Capitolo 20.

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GIOCHI DI ASTUZIA

T/N's Pov

Osservai la porta tesa.
Eren al mio fianco, mi osservava senza capire.
<<Qualcosa non va?>> mi chiese.
Io inventai una scusa sul momento.
<<No, nulla.... sono solo un po' tesa. Diciamo che ho paura che mi dica di tornare al Palazzo...>> abbassando lo sguardo.
O peggio....
<<Devi stare tranquilla>> sorrise  <<Nessuno è più forte di te. Tu e Mikasa siete fantastiche... Non sarò mai al vostro livello>>
Sorrisi: <<Vedi che io non posso trasformarmi in un gigante. Come puoi notare anche tu sei ''irrangiugibile''>>
Mi sorrise.
Io tornai a osservare la porta.
Ora o mai più
Bussai trattenendo il respiro.
<<Entra pure>>
Girai la maniglia, spinsi e varcai la soglia, seguita a ruota da Eren.
Mi accorsi subito che nella stanza  tre persone erano ad attendermi.
Erwin Smith era alzato, a fissare il mondo esterno da grandi finestroni.
Il Caporale Levi Ackerman, seduto su un divanetto,  indossava la  sua impassibile espressione, l'immancabile fazzoletto al collo.
Mi rivolse due occhi grigi e freddi, quasi congelati, distaccati, ma attenti.
Perché la sua presenza non mi rassicura..?
E infine i miei occhi incrociarono quelli di un uomo alto e biondo.
Lo riconobbi subito.
Il soldato che mi aveva inseguito la notte del furto e con cui avevo combattuto....
Dannazione!
Ebbi l'impulso di saltare indietro per la sorpresa, ma mi costrinsi a stare ferma. L'espressione rimase la stessa di prima. Pregai però che non notassero il lieve tremore alle dita e le mie pupille dilatate.
Controllo. Il controllo è  tutto....
Il tremore si arrestò.
<<Caporale, Petra mi ha detto di...>> iniziò  Eren.
<<Eren. Ho capito, ma per  ora devo parlare con la tua amica. Aspettami fuori>> rispose il Caporale, ed Eren se ne uscì, lasciandomi uno sguardo incoraggiante.
Iniziano i giochi...
<<Capitano Erwin. Voleva parlarmi?>> chiesi cortesemente, in posizione di riposo, testa alta e sguardo fisso negli occhi azzurri di Smith.
<<In effetti si. Siediti pure...>> mi accolse, indicandomi una sedia e sendendosi lui stesso alla scrivania.
Mi accomodai atteggiando una calma che non avevo. Sentivo il mio corpo pronto allo scatto.
Levi si alzò e raggiunse il fianco destro di Erwin, incrociando le braccia al petto.
Cavolo se è  basso....
Che pensieri inutili...
Mike rimase al suo posto.
Mi pare si chiami Mike almeno....
<<Scusate se mi permetto, ma.... che ci faccio qui? Qualcosa non va?>> con la voce più angelica che possedevo.
<<No. Volevo solo assicurarmi che tutto vada bene...>> chiarì Erwin.
<<E come mai questo interesse nei miei confronti? Sono una semplice recluta..>>
<<Tsk>> fu il personalissimo commento di Levi.
<<Non sei come le altre reclute. Sei una duchessa e sei incredibilmente forte. E in più tutti stimavano ...>>
<<Elisabeth T/C? Si lo so.... Non l'ho mai conosciuta, ma so che era stimata. Anche se mio nonno non ne parlava molto... la ferita era troppo profonda per lui. Perdere i suoi primogeniti Elisabeth e il suo gemello, a pochi mesi di distanza, è  stato un brutto colpo. Mi piacerebbe sapere qualcosa della mia parente..>> .
Erwin sembrò quasi sorridere: <<Era una donna vitale, entusiasta e che sapeva portare l'allegria nel cuore di tutti. Una dote molto rara . Trovava qualcosa di buono in tutto.>>
<<Non sarà facile  non essere paragonata a lei..>> commentai leggermente in imbarazzo, ma con gli occhi luccicanti. Raramente qualcuno mi parlava di mia madre.
Sentii gli occhi grigi di Levi su di me. Mi guardava con uno strano interesse, studiandomi.
Anche Mike....
Erwin invece sembrava il solito.
<<Ti trovi bene qua?>> mi domandò.
<<Oh si. È  un sogno che si avvera. Non so come ringraziarla Capitano.>>
Levi fece intanto il giro della scrivania, piantandosi alla mia destra. Si piegò su di me, il suo viso così vicino al mio che mi allontanai piegandomi all'indietro.
Mi scrutò coi suoi occhi grigi, in una espressione assorta, poi....
<<Si può  sapere mocciosa come fai a essere tanto forte?>>
La domanda mi spiazzò.
Cazzo...Non ci arrivare....!
<<In che senso?>>
Lo guardai stranita.
<<Tsk>>
<<Levi. Non starle così vicino. La metti in imbarazzo>>puntualizzò Smith.
Sia ringraziato Mister sopracciglia!
<<Sei incredibilmente abile. Come è  possibile per una mocciosa cresciuta in un Palazzo dell'entroterra?>> specificò il Caporale, appoggiandosi alla scrivania.
<<Ah... mio nonno. Lui mi ha fatto addestrare per paura di perdermi come i suoi figli...>>
<<Capisco...>> fu il commento spassionato di Erwin <<Anche mio padre è  scomparso quando ero piccolo>>
<<Almeno lei lo ha conosciuto. Io non ho mai conosciuto mio padre..>> mormorai sentendo una fitta nel cuore.
Almeno questa è  la verità....
Mentre ero distratta dai miei pensieri funesti, sentì un fiato caldo sul collo e qualcuno sniffare.
Mi alzai di scatto dalla sedia, spaventata.
<<Ma che cazz!?>> osservando sconvolta Mike e tastandomi il collo.
L'uomo se la rideva sotto i baffi.
<<Non fare caso a Mike. Fa così con tutti coloro che non conosce>> mi tranquillizzò Erwin.
<<Dovrebbe stare attento.... io ho pensato di dargli un pugno... mi ha fatto spaventare...>> sbuffai <<Comunque perché sono qua?>>
<<Mocciosa. Oggi ti allenerai con me. È  per questo che ti abbiamo chiamata>> 
<<Come scusa?>>
<<Tu ti allenerai con la squadra Levi. Il tuo livello è  molto alto. Non lascerai la squadra Ross, ma hai bisogno di essere seguita anche dal Caporale...>> spiegò Erwin.
Mi prende in giro? Tutta sta cosa per questa idiozia? Non credo proprio.
Che avrà in mente? So che la tua mente elabora tante strategie Erwin.... e proprio non so cosa tu voglia ottenere.... ma non l'avrai vinta con me.
<<Okay>>
<<Allora mocciosa. Prendi Eren e andate nello spiazzo qua di fronte. Io vi raggiungo subito>>
<<Si Caporale Levi! Arrivederci>> e uscii.

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