Capitolo 58.

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Nel profondo

T/N's pov

Mio padre aveva lanciato quella bomba come se nulla fosse, col suo tono perennemente privo di emozioni e lo sguardo omicida.
Si è dimenticato che solo Mikasa, Jean e Armin e qualche altro sanno che sono sua figlia?
Dimenticato?
Probabilmente gli era sfuggito appositamente per far affiorare la confusione sui volti dei presenti e punirli per l'invadenza dei loro sguardi.
E premiarli perché si fida abbastanza di loro.
''Mia figlia'', ha detto...
Quelle due parole, pronunciate davanti ad altre persone, mi fecero mancare un battito... come se mi avesse finalmente riconosciuta come tale.
Mi aveva riconosciuta già in privato,  tra le mura del suo studio, però io non riuscivo a sopportare di nascondermi.
Temevo, in fondo al cuore, che il silenzio impostomi non fosse tanto per proteggermi, ma per non metterlo in cattiva luce.
Invece Levi aveva strappato la paura dal mio animo, gettando quella frase con una naturalezza tale che dovetti ripeterla in mente più volte per convincermi di aver sentito bene.
Ero sua figlia.
Sua figlia!
Mai prima d'ora avevo avvertito il desiderio di chiamarlo papà farsi così forte...
Tuttavia...
...qualcosa ancora mi bloccava...
Non so cosa fosse, ma non riuscivo a pronunciare la fatidica parola...
Era come se la sentissi già nella laringe, tesa tra le corde vocali, e al tempo stesso come se l'epiglottide fosse serrata.
Riguardo il resto...
L'inaspettato abbraccio mi sciolse il cuore come una stecca di cioccolato a bagnomaria...
Piano piano, con un dolce tepore e totalmente.
Le sue braccia attorno al mio corpo...
...un gesto d'affetto così inatteso...
Non me lo aspettavo, non da lui.
Non dal Caporale freddo, apatico, con la corazza spessa dovuta alla difficile vita, costellata di sofferenza e perdite.
Eppure mi aveva abbracciato stretta, con sollievo, preoccupazione e amore, e io mi accorsi in quel momento di quanto mi fosse mancato...
Di quanto mi fosse mancata la stretta paterna in tutti quegli anni.
Come ero riuscita a sopportare la sua terribile assenza?
Ed ora ero seduta attorno al fuoco, a spiegare per sommi capi tutta la faccenda del furto, nella maniera più breve e concisa possibile.
Dovevamo salvare Eren del resto e non potevamo perdere tempo.
Terminai il mio racconto sommario, accomodata tra Levi e Connie, con troppi occhi puntati addosso.
Gillian sedeva, rilassata come se fosse a casa sua, di seguito a Connie, palesemente turbato dalla mia parentela col Caporale, con cui scherzava proprio sulla mia natura di Ackerman.
Accanto alla rossa Hanji,  gli occhi ancora a cuoricino, intenta a stritolare il braccio del povero Moblit e ad indicare me e Levi con fare soddisfatto.
Armin e Mikasa, diametralmente opposti alla mia posizione rispetto al fuoco, non lasciavano trapelare nulla.
Fanno venire i  brividi... Sembrano giudici dell'inquisizione. 
Jack dal canto suo non aveva ascoltato un bel nulla, troppo concentrato su altro.
Non era neanche da biasimare  (sapeva già tutto), se non fosse per le eccessive attenzioni riservate alla corvina orientale.
Peccato che Mikasa lo ignorava palesemente.
Sinceramente pensavo che Jack avesse un repertorio migliore per far colpo ...  
Passando avanti, Sasha a gambe incrociate, tra mio padre e il Don Giovanni fallito di turno, bizzarramente non mangiava nulla... Guardava inquieta Gillian parlare con il suo adorato ''piccione'' e non sapeva come comportarsi.
Se non intervengo io, questi rimangono eternamente confinati nella friendzone!
E Jean?
Beh... era l'unico che non faceva parte del cerchio umano.
Era più vicino al fuoco tra tutti, dava le spalle in parte a Hanji, e mi scrutava imbarazzato...
Io ricambiavo ovviamente.
Anche perché  era proprio sotto il mio sguardo, nel punto di intersezione di tre rette passanti per Jack, Levi e Gill.
E ora sono una matematica intenta a creare teoremi nuovi...
Diamine! Jean non guardarmi così! Mi sento in imbarazzo... perché?
Dopo qualche istante di silenzio, fu Armin a prendere la parola: <<Non saprei... Non hai effettivamente prove che dimostrino la veridicità della tua spiegazione. Le tue argomentazioni sono logiche e con relazioni causa-effetto possibili. Ma è pur vero che sei abbastanza intelligente e fantasiosa per inventarti tutto di sana pianta. Ti è chiaro T/n?>>
Il suo tono era freddo, analitico, cinico.
Teneva gli occhi fissi nei miei e per un istante il suo sguardo sembrò troppo simile a quello di Erwin.
Non mi credono quindi? C'era da aspettarselo.
Presi un profondo respiro, decisa a non scoraggiarmi.
<<Ecco, io... Posso. Posso dimostrarlo. Ma non ora. Le prove sono rimaste nel mio palazzo. Al momento dovrete fidarvi... Ma comprendo le vostre... titubanze?>> mormorai mesta, abbassando lo sguardo, le iridi tristi accese dalla luce rossa del fuoco.
Una voce proruppe troncando qualsiasi frase da parte di altri.
<<Beh,  io mi fido di te T/n. Se nessuno di loro lo fa, mandali a quel paese! Ce ne torniamo nel sottosuolo! Ho sempre voluto una sorella!>> trillò Gill con un sorriso allegro, cozzante con la situazione <<Non ti meritano come amica.>>
Ho visto un lampo di paura negli occhi di Jean o altro?
E prima che potessi dire la mia...
Che poi le loro case sono sempre instabili. Prima o poi finiremmo sotterrati dalle macerie.
<<Anche io mi fido di te T/n. Quindi non te ne vai da nessuna fottuta parte!>> tuonò minacciosa la voce del Caporale, lo sguardo fulminante puntato sulla rossa. 
Gillian lo scrutò accigliata, storcendo il labbro carnoso, per poi esclamare con tono da saputella: <<Eh? Ma tu non conti! Sei suo padre! E prima o poi i figli devono lasciare il nido!>>
Il tutto mentre puliva la canna del suo fucile, forse animata da uno strano istinto masochista.
<<Tsk! Taci! Mia figlia rimane qua con me e non si discute.>> affermò Levi con un tono che non ammetteva repliche.
<<Anche io mi fido di te! Armin smettila di dire sciocchezze! Lei è dei nostri!>> alzò la voce con enfasi Connie, alzandosi in piedi e stringendo il pugno.
<<Sta' zitto Piccione e siediti, sei fastidioso... Sappiamo tutti come la pensi.>> sbottò di contro Jean, alzando lo sguardo su di me con gli occhi stretti a fessura e una piega incerta sulle labbra.
Sembrava combattuto.
Diamine... ma ce l'ha con me?
Che vorrebbe significare questa espressione?!
Che temesse una mia fuga nel Sottosuolo con Gill e Jack? Che temesse che fossi ancora una traditrice? Che ...
BASTA! MENO TURBAMENTI MENTALI! COSA PENSA PENSA!
Per il suo bene, Jean non avrebbe dovuto farsi notare dai gemelli...
... soprattutto dalla ''Malefica assassina di capelli''...
La rossa lo stava analizzando con troppo interesse e con un sorrisetto poco promettente.
Oh porca paletta! Gill no! Non turbare il mio piccolo tesoro!
Bleh che frase melensa!
<<Quindi tu sei il tipo che rende T/n smielata?>> inclinò di lato il capo Gillian, la voce zuccherina: <<Sei la divinità dell'amore? Non puoi essere un semplice umano! Hai compiuto l'impossibile!>>
La voce zuccherina e la risatina sono il segno dell'apocalisse imminente, per caso?
Jean a quelle parole arrossì.
Le sue gote colorate e calde erano davvero adorabili.
Ha ragione! Divento troppo smielata!
Deviò lo sguardo a terra e sorrise appena.
Un sorriso dolce e sincero...
La piega che indossava nel confidarmi le sue emozioni, nell'aprirmi il suo cuore...
Cuore non fermati così improvvisamente! Mi fai prendere certi infarti...
<<S-si... sono io...>> biascicò, preso in contropiede da tutti qui complimenti.
Che imbarazzo!
Almeno è tollerabile... Da lei mi aspettavo peggio.
Ma la ragazza doveva farsi conoscere ovviamente: <<Però ti immaginavo molto più bello! Insomma da come le luccicano gli occhi quando parla di te, mi aspettavo un bonazzo! Sei un po' una delusione esteticamente parlando... Senza offesa ovviamente!>>
Stava sorridendo in maniera sadicamente ingenua. Desiderai vagamente che il mio cuore si fermasse, ma ovviamente non faceva mai cosa desideravo.
Okay... mi rimangio ciò che ho pensato!
Vidi uno strano pallore sul viso di Jean... e la sua tempia pulsare.
Era rimasto basito e ferito nell'orgoglio.
Stava per rispondere sicuramente con una delle sue frasi taglienti, peccato che Jack si intromise.
Il contrabbandiere aveva una espressione seria e riflessiva. Osservava Jean come una cavia, grattandosi il mento.
<<Io invece mi aspettavo di peggio, sorella! Insomma T/n me lo ha descritto come uno di scarsa bellezza! Invece non è malaccio! Ma come ha detto T/n, ce ne sono molti più belli di lui!>>  e continuò a studiarlo con gli occhi stretti a fessura, massaggiandosi il mento irruvidito dall'esordio di una barba scarlatta <<Certo, il suo viso è un po' allungato... ma tutto sommato passabile! Però...>>
Guardò me con fare tragico e mi preparai al peggio: <<... Perché hai scelto lui quando potevi avere uno splendore come me!>>
Ma tutti modesti?!
TERRENO INGHIOTTIMI!
Jean mi stava guardando con fare tradito e deluso nuovamente.
Era arrabbiato e ferito.
Posso morire ora?
No prima ammazzo i gemelli e poi posso morire!
<<La smettete di parlare di me?! Cosa vi ho fatto?!>> si alterò ''Faccia da cavallo'', quasi alzandosi in piedi.
<<Mi hai fregato la Duchessa... Vergognati, non hai motivo di arrabbiarti!>> puntò il dito Jack, con fare accusatorio.
<<Rifiuto le tue proposte di matrimonio già da prima di Jean, Jack!>> ribattei con fare irriverente e canzonatorio.
<<Il mio cuore!>> si tenne stretto il petto con la mano il rosso, puntando in seguito il dito contro di me  e con fare tragico: <<Un giorno capirai che l'uomo della tua vita sono io!>>
<<Allora saresti un pedofilo...>> commentai calma.
<<Ah?! Non starà sicuro con te razza di troglodita!>> riuscì finalmente ad intervenire Jean, alzandosi in piedi e stringendo i pugni. Pronto alla rissa a quanto pareva...
Okay, Jack lo irrita quanto Eren. Non pensavo fosse possibile una cosa simile.
La cosa stava precipitando.
Sentivo l'atmosfera scaldarsi e non solo a causa dei due...
Anche mio padre si stava innervosendo.
<<Tsk! Chiudete quelle bocche di merda!>> alzò la voce mio padre con un tono da persona con cattive intenzioni.
Dice così tante parolacce che dovrebbe pulirla lui la bocca.
Ma non sono adatta a giudicare.
Jean si ritirò a sedere, obbedendo al suo superiore.
Jack se ne infischiò e al contrario venne preso dallo stesso spirito masochistico della sorella.
<<Ackermanuccio caro, può spaventare i suoi cadetti, ma non me!>> sogghignò il gemello.
Nel mentre io cercai di correggere il tiro di Jack: <<Jean... ho detto davvero quelle cose... ma ho aggiunto che nessuno per me è come te. Che sei speciale...>>
Lo mormorai rigirandomi i pollici, con voce bassa e stentata. Provavo imbarazzo e temevo non mi avesse sentita.
Non riuscivo ad alzare gli occhi... Avevo paura di incontrare i suoi.
Nel mentre Levi e Jack  stavano quasi per passare alle mani. In quel caso Jack sarebbe finito in coma quasi con certezza.
Gillian si intromise ancora, sperai inutilmente per salvare il fratello, parlando come se stesse tentando di ricordare: <<Mi pare abbia detto subito dopo qualcosa del tipo ''Mi accontenterei di crepare pur di farlo vivere'' o una cosa del genere.>>
Sgranai gli occhi e alzai lo sguardo di scatto.
La stronza ha spiato la conversazione tra me e Jack!
Le pepite di ambra tra le ciglia di Jean sembrarono illuminarsi.
Era sorpreso...
Piacevolmente sorpreso...
Socchiuse la bocca come per dire qualcosa: <<T/n... io...>>
Era adorabile.
Coccoloso e adorabile.
Merda!
E il momento fu rovinato da uno scambio di battute che aveva dell'irreale.
Non capii neanche come improvvisamente dalla quasi rissa, Jack si fosse messo a litigare con la sorella.
<<Gillian! Smettila di parlare coi ragazzi! E non solo con Jean! Soprattutto con quel nanetto e con quello che sembra una ragazza!>> sbottò geloso Jack. 
Vidi il disagio e l'imbarazzo sul viso di Armin. 
In effetti Gillian scherzava un bel po' con Connie e a volte anche con il biondino.
Lei alzò lo sguardo sul fratello e storse la bocca in un sorriso innocente e con il tono da finta-tonta: <<Come scusa?>>
<<Non parlare con persone di sesso maschile! Non puoi!>> il lato geloso del gemello stava emergendo con una velocità spaventosa.
Peccato che Gillian avesse metodi poco fraterni per farsi ascoltare.
Un coltello si infisse a un centimetro dal piede di Jack.
Lo vidi impallidire  come il resto della truppa.
Davvero, i fratelli solitamente non dovrebbero tentare di uccidersi lanciandosi cose come scarpe, bombe e coltelli!
<<E chi diamine ti credi di essere per dirmi con chi devo parlare? Piuttosto perché non la smetti di provarci così palesemente con "Mika-qualcosa"?! Non ti fila di striscio!>> decisa a non farsi mettere i piedi in testa.
Capivo entrambi.
Jack e Gill erano cresciuti insieme soli contro un mondo pericoloso. Erano quasi come una sola persona...
Per Jack vedere la sorella fare amicizia con illustri sconosciuti che potevano rendere meno unico il loro legame lo faceva sentire male, come se già avvertisse il vuoto che poteva lasciargli la sorella. Il che era un tantino egoistico, ma comprensibile.
Gillian dal canto suo era indipendente per natura e, anche se amava il fratello più di chiunque altro, voleva sfruttare qualsiasi occasione per rendere omaggio alla sua socialità da sempre penalizzata e, chissà, trovare qualcuno in grado di rapirle il cuore.
<<Per tua informazione si chiama Mikasa e sarà la madre dei miei figli un giorno!>> rispose Jack con decisione, lasciandomi basita.
Non vi dico l'espressione che fece la ragazza in questione. 
Okay ... la cosa sta decisamente precipitando...
Gillian iniziò a ridere con un pizzico di sarcasmo: <<Nel mondo dei sogni!>>
Deciso a dimostrarle il contrario, il fratello provò il tutto e per tutto: <<Mikasa! Vuoi essere la madre dei miei figli?>>
Ha un debole per le Ackerman a quanto pare...
<<No>> fu secca la risposta della mora.
<<Te lo dicevo io!>> esclamò soddisfatta Gill.
A ora di avere ragione Gill farebbe scoppiare a piangere pure suo fratello...
Senza cuore!
<<Ma perché mi rifiutate sempre?>> Jack era pallido come un cencio e incredibilmente melodrammatico.
Questa discussione ha dell'irreale ed è così infantile che darei a tutti due anni...
<<MI FATE PARLARE?!>> scoppiò alla fine Armin, dopo aver tentato di riprendere la parola più volte inutilmente. C'era troppo casino per il suo carattere del tutto opposto rispetto a quello dei Miller. Era strano vederlo incavolato di brutto.
Lo ringraziai mentalmente per aver fatto ammutolire tutti.
<<Stavo dicendo, nonostante la mancanza di prove, il semplice fatto che tu sia qui con Hanji, mi fa ben sperare. Quindi... ben tornata amica!>> sorrise ampiamente.
Aspetta?! Cosa?!
Gli occhi iniziarono a pungere...
Amica?
Sentii le prime lacrime scendere lungo le guance, mentre un sorriso mi si allargava.
Il labbro riprendeva a tremare e mi maledissi per la mia eccessiva emotività.
<<Anche io... la penso come Armin.>> prese la parola Mikasa <<Perdonami se sono stata spietata. Sappi però che sono pronta a esserlo nuovamente se mi stai ingannando>>
Il suo tono apatico mi raggelava come il suo sguardo tagliente. Ma apprezzai le sue scuse.
<<Io non so che dire...>> mormorai commossa <<Posso solo ringr-AH! SOFF-!>>
Qualcosa mi stava stritolando, o meglio qualcuno.
<<NON CE LA FACCIO PIÙ!  DEA DEL CIBO MI SEI MANCATA! HAI UN DOLCE? UNA BISTECCA?>> urlò Sasha, mentre mi stringeva con troppa forza, nelle mie orecchie.
<<Sasha! Le fai...>> biascicò scioccato Jean.
Fa qual cosa idiota!
<<Blause molla mia figlia prima che la uccidi!>> mi salvò mio padre, per poi dettare ordini a destra e a sinistra <<E ora andate a preparare il carro! Voglio essere lasciato solo con lei!>>

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