Capitolo 54.

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SAGOMA

T/N's pov

<<AHIAHIAHIAHIAHI!!!! HANJAHI!!!! PORCA TEIRA DI LEVI! CHE CAVOLO MI STAI FACENDO?!>> mi dimenai urlando, mentre Gill, appena arrivata, e Jack se la ridevano sotto i baffi.
<<''Porca teiera di Levi''?>> Hanji si fermò un attimo pensierosa, regalandomi un secondo di tregua, per poi accendere i suoi occhi fiammeggianti di una strana luce: <<LA DEVO USARE ANCHE IO!>>
<<No, c'è il copyright su questa imprecazione. È solo mia!>> mi opposi fermamente.
Hanji avvicinò il suo viso occhialuto al mio. In quella posizione un taglio di luce faceva risplendere le sue lenti come specchi, impedendomi di vederle gli occhi.
Inquietante....
<<H-hanji?>> biascicai intimorita dalla vista.
<<Non puoi tenerti un simile capolavoro solo per te. Ne sei consapevole?>> disse con calma glaciale, divenendo ai miei occhi ancora più terrificante.
Poi dicono che sono io pazza...
Non chiamerei mai ''porca teiera di Levi'' un capolavoro...
<<Non posso Hanji. È un termine troppo potente e pericoloso per concederne l'utilizzo a chiunque.>> decisi di assecondarla, anche solo per evitare la tortura a cui mi stava sottoponendo: <<L'ira di Levi ti annienterebbe.>>
<<E dai! Dai! Su su non mi farà nulla Rivaille! Siamo amici!>> esclamò lei, ancora appiccicata alla mia faccia, con un ghigno inquietante.
Chiamate l'esorcista!
<<Hanji... no>>
Non so cosa diamine fece, ma sentii un male così grande da riprendere a usare ripetutamente l'imprecazione tanto desiderata dalla scienziata.
<<DIAMINE HANJI!>>
Lei sorrise furba, allontanandosi: <<Cedimi i diritti di utilizzo e io vedrò di essere più delicata>>
Ero allibbita: <<... queste si chiamano torture e ricatto...>>
<<Su T/N ... cedi!>> ghignò un'altra volta.
<<Mai! Ne va dal mio onor-AHI! VA BENE! VA BENE USALO PURE!>>
<<Sapevo che eri generosa T/N>>
Si, certo... generosa...
<<Piuttosto Hanji, mi sembra che tu più che rimettermi a posto mi stia sfasciando ancora di più. Ricordati che non sono una tua cavia. Non mi curo da sola come Sonny e Bean!>> sbottai.
Mai avessi citato quei defunti titani!
La donna, probabilmente a causa di un anomala produzione di neurotrasmettitori pro-giganti, indossò un viso da melodramma e atteggiandosi come un'attrice di telenovelas spagnole (che grazie al Wall Sina ancora non conoscevo) scoppiò in lacrime: <<Sonny! Bean! I miei cari giganti! Erano troppo giovani per morire!>>
Io ...
Non ho parole.
''Insensibile''
Taci Dean...
<<Caposquadra non faccia così!>> si ritrovò a urlare Moblit, raggiungendola a velocità ultrasonica, per tentare di placarla.
... uhm... la prendo come una vendetta personale del tutto inaspettata ...
''Crudele! Spietata! Sadica''
Comatoso, idiota, mezzo morto...
''Hai dimenticato affascinante e divino''
Addirittura...
Roteai gli occhi.
Iniziavo a essere seccata dalle poco sane conversazioni mentali che sostenevo ultimamente.
<<Hanji... Hanji.... Può finire di medicarmi?! ... sto iniziando a delirare... Parlo coi comatosi>>
Nessuno mi ascoltò.
<<Hanji?>>
Mi sta ignorando?
Da quanto sono divenuta ignorabile?
Ultimamente l'unica persona che non mi ha ignorato è stato lo zietto Kenny, il che non è stato proprio un bene...
Dopo vari tentativi Moblit riuscì a consolare la povera (un corno) Caposquadra, prima che ci annegasse con le sue lacrime.
Riprese a medicarmi, andando ad agire dove Gill e Jack non avevano potuto. Anche se... ovviamente, non poteva fare miracoli.
Speravo solo riuscisse a rendermi un minimo in grado di combattere.
<<Chi ti ha conciata così? Un gigante ti ha camminato di sopra?>>
<<Peggio ...>> si intromise Gillian.
Non per cosa Gill, ma se mi avesse pestato un gigante per ora sarei una pappina rossa con l'imbracatura del 3dmg.
<<Kenny Ackerman>>sbuffai <<Ero all'assalto di Trost anche io. Tutto molto sanguinoso e esplosivo. Ma Kenny è stato decisamente peggio! Non sa cosa significhi ''lotta amichevole''>>
<<Sei fortunata ad esserne uscita viva...>> ritornò improvvisamente seria.
<<Lo so.>> annuii senza alcun trasporto.
Alla fine mi aveva solo riempita di lividi ed ematomi. Avevo passato di peggio.
Ma che?! È stato l'inferno!
Un inferno atroce!
<<Sto per finire... Dovresti riuscire domani a muoverti un minimo, ringraziando la tua tempra Ackerman. Però sarai provata e rallentata nei movimenti. Il tuo fisico ha bisogno di riposo. Non dovresti combattere a mio avviso. Il tuo corpo potrebbe cedere da un momento all'altro o tradirti>>
Sbuffai.
<<Ormai ho un conto in sospeso con la gendarmeria e non ho intenzione di abbandonare i miei amici, mio padre ed il mio...>> mi bloccai, preferendo non dire la parola ''ragazzo''.
Anche perché non ho idea di come la pensa Jean a riguardo.
<<Insomma. Non posso stare con le mani in mano>> conclusi innervosita.
La castana si tolse gli occhiali, pulendosi le lenti, un'espressione grave sul volto.
<<Vorrei tentare di convincerti, ma so che è inutile. Sei figlia di due testoni di prima categoria... È geneticamente impossibile farti cambiare idea.>> scosse la testa scoraggiata, risistemandosi gli occhiali sul naso e continuando la medicazione.
Sorrisi ammorbidita dalla sua preoccupazione: <<Farò attenzione Hanji. Sai bene che la mia squadra è l'ultima famiglia rimastami e tu puoi capirmi.>>
<<Al tuo posto probabilmente farei lo stesso>> ammise, per poi sorridere: <<Siamo tutti pazzi nel Corpo di Ricerca, si sa.>>
Ricambiai, stringendo i spugni per il trattenere qualche ''Ahi''.
Cavolo, cavolo e broccoletti sotto aceto! Hanji è peggio di Kenny! Ci manca solo l'interrogatorio!
<<T/N... Perché hai rubato quei documenti? E cosa hai fatto dopo la tua fuga?>> chiese all'improvviso, il viso illeggibile. Impossibile capire cosa ne pensasse.
Ecco l'interrogatorio!
Quella domanda mi gettava addosso un'ansia terribile, ma era giusto che sapesse.
Iniziai spiegandole la diatriba tra me e mio nonno riguardo ai miei desideri di vita, del lavoro che mi aveva costretto a intraprendere.
Le raccontai un po' di tutto, compresa la notte del furto. Hanji era scoppiata a ridere quando le avevo rivelato il soprannome di Erwin, decisa probabilmente a usarlo alla prima occasione.
Già ce la vedevo a salutare il superiore con un ''Mister sopracciglia! Voleva vedermi?''.
Evitai di farle sapere dei piccoli crimini compiuti nel sottosuolo per sopravvivenza, e continuai il discorso, focalizzandomi sulle mie scoperte riguardo gendarmeria e famiglia Reiss.
<<Anche noi siamo giunti alle stesse informazioni interrogando un uomo della Gendarmeria centrale, uno dei due che hanno ucciso il reverendo Nick>> annuì distrattamente Hanji, persa al pensiero dell'uomo defunto.
<<A proposito di Nick... mi dispiace. So che eravate divenuti amici.>>
<<Ora anche Erwin è in una situazione scomoda. Ha intenzione di rovesciare il governo e proclamare regina Historia, come è giusto che sia. Ma il suo piano presenta troppe variabili.>> riprese a spiegare.
<<Sapevo che non si sarebbe semplicemente arreso. Riguardo alla falsa accusa sull'omicidio di Dimo Reeves come siete messi?>>
<<Abbiamo attuato un piano con la collaborazione del figlio di Dimo. I gendarmi volevano eliminarlo perché testimone dei fatti reali, quindi abbiamo sfruttato la cosa a nostro vantaggio. Abbiamo fatto loro credere che fosse solo, quando invece c'erano un bel po' di abitanti di Trost a seguire la vicenda. Flegel Reeves ha posto qualche domanda specifica ai suoi aguzzini, che in maniera abbastanza tranquilla hanno esposto come Dimo sia stato assassinato e il Corpo di Ricerca incastrato. C'erano anche dei giornalisti. Credo che Flegel stia tentando di convincerli a pubblicare la verità sul giornale. Ma intanto abbiamo Trost dalla nostra parte.>>
<<Grandioso! Mi piace come ragiona questa donna>> annuì Gillian con gli occhi carichi di furbizia, la voce zuccherica e mielosa quanto fiera e decisa.
Assassina di capelli!
<<Bene. Un problema in meno. Non che conti se il colpo di stato di Erwin fallisce>> riflettei ad alta voce, deviando lo sguardo e cercando una ciocca di capelli da rigirarmi nel dito.
Ovviamente non trovai alcuna ciocca dato che ''qualcuno'' si era sadicamente divertita a eliminarle per mezzo di una vecchia forbicia arrugginita.
Evviva il tetano...
Lanciai una palese occhiataccia a Gill, che mi sorrise angelicamente come uno squalo che mette in mostra le sue schiere di denti.
Che poi lo squalo esiste davvero o è solo una storia dei libri di mio nonno?
Wow! Devo scoprirlo prima o poi!
<<Anche se Erwin morisse e con lui il resto dei nostri compagni, non possiamo arrenderci. Non possiamo passare la vita come ratti sguasciando di nascosto per non farci catturare e ammazzare.>> si espresse Hanji.
<<Posso confermare che non è una bella vita.>> ammisi, soffiando su una ciocca invisibile.
Jack invece sollevò le spalle con noncuranza: <<Io mi ci trovo benissimo e anche Gill>>
La sorella parve contrariata:<<Vedi che solo io posso parlare per me, fratello. Mi piace, è vero, però la luce del sole mi manca. E mi piacerebbe indossare bei abiti e acconciarmi i capelli e preoccuparmi di cose normali, come chiaccherare con le amiche, spettegolare e trovarmi un fidanzato>>
Jack spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma: <<Cos?! F-fi... Fidanzato?! No! Rimarremo nel Sottosuolo! Per sempre!>>
Gillian sollevò entrambe le sopracciglia riversandogli addosso il proprio disappunto: <<Vedi di piantarla con questa assurda gelosia, Meredith, o finisce male>>
Vidi Jack fulminare con lo sguardo la gemella, mentre nella mia mente rimbombava il nome ''Meredith''.
Ma Meredith non è un nome da donna?
Le mie iridi incrociarono quelle imbarazzate di Jack e io ridacchiai: <<Un nome da donna? Davvero? Tu? Puahahhahaha>>
<<Ehi! Vedi che potrei farti saltare in aria!>> assottigliò lo sguardo il mio amico ventenne.
<<Ne sono consapevole Meredith. Basta ormai ti chiamerò così.>> indossai un sorrisetto.
<<Io se papà resuscita lo uccido>> imprecò, mettendo le mani in tasca e fulminando nuovamente la sorella.
Lei inclinò il capo e di rimando:<<Che vuoi... prima o poi lo avrebbero saputo>>
<<Bambini, finitela>> sbuffai, anche se in verità mi stavo divertendo.
<<Meredith.... uhm... il prossimo gigante lo chiamerò così>> mormorò tra sé la scienziata.
Le scoccai uno sguardo inebetito, incrociando poi quello di Moblit, già preda dell'ansia.
<<T/N... devo dirti una cosa. Sono un po' indecisa se dirtela, ma devi saperla>> richiamò la mia attenzione la scienziata.
Incerta puntai le mie iridi in quelle della donna, sentendo una strana ansia montare.
Erano poche le cose che potevano riguardarmi direttamente
Le vidi contorcersi le mani con indecisione.
Poi...
<<Dean, si è svegliato. Sta bene.>> sorrise a trentadue denti.
Il mio cuore perse un battito.
Dean si è...
Sta bene!
Sentii gli occhi colmarsi di lacrime di gioia nello stesso istante in cui un nodo si scioglieva dal mio cuore.
Il suo sorriso...
Avrei rivisto il suo sorriso!
Avrei riascoltato la sua voce!
Sarebbe ritornato a flirtare con le ragazze, a sfidarmi con le sue battutacce, a consolarmi.
Era come se qualcosa nella mia vita sempre più buia si fosse riacceso. E quella luce bastava a illuminarmi la strada e a scaldarmi. Gli altri avrebbero potuto non accettarmi più, non fidarsi più...
Ma Dean, Dean non mi avrebbe mai voltato le spalle per nessuna ragione al mondo. Non mi avrebbe mai giudicato per i miei errori. I suoi occhi scuri non erano fatti per guardarmi con delusione.
E lo stesso cuore che mi sarei strappata dal petto per vederlo di nuovo vivo e vegeto, ora lo sentivo pronto a esplodere per la felicità.
Scoppiava d'amore.
Perché sì, lo amavo quel vanitoso playboy riccioluto con la mania di proteggermi a qualsiasi costo.
Quella specie di telepatico così fastidiosamente capace di carpire ogni mio pensiero, persino quelli più imbarazzanti per rivolgermeli contro.
Adoravo la sua mano sulla mia, nello scrutare il cielo di notte, quando la tristezza si faceva sentire, quando gli incubi mi svegliavano.
Parlavamo fino all'alba di tutto e quando collassavo, mi riportava nella mia stanze in braccio. A volte la percepivo la mia guancia contro la sua spalla, il respiro affaticato dalla nottata e dal mio peso.
Mi mancava così tanto...
Avevo avuto il terrore di perdere tutto questo...
Di perderlo...
Sta bene!
E lasciai scivolare quelle lacrime, scoppiando a ridere, come se fosse una battuta, uno scherzo.
Come se mi avessero drogata.
Forse qualcosa di me era rimasto, sepolto sotto le colpe, le sofferenze, il rimpianto.
Sapere di Dean lo aveva come fatto riaffiorare.
Qualcosa in me era appena rinato.

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