Alla Tana - Parte terza

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La mano di Severus si muove lentamente sulla mia schiena, accarezzandola come se potesse influire sui miei respiri agitati e calmarli. –Respira, Potter- dice la sua voce seria, mentre io tengo premuto un fazzoletto di stoffa sul naso, tentando di tamponare il sangue. Cerco di dare retta all’uomo, facendo respiri profondi, preoccupata dall’epistassi che sembra non volersi fermare e il dolore alla testa.
Ho esagerato.
Mi sono spinta troppo in là.
Non riesco a pensare ad altro, ogni volta che vengo distratta i miei respiri si calmano, ma basta un istante perché tutto mi cada addosso di nuovo.
Sono una stupida.
Non ascolto.
Non penso.
E finisco solo per fare disastri.
-Ecco- la Signora Weasley entra nel piccolo salotto vicino alla cucina tenendo stretto uno strofinaccio, riempito con del ghiaccio, come chiesto dal Professore. –Non sarebbe meglio usare Epismendo?- dice preoccupata.
-Non con lei- risponde serio l’uomo, usando la mano che poco fa mi accarezzava dietro le spalle per spingere la mia testa più in basso, ricordandomi di non alzarla, cosa che involontariamente tendo a fare. Alzare la testa verso l’alto mi dà la sensazione che il sangue rallenti, ma l’uomo mi ha spiegato che peggiora solo le cose. –Forse quando si calmerà- continua monocorde, spostando i miei capelli e posando il fagotto con il ghiaccio sulla mia nuca. Dal punto i cui sono seduta posso solo vedere le mie gambe e i piedi delle persone che si avvicinano a me, comprese quelli di Lupin e del Signor Weasley.
Devo essere una delusione per tutti loro.
E se lui riuscisse ad entrare nella mia mente sarebbero tutti in pericolo.
-Possiamo fare qualcosa, Severus?- domanda tranquillo Remus Lupin.
-No- dice lui, semplicemente, mentre io cerco di alzare gli occhi verso di loro, per vederne i visi, senza successo. –Potete lasciarci da soli?- domanda serio dopo qualche secondo. –Devo parlare con Potter di alcune cose-. Sento i presenti annuire e vedo i loro piedi allontanarsi, quelli della Signora Weasley sono i più incerti, ma tutti escono e tornano in cucina. Con la coda dell’occhio vedo Piton agitare la bacchetta, insonorizzando la stanza. –Stavi dormendo, Mary?- domanda più gentile di quanto mi aspettassi.
Scuoto leggermente la testa in risposta, prima di sentire gli occhi pizzicare e la vista offuscarsi. –No- dico, la voce leggermente soffocata dal fazzoletto ormai in parte rosso premuto sul naso. –Non ero in un sogno- ammetto. –Io…io…- balbetto, felice che i capelli coprano il mio volto, visto che una grande lacrima è appena scivolata via, infrangendosi sul pavimento fretto e piastrellato. –L’ho fatto di proposito- dico tutto d’un fiato, trattenendo un singhiozzo che vorrebbe smascherare il mio pianto.
L’uomo sposta lentamente il ghiaccio più in alto con delicatezza, senza dire una parola. Il suo silenzio mi fa preoccupare e un’altra lacrima sfugge al mio controllo, scivolando lungo il mio viso. È arrabbiato?
Prendo fiato nel silenzio, corrugando la fronte per il dolore alla testa che ho la sensazione stia aumentando, mentre trattengo il pianto. -Cosa è accaduto?- domanda indecifrabile, dopo quella che mi è parsa un’eternità.
Stringo i denti sul labbro inferiore, prima di prendere un altro respiro e trovare il coraggio per parlare. –Non so a cosa stavo pensando- dico con la voce tremante. –Per qualche stupido motivo mi sono convinta che avrei potuto spiarlo con le mie meditazioni- inizio a parlare, incapace di trattenermi. –Lo avrei trovato e avrei scoperto cosa voleva fare, ma non lo avevo mai raggiunto. Sono andata fino a Villa Malfoy tutte le sere, ma ormai pensavo fosse inutile…volevo…volevo solo sapere se Draco stesse bene- un singhiozzo mi sfugge e altre lacrime scivolano via, mentre il sangue sembra quasi uscire più in fretta. –Io non pensavo di poterlo trovare lì e non pensavo mi avrebbe vista, facevo così fatica ad arrivare a quel punto che non credevo mi si potesse percepire e…-.
-Mary, basta così- dice tranquillo, mentre un altro singhiozzo mi fa sobbalzare. –Cerca di calmarti- rimuove il ghiaccio, posandolo sul tavolino davanti al divano su cui siamo seduti. Alza il mio viso con un mano e prende il fazzoletto dalle mie mani sporche di sangue secco, tamponando impassibile quello che esce ancora dal mio naso.
-Mi dispiace- non riesco a trattenermi.
-Va bene così- dice semplicemente, puntando poi la bacchetta verso di me. –Epismendo- dice sicuro e l’epistassi cessa immediatamente. –Come ti senti? Sembra abbia funzionato-.
Annuisco, abbastando lo sguardo, quando lascia andare il mio viso.
-Credo che tu abbia tentato una Materializzazione involontaria- dice poi sospirando. –Fortunatamente qui, come a Villa Malfoy, non è possibile farlo e la tua magia ne ha trovata una sufficientemente forte che la fermasse- continua impassibile. –Purtroppo non so dire quanto la cosa sia stata una fortuna, sembra che la fatica che hai dovuto compiere abbia avuto ripercussioni sul tuo fisico- l’uomo si rigira il fazzoletto tra le mani, prima di dargli due piccoli colpi con la bacchetta, uno per pulirlo e l’altro per bagnarlo. -Ti era già successa una cosa simile?-.
-Non esattamente- dico in un soffio, usando il fazzoletto umido per pulire le tracce di sangue dal mio viso. –A volte, se esagero, mi viene male alla testa- ammetto, cercando di calmarmi. –Credo sia solo per la stanchezza-.
-Anche ora?- domanda appoggiando una mano sulla mia fronte. –Non sei calda-.
-Poco- mento, prima che lui punti la bacchetta verso di me.
-Emendo- pronuncia l’incantesimo e immediatamente una forte sollievo mi pervade, facendo rilassare tutti i muscoli che ancora erano contratti.
-Grazie- dico debolmente, ottenendo dall’uomo uno sguardo severo.
-Mi hai fatto preoccupare, Mary- dice poi sorprendendomi per la dolcezza del tono che usa. Si alza in piedi e subito lo imito, guardandolo fisso negli occhi. –La prossima volta che salterai una delle nostre lezioni non sarò così indulgente- dice poi molto più serio e distaccato.
-Non accadrà più- rispondo immediatamente.
-Bene- annuisce lui. –Potremo riprenderle al Castello, se in questi giorni avessi altri problemi fammi chiamare immediatamente- mette una mano sulla mia spalla, sottolineando con la voce l’ultima parola. –Ora sarebbe meglio se tornassi a dormire, avrò qualche parola da scambiare con gli altri e preferirei saperti addormentata a recuperare energie-.
-E se lui dovesse attaccarmi?- domando preoccupa. Non ho affatto voglia di andare a dormire con la possibilità che Voldemort mi entri nella testa.
-Non accadrà- fa irremovibile, prima di compiere qualche passo verso la cucina, ma voltandosi improvvisamente. –La tua Traccia non ha dato alcun segno- dice tranquillo. –Da parte del ministero non ci sono state segnalazioni riguardo il tuo tentativo di Materializzazione-.
-Davvero?- rispondo immediatamente, dopo essermi resa conto che ha cambiato discorso. –Come è possibile?-.
-Ho ragione di credere che le tue capacità magiche siano in grado di aggirare i controlli del Ministero, ma credo avvenga solo in alcuni casi- alza un sopracciglio. –Immagino che però questo non dipenda dalla tua volontà-.
-Non sapevo di poterlo fare- inclino leggermente la testa.
-Lo immaginavo- dice monocorde annuendo. –Non dire della tua visione a nessuno-.
-Non ho la minima intenzione di farlo- rispondo immediatamente, prima che l’uomo annuisca e mi faccia strada verso la cucina.
La tensione è palpabile nella stanza, ma saluto in fretta tutti quanti prima di correre al piano di sopra, evitando una Signora Weasley estremamente angosciata, tanto da avere gli occhi lucidi.
Il legno degli scalini scricchiola sotto i miei pesanti passi, accompagnando il mio percorso fino al piano in cui condivido la stanza con Ginny e Fleur.
Sobbalzo quando una luce si accende nel buio, rivelando la sagoma di cinque persone. Ci metto qualche istante prima di rendermi conto che è la bacchetta di Harry a produrre quel bagliore, prima che lui si avvicini a me e mi stringa tra le sue braccia. Ricambio il suo gesto, nascondendo il viso nella camicia del suo pigiama, molto simile al mio. –Cosa fate in piedi?- domando timidamente.
-Ginny ha sentito che ti alzavi- risponde George avvicinandosi, l’espressione irriconoscibile deformata dalla preoccupazione. –Abbiamo visto il sangue-.
-Oh…- osservo il pavimento, trovando presto qualche traccia del mio passaggio. –Non è nulla, mi è solo sanguinato il naso- dico, lasciando andare Harry. I capelli del ragazzo sono veramente in disordine e ricadono in parte su un lato del suo viso, come gli occhiali mezzi storti sul suo naso.
-Cosa è successo?- domanda Ron, spettinato come il compagno di stanza.
Resto in silenzio per un minuto, indecisa su cosa dire e se scegliere di rispondere a Ron. Infondo sono ancora dalla parte di Hermione e non mi piace il modo in cui il ragazzo si è comportato con Hermione, ma questa è una situazione di “emergenza”.
-Niente- alzo le spalle. –Solo un sogno un po' forte-.
-I sogni non ti fanno sanguinare il naso- insiste Harry, incrociando le braccia e alzando le sopracciglia.
-I miei sogno lo…- cerco di rispondere, ma la voce di Fred mi interrompe.
-Hai pianto?- domanda prendendo improvvisamente la bacchetta e avvicinandola al mio volto per illuminarlo meglio. –Hai gli occhi rossi e gonfi-.
-No- mento senza pensarci, sentendo il viso scaldarsi. Spero che il buio mi aiuti a nascondere il rossore delle mie guance.
-Cosa hai visto?- domanda Harry, mentre Ginny si avvicina con uno sguardo compassionevole.
-Potete evitare di farmi il terzo grado?- dico, indietreggiando di un passo, sulla difensiva. –Ora sto bene, Piton è passato a…-.
-Piton?- domanda subito Ginny. –Prima della partenza non hai detto a me ed Hermione di aver discusso con lui?-.
-Sì, ma…non era niente di importante- alzo le spalle. –Ora è tutto okay-.
-Non sembrava poco importante- continua la ragazza, sotto gli occhi interessati di Harry.
-Va bene, basta così- fa George, mettendosi tra me e lei. -È tardi, ne riparleremo domani-.
-Da quando sei diventato la mamma?- fa subito Ron.
-Se non stai zitto ti riempio il letto di ragni- fa glaciale al fratello che immediatamente si rabbuia scappando verso la sua stanza, borbottando sottovoce. Il Grifondoro dai capelli rossi e gli occhi azzurri sa bene che i suoi due fratelli non si farebbero troppi scrupoli a tener fede alle loro promesse, soprattutto da quando possono utilizzare a piacere i loro poteri.
-Vieni con noi?- domanda Fred allungando il braccio verso di me. Senza pensarci due volte annuisco e mi stringo ai due ragazzi, abbandonando Harry e Ginny sul pianerottolo con un timido saluto. Sicura tra le braccia dei gemelli li seguo nel buio fino alla loro camera dove, dopo molto tempo, passerò una notte tranquilla.

Ecco il nuovo capitolo!
Finalmente sono riuscita a postarlo, scusatemi se ci ho messo tanto, ma con il nuovo lavoro è un delirio! Poi è periodo di ferie quindi i turni sono particolarmenti pesanti!
Voi state bene?
Cosa pensate di questo capitolo? 
Fatemi sapere!
Alla prossima!

Mary Lloyd e il Voto InfrangibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora