Capitolo 3.

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UNO SGUARDO

Jean's pov

Ed eccoci ancora qua, schierati come perfetti soldatini, davanti a Keith Shadis, dagli occhi infossati e spiritati.
Fermi, gli uni di fianco agli altri,pugno stretto sul cuore e l'altro posto dietro la schiena, nel gesto del saluto militare.
Accanto a me, come ogni giorno, il mio migliore amico Marco Bodt, serio, con le lentiggini sparse sul viso e quei capelli neri, con un taglio militare, che gli ricadevano sulla fronte.
Lo osservai in un momento in cui Keith Shadis era impegnato a sgridare ancora una volta Connie Springer, un altro cadetto, per il saluto militare.
Marco si accorse di me e mi sorrise, continuando a guardare avanti a se con i suoi grandi occhi castani chiaro.
Ad un tratto Keith urlò qualcosa, che io non capii bene, ma che mi riportò alla realtà.
Così vidi sfilare innanzi a me un uomo anziano e imponente, con indosso la divisa della Gendarmeria, seguito da una ragazza della mia età.
Per il momento la ignorai, rivolgendo la mia attenzione sullo stemma nero e verde del Corpo di Gendarmeria.
La Gendarmeria!
Non avevo altro scopo se non entrare in quel corpo e godere degli agi e dei territori interni, lontano del fronte.
E poi Marco sarebbe sicuramente stato là con me!
Non vedo l'ora!
Poi i miei occhi si intrecciarono a quelli c/o della ragazza.
Non portava una tradizionale divisa. Era vestita interamente di nero. Pantaloni aderenti infilati in anfibi scuri. Giacca di pelle nera corta e aperta, a mostrare una maglia color pece. Manteneva la posizione di riposo, intenta ad ascoltare il discorso di Keith, quello che stavo volontariamente ignorando.
Quella ragazza.... non so cosa mi fece... ma mi impressionò.
Sembrava avere quindici anni. I capelli l/c c/c ordinati, il corpo allenato e snello, l'espressione seria eppure rilassata.
Gli occhi limpidi eppure sapienti.
Non sapevo cosa pensare di lei, né cosa diamine ci facesse lì, ... al fianco di uno dei ''pezzi grossi'' della Gendarmeria.
Ad un tratto i suoi occhi incrociarono i miei. Rimasi lì, come un vero idiota, imbambolato e fissarli, mentre lei sollevava un sopracciglio infastidita. Arrossì appena.
Scostai imbarazzato lo sguardo, che non poté cadere su un individuo peggiore di Jaeger.
Eren quel suicida...
Guardalo... quel suo sguardo assassino, desideroso di farsi divorare dai giganti... idiota!
Beh... io non ho intenzione di diventare pasto per titani..
Sbuffai, puntando le mie iridi innanzi a me...
Il discorso di Keith si protrasse per qualche minuto, mentre io gettavo ancora occhiate fugaci alla ragazza, ignara o semplicemente disinteressata a me. Quando infine il discorso terminò, finalmente abbandonai la posizione e mi diressi verso il mio amico.
Io non avevo ascoltato una sillaba, ma sapevo come rimediare...
<<Marco, quindi che dobbiamo fare?>> chiesi al lentigginoso.
Lui mi osservò un attimo pensieroso: <<Non hai ascoltato niente, vero?>>
Portai una mano dietro la nuca: <<Proprio nulla, se ci tieni a saperlo...>>
Esibìi un sorriso furbo... <<Ma tanto tu hai ascoltato tutto, no?>>
Sospirò.
<<Dobbiamo allenarci come ogni giorno. Solo che oggi saremo osservati dai nostri ospiti>> mi rivelò, osservando preoccupato il vecchio e la ragazza.
Poi lo vidi sorridere.
<<Come mai guardavi quella ragazza con tanta insistenza?>> mi domandò con un tono neutro e con uno dei suoi sorrisi.
Che!?
<<CHE!?>> esclamai spiazzato, tanto forte che tutti gli altri cadetti si girarono a fissarmi.
<<CHE AVETE DA GUARDARE!?>> ringhiai fulminandoli con lo sguardo.
<<Allora?>> insistette Marco.
Ma come cavolo ha fatto ad accorgersi di me, se lui ascoltava il discorso e non mi guardava!?
<<Nah .... nulla da dire. Ero solo curioso. È poi a me piace Mikasa>> dissimulai guardando da un'altra parte.
Marco parve convincersi: <<Già ... Mikasa..>> e mi chiese <<Jean.. ti alleni con me nel corpo a corpo?>>
<<Certo Marco>> sorrisi schietto, pronto a mostrare a tutti chi ero.

T/N'S pov

I cadetti si stavano dispondendo in un ampia area sterrata, pronti per iniziare l'allenamento, volto a migliorare il corpo a corpo.
<<Duchessa T/N T/C. Siete cresciuta dall'ultima volta che vi ho vista>> mi salutò Keith.
<<Dammi del tu Keith. Del resto ci conosciamo da anni.>> sorrisi osservando gli occhi infossati, che certamente spaventavano i cadetti.
<<Hai ragione>> ricambiò il sorriso. Stavo per aggiungere qualcosa, ma, purtroppo, quell'insopportabile di mio nonno ha dovuto per forza interromperci.
<<T/N, io e Keith Shadis dobbiamo discutere di faccende importanti. Ne consegue che sarai tu a tenere d'occhio i cadetti.>> mi ordinò autoritario.
<<Agli ordini nonno...>> sbuffai seccata, ma non potevo che obbedire.
Iniziai così a fissare i cadetti alle prese con vari stili di combattimento.
Mi stavo annoiando a morte ... avrei voluto invischiarmi anche io in quelle lotte.
Ma come diamine fa Keith a sopportare questo lavoro?
<<T/N!>> arrivò all improvviso Dean, vestito come me, strappandomi dai miei pensieri.
<<Sempre in ritardo... come al solito...>> sbuffai ridendo.
<<Avrei dovuto sorbirmi quei noiosissimi discorsi? No grazie!>> spiegò soddisfatto di sé.
<<Uhm.... >> ghignai malvagia <<Tanto ti ripeto tutto appena torniamo a casa.>>
<<NO! NO! TI PREGO! ABBI PIETÀ!!>> rise. Ricambiai, tornando a osservare i cadetti.
<<Che ne pensi?>> fece lui a un tratto.
<<Io!?>> alzai un sopraccio <<Bah ... nella media...>>
<<Se fossi più specifica sarebbe meglio....>> insistette.
Alzai gli occhi al cielo annoiata.
<<Allora.... le più brave,almeno nel corpo a corpo, sono quella ragazza orientale, con la sciarpa rossa, e quella tizia bassa e bionda. Anche quel ragazzino castano che combatte con lei è molto abile. Poi... quel ragazzo tutto muscoli biondo e l'altro... lo spilungone castano.... e si... anche quei due non sono male>> conclusi indicando il ragazzo che prima mi fissava e un cadetto corvino.
<<Wow .... ti sprechi sempre con le parole!>> roteò gli occhi, tono sarcastico.
<<Tu invece ne dici anche troppe!>> ribattei.
Mi costrinsi a osservare ancora le reclute annoiata. Fremevo. Volevo lottare anche io.
Come al solito Dean parve leggermi nel pensiero: <<Che dici se gli facciamo vedere come si combatte?>>
<<Che?! Non vorrai sfidare questi mocciosi spero....>>
<<Oltre al fatto che quei ''mocciosi'' hanno più o meno la nostra età, sempre che non siano più grandi.... , io mi riferivo a te contro me.>>
<<Ah.... Ora capisco. Okay!>> gli regalai un sorriso di sfida.
Ghignò di rimando.
Sfilai con passo deciso, disponendomi al centro dell'arena.
Vestiti interamente di nero, spiccavamo tra i cadetti, che si fermarono per osservarci.
Ci portammo a qualche metro di distanza l'uno dall'altra. Ci guardammo negli occhi con serietà. Osservai l'espressione del mio migliore amico, aspettando un suo segnale.
Quando Dean ghignò iniziammo.
Evitai un suo pugno diretto al mio viso, ruotando il busto e cercando di colpirlo a mia volta. Lui schivò.
Ci conosciamo da sempre, ci alleniamo insieme fin da bambini, ed è normale che anticipiamo le nostre mosse. Ognuno di noi sa bene cosa farà l'altro nella mossa successiva. A volte riuscivamo a colpirci.
<<Dean! Così mi deludi!>> lo presi in giro.
<<E tu? Quando pensi di fare sul serio?>> mi provocò.
<<Tch ... ora vedrai!>> sibilai con un sorriso asimmetrico. Lo vidi impallidire.
<<Oh... no ....>>

Jean's pov

Iniziai a osservare il combattimento, infastidito da quella sceneggiata..
Palloni gonfiati...
Ma beh .... ecco.... mi sono ricreduto.
Si, lo ho ammesso! E allora?
Erano entrambi bravissimi. Il loro stile di lotta era perfetto, impeccabile.
Ma dopo la provocazione di quel Dean ...la ragazza aveva cambiato modo di combattere. Sembrava danzare, tanto era agile e aggraziata. Era velocissima e precisa. Scartava e attaccava senza pietà alcuna. Neanche un minuto e l'avversario era a terra.
<<AHI! DANNAZIONE T/N!! POTEVI ANDARCI UN PO' PIANO!>> urló il ragazzo riccioluto.
Quindi si chiama T/N....
<<Te la sei cercata tu!>> fece lei con un tono di superiorità.
<<NON SI DOVREBBE COMPORTARE COSÌ UNA DUCH-...>> Dean fu interrotto da un calcio della quindicenne.
Lo sentìi gemere.
<<DEAN! Non osare.... !>> ringhiò arrabbiata.
<<Scusami ....>> sofferente <<L'ho scordato>>
Non potei fare a meno di chiedermi cosa stesse per dire quel Dean.

T/N's pov

I cadetti avevano appena finito di allenarsi quando Dean si decise nuovamente a rivolgermi la parola.
<<T/N.... scusami ancora....>> mormorò dispiaciuto.
<<Fa nulla.>> feci con noncuranza.
<<Ma....>>
<<Niente ma. Non è successo nulla>>
Dopo un paio di minuti....
<<Sai... anche io ora ho intenzione di entrare nella Legione Esplorativa>> ammettè, con un tono strano, il mio amico.
<<Perché questo cambiamento?>>
<<Avanti! HAI VISTO ANCHE TU QUANTE BELLE RAGAZZE CI SONO!!!>> esclamò con gli occhi a cuoricino e un ghigno asimettrico.
<<Stai sbavando... ne sei consapevole?>> domandai freddamente.
<<Si...>> osservando ancora le ragazze sognante.
<<Levati quel ghigno da pervertito dalla faccia ... maniaco...>> sbuffai<<Dovrai passare sul mio cadavere per avvicinarti a una di quelle ragazze.>>
<<MA ANCHE IL TUO CADAVERE POTREBBE UCCIDERMI!>> contestó scherzando.
<<Pazienza..>> indossai un sorrisetto dispettoso.
<<Cattiva...>>
<<Quando sarai meno maniaco ti farò avvicinare>> sorrisi.
<<Crudele e cattiva!>>
Dean continuò a tenermi compagnia anche durante le altre tipologie di allenamento, scacciando via la noia.
A volte esaltava troppo qualche ragazza allo scopo di farmi indispettire, ma evitai di cadere nel tranello. Anche se, lo ammetto, mi sarebbe piaciuto rimproverarlo.
A ora di cena ci dirigemmo verso la mensa degli altri in grado, passando davanti a quella dei cadetti.
Non potei fare a meno di fermarmi..
Dall'edificio provenivano schiamazzi di vita....
Rimasi catturata da quel calore che emanava, calore che da sempre mi era mancato nella mia vita da nobile.
<<Vorresti andare dai cadetti, non è così?>> intuì Dean.
<<Si....>>
<<Magari tuo nonno te lo concede>>
<<Posso provare....>>
Mi diressi spedita da mio nonno. Era pronto a sedersi a tavola con il resto dei soldati di grado elevato.
Mi osservò con i suoi occhi duri. Mi avvicinai ostentando un passo deciso.
<<Nonno. Vorrei chiedervi una cosa...>> dissi utilizzando il tono formale, che mio nonno mi imponeva fuori dal Palazzo.
<<Quale?>>
<<Desidererei cenare con i cadetti, se me lo concedete>>
<<Per quale motivo?>>
<<Desidero intrattenermi con persone della mia età, fra cui sono presenti probabili miei futuri commilitoni nel Corpo di Ricerca.>> esposi con calma.
Lui non parve molto convinto, ma accettò. Lo ringraziai cortesemente e mi avviai con calma. Non appena uscì dall'ambiente chiuso, mi misi a correre seguita da Dean.
Ci fermammo davanti alla mensa dei cadetti.
Sospirai.
<<Pronta?>> mi domandò.
<<Si>>
Entrammo.

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