Capitolo bonus 1.

950 67 47
                                    

La festa d'inverno

T/n's pov

La parete di pietra era levigata e fredda. La percepivo contro la schiena e i palmi delle mani.
Camminare di soppiatto, schiacciata contro la parete, era una fatica, ma non potevo fare altrimenti.
Non potevo fallire...
Non dovevo fallire...
I miei due bersagli chiaccheravano inconsapevoli della sorte che li avrebbe colpiti, sereni e forse anche un po'annoiati.
Stringevano le loro armi senza particolare preoccupazione, sorridenti all'idea che presto il loro turno sarebbe finito, concedendogli un lieto ritorno dalle famiglie.
E invece ci sono io!
Sorrisi in un ghigno, attenzionando con cura ogni passo, un piede di fronte all'altro con assoluta calma.
Mandai un cenno a Dean, appostato per la seconda parte del piano. Riuscivo a stento a scorgerlo persino io. Aveva uno sguardo preoccupato, non molto convinto e soprattutto divertito.
Mi preparai, fissando i miei due avversari ed inspirai pronta all'azione.
Bene... è il momento!
<<T/N, cosa stai facendo?>> tuonò autoritaria una voce alle mie spalle, facendomi saltare letteralmente in aria per lo spavento.
Notai anche i due gendarmi... si, quelli che avevo sotto tiro... voltarsi presi di sorpresa almeno quanto me.
Gli occhi di mio nonno fiammeggiarono come un fuoco divampante in piena oscurità. Non l'avevo nemmeno sentito arrivare.
Fa paura! , rabbrividii.
<<Non hai ancora risposto alla mia domanda. Che stai facendo T/N?>> con tono improvvisamente più duro.
<<Ehm... Ecco. Cioè! Cammino!>> inziai a parlare a raffica sperando che un colpo di fortuna mi salvasse.
<<Cammini.... di soppiatto. Guarda caso vicino alle vittime preferite dei tuoi stupidi scherzi da bambina sciocca>> aggrottò le sopracciglia, senza scomporsi.
Le guardie mi guardarono pugnalandomi con gli sguardi. Ne avevano abbastanza di quella piccola pestifera duchessina a cui non potevano torcere un solo capello e che gliene faceva passare di tutti i colori.
E se normalmente avrebbero imprecato come non ci fosse domani, dinnanzi al Duca T/C non poterono fare altro che trattenersi e mantenere le bocche sigillate.
<<Ma che dici nonno? Non credi alla tua amabile nipotina?>> sorrisi a trentadue denti, sudando freddo. Mio nonno era l'unica cosa che mi facesse paura.
<<Ovviamente no. Sono abituato a trovarti a perdere tempo. Mi sorprende invece che un bambino con la testa a posto e intelligente come Dean si faccia coinvolgere in questi comportamenti inappropriati.>> continuò il mio tutore, senza scostare gli occhi da me.
<<Ma che dici? Dean è in casa!>> cercai di difenderlo dall'ira funesta del nonno.
A queste parole spostò gli occhi fulmineo sul nascondiglio del bambino: <<Dean esci subito fuori.>>
Un piccolo Dean di appena cinque anni emerse da un intrico di rami, rimanendo con qualche foglia incastrata tra i capelli.
La sua espressione era preoccupata.
Il nonno lo analizzò con sufficienza, per poi ordinargli di preparare la carrozza e i cavalli per una uscita. <<Immediatamente.>> aggiunse senza mezzi termini.
Vidi il mio amico saettare velocemente fuori dalla portata del duca, ora concentrato solo su di me.
<<Non lo punisco unicamente perché so che sei tu l'artefice di questa patetica cosa. E in più sta facendo cosa desidero, diventare un compagno che farebbe di tutto per te. Ora va' a cambiarti. Abbiamo un invito>> fece col suo solito tono di fuoco, pronto per rientrare in casa.
<<No! Non vengo!>> mi opposi fermamente.
Lui si voltò con una espressione contrita.
<<Lo decido io se vieni o meno. Va a cambiarti.>> intimò con un tono poco rassicurante.
<<No! Non voglio mettermi le gonne!>> continuai a rifiutarmi.
<<Che motivazione futile..>> commentò, scuotendo lentamente il capo. Non avevo nemmeno idea di che significasse ''futile''.
<<Almeno permettimi di indossare dei pantaloni!>> proposi speranzosa <<Le gonne sono scomode e non posso fare le ruote! Mi si vederebbe il sedere!>>
<<Si dice ''vedrebbe''. In più non devi fare acrobazie davanti agli altri nobili.>>
<<Ma...>>
<<Vai a indossare un vestito o giuro che ti faccio sparire tutti i pantaloni e che mangerei minestra per un anno. Pantaloni una duchessa a un evento di tale importanza, non avverrà mai fin quando sarò in vita>> sbuffò trascinandomi con malgrazia in casa e affidandomi alle mie serve personali.
Dopo una leggera colluttazione in cui io mi divincolai come una posseduta, mentre loro mi tenevano stretta trascinandomi, mi gettarono nella vasca e iniziaroni a lavarmi.
<<AHHHHH! È CONGELATA!>>
<<L'avevamo preparata per un'ora fa, ma voi siete scomparsa.>> spiegò la prima.
<<Volevo riscaldarvela, ma vostro nonno mi ha ordinato di no, perché vi serviva una lezione. Mi dispiace signorina!>> si scusò la più giovane.
<<Ma che mi dispiace!? Sono stanca di avere a che fare con questa mocciosa!>> sbottò invece la più rude delle tre.
Tra noi non scorreva proprio non sangue. In effetti le rendevo la vita difficile...

JeanxReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora