Una mocciosa
Jean's pov
Quando la vidi avvertì il mio diaframma bloccarsi a metà respiro.
Spalancai gli occhi sorpreso e un po' sollevato, vedendo la sua figura all'orizzonte, minuta... scura e quasi impossibile da riconoscere in quell'oscurita che l'avvolgeva.
Ma io sapevo chi era...
Forse l'avevo saputo dal primo istante in cui il mio sguardo l'aveva catturata tra l'erba alta, prima ancora che Connie urlasse il suo nome.
Mi veniva difficile pensarlo, non volevo pensarlo, però avevo capito.
Deglutii...
Socchiusi la bocca per poi richiuderla incerto, sentendo il pomo d'Adamo risalire la curva del collo e ritornare nella sua posizione, aumentando la sensazione di avere un groppo in gola.
Io...
È lei!
Non potevo crederci, era lei.
Lei era lì!
Innanzi a me!
Una sagoma esile e fragile, malferma, stagliata contro il cielo notturno.
Non la vedevo chiaramente, è vero, tuttavia potevo riconoscerne i contorni che tanto avevo ammirato solo qualche mese prima.
Conoscevo a memoria le sue fattezze, preso a scrutarla quando era distratta, a posare lo sguardo involontariamente su di lei quando ancora non sapevo neanche io di provare qualcosa nei suoi confronti.
Perché sembravano passati anni?
Anni dall'ultima volta che ci eravamo stretti la mano e scambiato sorrisi?
Perchè averla innanzi mi faceva sentire così pesante e al tempo stesso gioioso?
Dio, se ero gioioso!
Era lì!
Viva!
Ma diversa...
Diversa dalla duchessina persa nei suoi pensieri tristi e sconclusionati...
... dalla ragazzina timida che non sapeva come chiedere a degli stupidi cadetti di passare il tempo con lei...
...dalla ragazza irriverente di cui mi ero innamorato.
Era diversa...
Lo era persino nell'aspetto.
Che diamine ha fatto ai capelli?
Sicuro sia lei?
Si... è lei.
Mi sentivo paralizzato.
Lei era non molto distante da me e io mi sentivo diviso in due, bloccato, terrorizzato alla sua vista.
Non ero pronto.
Non ero per nulla preparato!
Non a vederla così...
Non così sofferente!
Non riuscivo neanche a capire quanto fosse messa male!
E mi sentivo dannatamente in colpa...
Avrei dovuto fermarla!
Guardala! Guardala dannato testone!
Guardala come ondeggia!
Sembra sul punto di sgretolarsi!
Cazzo è colpa mia!
E chi è quel fottuto modello accanto a lei?!
Non intendevo Connie ovviamente, ma l'altra figura scura, alta, che teneva a braccetto la mia T/N.
Mi infastidiva inconsciamente che quel tipo le stesse accanto. Mi scatenava una stana irritazione...
Dovevo esserci io accanto a lei!
Eppure non potevo!
Non volevo e volevo!
Ero così incasinato in quel momento...
Diviso.
Confuso...
Da un lato avevo avvertito un enorme sollievo nel vederla apparire viva e vegeta. E a ciò si aggiungeva il timore di sapere cosa le fosse accaduto in quei giorni. Una paura viscerale che non sapevo spiegarmi, che mi attorcigliava le viscere.
Non riuscivo a comprendere una tale ansia... una tale infausta sensazione.
Dall'altro lato non riuscivo a perdonarla e a fidarmi di lei.
Volevo cancellare quello che provavo nei suoi confronti perché mi straziava dentro, mi faceva sentire un idiota...
Eppure non ci riuscivo.
Il motivo?
La amavo ancora.
L'amavo e basta.
E desideravo che i miei dannati piedi si schiodassero da terra, affinché potessi andarle incontro.
Volevo correre da lei, dannazione!
Al tempo stesso rifuggivo all'idea, come se farlo fosse uno sbaglio... quasi se ad attendermi ci sarebbero stati solo sofferenza e dolore.
Un mostro...
Disagio...
Un abbisso...
Devo andare da lei!
Muoviti Jean!
Invece rimanevo fermo, come ad avere i piedi conficcati nel cemento a presa rapida.
Era troppo...
Era troppo per me!
Troppo nella mia testa!
Troppo nel mio cuore!
Troppi contrasti, troppe emozioni!
Ero pur sempre un ragazzo!
Perché diamine avevo paura di lei?
Perché non potevo smetterla di pensare e ignorare tutto per una buona volta?!
Perché non potevo essere come Connie?
Perché non ci riuscivo?!
Solamente Connie aveva avuto l'ardire di raggiungerla e mi chiedevo come facesse a non avere cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Mi sentivo così inutile...
Così sbagliato e orgoglioso e ferito...
Anche se mi doleva ammetterlo, mi sentivo come Eren quando la duchessaina aveva ammesso di avere rubato quei documenti...
Lo capivo come si sentiva...
Tradito.
Tradito ancora una volta...
Solo che era diverso...
Io e T/N avevamo un rapporto differente, seppure sospetto adesso, con il senno di poi, che anche Jaeger provasse se non altro una certa simpatia per lei.
Per quanto mi sentissi tradito, mi sentivo altrettanto inutile nel rimanere impalato, mentre lei avanzava.
E mi sentii mancare quando la vidi zoppicare vistosamente. Mi sentii morire dentro come se sperimentassi il suo stesso dolore.
Specialmente nel sentire quella pazza di ragazza sconosciuta inveire animatamente contro Mikasa.
Che ha bisogno di una mano è eclatante... ma non riesco a muovermi..., pensai con dolore.
Forse sono davvero diventato paralitico...
Lo pensai con tristezza e disgusto, per me stesso, dovuto sia alla mia incapacità di lanciarmi verso la ragazza amata, sia al mio desiderio di soccorrere qualcuno che mi aveva ferito.
<<Non posso credere che T/N si sia fatta quasi ammazzare per proteggere degli individui come voi..>> stava continuando la rossa, gelandomi sul posto. Era dannatamente vero...
T/N era palesemente ferita...
Per colpa nostra... per colpa mia.
Colpa mia! Dovevo fermarla!
Pensai nuovamente, percependo il cuore stringersi e il senso di colpa allargarsi in petto.
Se prima distogliere lo sguardo dalla duchessa mi veniva difficile, ora mi si rendeva impossibile.
Il mio sguardo era incatenato alla sua figura tetra e vacillante.
Mi era impossibile, sì, scorgere il suo viso tanto era il buio, per un istante però mi era sembrato che i suoi occhi si fossero fissati su di me.
Avevo percepito speranza, risentimento, paura, tristezza in quello sguardo che non avevo realmente visto, solo immaginato.
Aveva bisogno di me...
Il terrore mi bloccava. Il terrore terribile di trovarla in condizioni critiche per causa mia... perché toccava a me fermarla a Trost.
E poi...
Mi avrebbe spiegato il perché di tutto quel casino? O sarebbe sfuggita di nuovo?
Avevo terrore di non essere altro che una pedina.
Avevo paura che non mi amasse davvero.
Avevo paura di amarla.
Avevo paura e basta.
La paura non poteva però farcela a fermarmi quando la vidi incespicare sui suoi passi, il viso tumefatto, livido, gonfio emergere alla luce...
Non resistetti...
Ignorare quello che mi stava scoppiando in petto era impossibile...
Qualcosa scattò in me.
Mi misi a correre vinto da una preoccupazione che improvvisamente aveva surclassato tutto, almeno momentaneamente.
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JeanxReader
Fanfiction''Finalmente le Ali della Libertà si sarebbero aperte anche per me''. Ecco una storia per le fan incomprese di Jean. Ci sono tante LevixReader e poche su altri pesonaggi di shingeki no kyojin... Così ho deciso di tentare questo esperimento. Spero...