi. Quel giorno all'Orfanotrofio non sono di certo stata molto rispettosa nei suoi confronti, ma non aveva alcun diritto di alzare le mani su di me.
Medita forse una vendetta?
È probabile. Da ogni suo gesto nei confronti di chiunque io conosca posso affermare con sicurezza che si tratta di un uomo vendicativo.
Mi soffermo ad osservare uno dei quadri alle spalle dell'uomo, nel quale una donna si contorce sotto chissà quale maledizione ripugnante. Cruciatus se non sbaglio?
Una rappresentazione di ciò che vuole farmi? Mi sembra un pò esagerato anche per lui.
Magari tenta di provocarmi, per quanto mi costi ammetterlo quest'uomo mi conosce abbastanza bene e sa che la pazienza non è esattamente un mio punto forte. Potrebbe attendere solo un mio passo falso, così da potermi mettere in punizione, come ha fatto con Harry.
Uno sbuffo sommesso dell'uomo attira di nuovo la mia attenzione sulla sua figura e quando muovo il mio sguardo su di lui, trovo i suoi occhi fissi nei miei, due pozze nere e profonde che se potessero mi inghiottirebbero in un solo istante. L'uomo mi osserva, come a voler studiare il mio atteggiamento e prevedere le mie mosse.
La figura in nero fa per parlare, ma subito serra le labbra, congiungendo le mani davanti alla bocca, come se il gesto rendesse più limpidi i suoi pensieri.
È forse indecisione?
No, impossibile, quest'uomo non è così.
Vorrei parlare e riferirgli che non ho tempo da perdere, come lui spesso fa con me, ma qualcosa mi suggerisce che è il caso di trattenermi. Non farò il suo gioco. Non sono così stupida da cadere nella sua subdola trappola.
-Sono...- l'uomo si decide a proferir parola, abbassando le mani fino a sfiorare la superficie della scrivania. -Dispiaciuto-.
Ecco, lo sapevo, vuole provocarmi ed è...
-Dispiaciuto?- il sussurro sfugge al mio controllo, ma il Professore resta impassibile.
-Non avrei dovuto colpirti- dice serio e pacato, ma qualcosa nella sua voce sembra essere cambiata. Come ha intuito a cosa stavo pensando?
-Io...- rimango interdetta. Cosa dovrei dire?
Severus Piton si sta realmente scusando con me?
Dun tratto un lampo invade la mia mente, riportandomi alla memoria lo strano sogno che feci la notte in cui Silente mi ha lasciato con Harry dai Weasley. Ricordo bene l'uomo che ora siede pochi metri avanti a me, di come le sue parole mi suonassero strane e non posso fare a meno di chiedermi se quel sogno fosse solo frutto della mia immaginazione. Silente si era riferito ad una precedente idea dell’ex Professore di Pozioni.
-Non...- mi trovo completamente persa e l'uomo sembra sorprendersi della mia reazione, così alza un sopracciglio, facendomi leggermente arrossire, per l’imbarazzo di avermi presa in contropiede. -Non fa nulla- riesco finalmente ad articolare qualche parola di senso compiuto, anche se è una bugia ciò che ne risulta.
-È importante, invece- fa lui, tornando impassibile. -Essenziale direi- mi osserva attentamente. -Il mio comportamente non stato professionale nei tuoi confronti, dal primo istante in cui ti ho vista, ho rifletutto su di te il mio risentimento- trovando solo un muro di silenzio, l’uomo sembra innervosirsi. -Sono diversi giorni che cerco un modo semplice per parlarti di questo, ma immagino non ne esista uno-.
Sta realmente dicendo questo? E lo sta dicendo a me?
Non può essere, questo è certamente un sogno. Fino a ieri è stato il solito insopportabile uomo.
-Vorrei che le cose cambiassero- dice serio, guardandomi attentamente, in cerca di una reazione.
-Va bene- dico, quando noto un sopracciglio dell’uomo alzarsi ancora al mio silenzio. La mia voce risulta meccanica e costretta, ma in realtà è solamente sorpresa e confusa.
-Molto bene- esordisce l’uomo distogliendo lo sguardo per riordinare alcuni fogli. -Immagino tu abbia qualche domanda sul mio cambiamento di opinione-.
-Non me lo aspettavo- dico senza pensarci, la voce quasi ridotta ad un sussurro. -Ma forse una parte di me sapeva che me ne avrebbe parlato- dico sinceramente. -È stato il Professor Silente a chiederle di farlo? Lo ha chiesto anche a me e...-.
-Non è stata un’idea del Preside- mi interrompe immediatamente l’uomo, lo sguardo torvo fisso su di me, ma non appena mi sorprendo per le sue parole scontrose, sembra sentirsi a disagio. -Continua pure- i suoi occhi tornano sulle carte che, davanti a lui, formano numerose pile ordinate.
-Non fa nulla- abbasso lo sguardo sulle mie scarpe, sentendomi leggermente a disagio. -Posso solo sapere cosa intendeva quando ha detto di aver riversato su di me il suo risentimento?- domando, attirando di nuovo la sua attenzione. -Si riferiva a mio padre?- azzardo sapendo perfettamente che l’argomento potrebbe farlo infuriare, ma lui rimane inflessibile. -O forse mia madre? So che conosceva i miei genitori e che ha frequentato Hogwarts nello stesso...- la sua espressione ha un fremito che mi scoraggia dal continuare.
-In parte- risponde serio. -Preferirei non approfondire l’argomento- aggiunge, prima che io possa rispondere.
-Capisco perfettamente- dico cercando di apparire il più rispettosa possibile, sentendo l’aria decisamente più pesante.
-Altro?- fa subito, impassibile come sempre, facendomi quasi apparire la sua domanda come una minaccia.
-No, Signore- tento di imitare la sua serietà, convinta che un sorriso non aiuti la situazione come può fare con un altro professore. È così strano avere una conversazione che rasenta la normalità con lui.
-Bene- si alza dalla sedia in legno lavorata guardandomi freddamente, prima di avvicinarsi e porgermi un piccolo quaderno foderato di pelle nera, che estrae da una tasca del pesante mantello scuro. -Segna su questo tutto ciò che mangi- prendo il piccolo quaderno dalle mani lunghe e pallide del Professore, attenta a non sfiorarlo. -Vieni domani sera nel mio ufficio, alle nove- torna dietro alla sua scrivania, scrivendo alcune parole su un foglio. -Vorrei iniziare con una valutazione delle tue prestazioni mentali e fisiche, se ci sarà tempo credo sia anche il caso di iniziare con il monitoraggio delle tue visioni, potrebbe essere utile capirne di più-.
-Certo, sarò puntuale- mi rigiro tra le mani il piccolo libricino, cercando qualche dettaglio nella copertina di pelle anonima.
-Il Professor Silente ti ha avvertita per questa sera?- i miei occhi incrociano subito quelli scuri di Piton. -Allora, puoi andare- dice, subito dopo un mio cenno affermativo, posando la piuma sul legno scuro della scrivania.
Mi avvicino alla porta, leggermente frastornata per ciò che è appena accaduto.
-Potter, ancora una cosa- mi blocco, la mano già protesa verso la maniglia. -Vorrei che venissi da me nel caso ti sentissi male, la tua salute è essenziale per la totale riuscita del tuo addestramento, anche se il problema non ti sembrasse importante-.
-Lo farò- mi volto per annuire, prima di rivolgere un saluto impacciato al Professore ed uscire nel corridoio deserto. -Bizzarro- è la parola che sfugge in un sussurro alle mie labbra, quando mi appoggio alla porta chiusa dell’aula.

Salve! Ecco qui! 
Spero di avervi sorpreso! E spero che il comportamento di Piton non sia sembrato troppo innaturale!
Alla prossima, scusate se ci metto un pò, ma sono giorni un impegnativi :*

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora