Capitolo 45.

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SCELTA

T/N's Pov

C'è solo uno spicchio minuscolo di Luna in cielo... sembra il sorriso di uno Stregatto...
Sorrisi, immaginando comparire del pelo colorato sullo sfondo nero e stellato della notte.
Mi affacciavo sempre alla finestra della mia camera quando calavano le tenebre. Era qualcosa che amavo profondamente, vedere la vastità del cosmo (di cui avevo letto, ancora una volta, nei numerosi libri proibiti del mondo esterno), immaginando di spingermi di stella in stella, sempre più lontano,  sempre più piena di quel desiderio di conoscenza che non si sarebbe mai colmato.
E poi c'era l'altra fetta di gente che pensava ancora che la terra fosse piatta, al centro del creato e che il cielo non fosse altro che un ammasso di lucine fisse nell'etere...
Mi spaventava, in un certo senso, quel dilagare di ignoranza e superstizione, che si era impadronito nel modo dopo  l'insorgenza dei giganti. Tutti quei libri negati e pieni di verità, accumulati a prendere polvere, mi intristivano.
Oh enorme Giove! Possibile che anche quando penso a cose piacevoli mi intristisco!?
Sembro Mikasa senza Eren!
La carbonara senza le uova e la pancetta!
Connie coi capelli!
<<Momento ''pace'' distrutto dal mio terrificante pessimismo!>>  sbuffai, alzando gli occhi al soffitto, mentre mi lasciavo sprofondare nel letto.
Ignorai le cinghie del dispositivo tridimensionale tirarmi la pelle e presi a rigirarmi una ciocca di capelli tra le dita, pensierosa.
Perché quando mio padre mi ha comunicato della richiesta di Pixis, mi ha guardato come se volesse sondarmi l'anima?
Ancora mi sentivo le sue lastre di ghiaccio negli occhi. Uno sguardo così  gelido e opposto a quello di mio nonno a cui ero abituata.
Mi ero sentita come sotto esame ed era da quel momento che una spia mi si era attivata nel cervello, come un tarlo. Sanno qualcosa che io non so?
Pixis di certo no. Sapeva la verità del mio lavoro, ma non conosceva tutti i miei ''acquirenti''...soprattutto per quanto riguardava la Gendarmeria Centrale.  E di certo non mi avrebbe smascherata di sua iniziativa.
Quelle serpi schifose...
Mi ero messa subito in allerta, evitando di dire qualcosa che mi avrebbe compromessa e accettai il lavoro.
La cosa che mi preoccupava di più  era il fulmine di  illuminazione che era passato per un istante negli occhi di Erwin, mentre mi guardava, qualche ora prima.
Consapevolezza di qualcosa.
Io non mi fido di Smith...
Ho paura di lui... è un uomo troppo scaltro e insensibile. Averlo come nemico... cavolo!
<<Devo solo stare tranquilla. Nessuno può sospettare nulla... o quanto meno dubito abbiano prove. Nessuno sano di mente accuserebbe una nobile senza certezze tangibili.>> cercai di calmarmi.
Ovviamente non ci riuscii molto.
Nonno... in cosa diamine mi hai cacciata?
E in cosa diamine mi sono cacciata io...
Qualcuno bussò alla porta.
<<Che palle ...>> mormorai seccata e stanca, per poi alzare la voce <<È aperto, entra chiunque tu sia! A meno che tu non sia il Caporale...>> ...ricordiamo che la stanza è il caos... <<Ma se sei Reiner sappi che ti scuoierò vivo!>>
La porta si aprì cigolando e due persone entrarono.
Li accolsi tranquillamente sdraiata a fissare il soffitto.
<<Per fortuna non sono Reiner>> salutò Jean, per poi coprire di scatto gli occhi di Eren, vedendomi a pancia all'aria.
<<FACCIA DI CAVALLO CHE COSA FAI!?>>si irritò Eren.
Tipico...
<<Tsk! STA ZITTO!>> brontolò Jean, guardandomi con pesante insistenza.
<<Che vuoi? Perché hai quella faccia sconvolta e seccata?>> chiesi senza interesse.
<<Accogli così gli ospiti?! In quella posa?>> rispose.
Alzai gli occhi al cielo.
<<Dannazione... che sei rompiballe. Sarebbe camera mia e posso fare cosa voglio. La tua gelosia te la puoi mettere dove sai!>> commentai sedendomi.
<<Tsk!>> schioccó la lingua arrabbiato,  liberando gli occhi di Eren.
<<No... per carità non metterti a imitare Levi come Auruo o ti defenestro>> esclamai sarcastica. <<Ciao Eren>> sorrisi.
<<Ciao T/N>> ricambiò il mutaforma senza troppa enfasi.
...l'allegria.... proprio...
<<Se volete qualche droga che vi renda allegri e felici, e non depressi e incazzati come sembrate,  io non spaccio. Grazie potete andare>> biascicai ributtandomi sul materasso.
Jean fece per rimettere la mano sugli occhi di Eren, che questa volta gliela scostò bruscamente... imprecando.
<<Andata via che ho sonno..>> mi coprii la faccia con un cuscino, disturbata dalla loro presenza.
<<Senza mangiare?>> alzò un sopracciglio irritato Jean.
<<Il cibo è  sopravvalutato a volte...>> mormorai nel cuscino.
Questa non sono io!
Qualcuno mi strappò il morbido e caldo cuscino dalla faccia.
Vogliono morire per caso?
<<T/N, non puoi rimanere digiuna!>>
<<Jean.... sono esausta!>>
<<T/N vogliamo solo passare del tempo con te! Alzati o ti mando Sasha a farti una lezione sull'importanza del mangiare>> tentò di convincermi Eren.
Oltre al fatto che mi  sorprese questo suo atteggiamento improvvisamente ''diplomatico'', io avevo altre idee in merito.
<<Tanto se viene Sasha, appena le dico che le lascio la mia razione, se ne scappa>> ghignai.
<<Andiamo! Passiamo già  poco tempo insieme dannazione!>> mi maledì Jean <<Potresti fare uno sforzo una volta tanto?!>>
Mi fece irritata quel ''una volta tanto''.
Mi alzai di scatto, picchiandogli il dito sul petto, e fulminandolo con lo sguardo: <<Credi che io mi diverta!? Che stare lontana da te sia il mio hobbie!? Perchè  se è questo che pensi dimmeno subito e sparisci dalla mia vista!>>
<<E allora seguici dannazione! Possibile che io debba cenare con questo dannato suicida!?>> ringhiò indicando, con un moto di entrambe le braccia, Jaeger.
<<CAVALLO COM->> stava per intromettersi il castano, ma...
<<STA ZITTO!>> lo bloccammo in contemporanea, continuando a ucciderci con lo sguardo.
<<Uno... Non mettere in mezzo Eren....>>
<<Ma che!?>>
E riflettei un secondo....
Sono troppo impulsiva per ora...
<<Due... per quanto sia difficile ammetterlo.... sapendo che me lo rinfaccerai per l'eternità:  hai ragione.... vengo con te. Ma... rifletti prima di dire frasi senza senso la prossima volta!>> sbuffai, gonfiando la guance.
Jean, dapprima sconvolto dal mio dargli ragione,  addolcì lo sguardo, sfiorandomi una guancia con una mano, e portando l'altra dietro la sua testa imbarazzato: <<Lo sai che a volte la mia bocca parla senza freno. Scusami>>
Sorrisi <<Non che la mia sia tanto più gestibile...>> commentai.
Ridacchiammo complici, mentre Eren, sentendosi il terzo incomodo, tossicchió.
Jean lo frecciò con una occhiataccia, perfettamente ricambiata dall'altro.
Io invece trovavo ogni scena sempre esilarante senza motivo. Forse Hanji mi drogava e io non lo sapevo?
Per quanto riguardava la faccenda di  Jean... era vero... Non ci vedevamo spesso. Era sempre impegnato in qualche incarico....
E noi sappiamo benissimo chi è  il responsabile... vero papà?!
...quindi mi sembrava legittima la sua richiesta, per quanto rude e irritante.
<<Allora andiamo?>> mi entusiasmai improvvisamente.
Si... Hanji mi avrà drogato di certo...
Eren e Jean mi scrutarono straniti.
Fu ''occhi verdi'' a prendere la parola:<<Vieni col 3DMG? Non lo togli?>>
<<Già, muoviti a  toglierlo... Ti aspettiamo fuori>> affermò Jean senza guardarmi.
<<No, ci vuole troppo tempo. Mi secca.>> scossi la testa.
<<Ma non stai scomoda?>>domandò dubbioso Jaeger.
<<No. Ci sto bene.. perc->>
<<Su, sempre la solita testona!>> si lamentò Kirschstein.
Ma cosa è!? Una associazione a delinquere chiamata ''Jean and Eren Company?''
Ora si siederanno a tavolino a parlare di ragazzi e a smaltarsi le unghie, sorseggiando un thè, commentando le borsette e i vestiti e leggendosi una rivista di moda!?
Da quando  sono complici e vanno d'accordo su qualcosa!?
<<Credo che debba decidere io se mi dia fastidio o meno. Quindi chiudete la bocca e sbrighiamoci!  Prima mangiamo... prima dormo! >> sbuffai, superandoli e uscendo dalla porta.
Non persero tempo a seguirmi...
Mi affiancarono velocemente, Jean alla mia destra e l'altro alla mia sinistra.
Erano particolarmente silenziosi e calmi quei due. Solitamente se chiudevi in una stanza un esemplare di Jaeger e un individuo di Kirschtein scoppiava l'apocalisse.
Invece ora non spiccicavano una parola, come se dovessero pagarle.
Indugiai con lo sguardo prima su uno, poi sull'altro, e viceversa...
Eren rifuggia subito ai miei occhi, scostando velocemente le enormi iridi verdi-azzurre ovunque, tranne che nei mie perfetti cerchi c/o.
Cosa che mi sarei aspettata invece da Jean,  che  camminava con sguardo fisso in terra.
Lo sorpresi più volte a fissarmi, senza che si azzardasse a staccarmi gli occhi di dosso. Ma non perché il mio caro  Jean ''mi mangiasse con gli occhi''....
Era uno sguardo strano che mi fece paura.
Era intriso di negazione, disagio, sospetto, incredulità...e, si, anche di amore...

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