Capitolo 43.

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IL VASO DI PANDORA

T/N's pov

Il corridoio non mi era mai sembrato così interessante come in quel momento, mentre Jean parlava come se non fosse successo nulla.
Cosa era avvenuto?
Vi ricordate la splendida giornata di ieri, quando mi aveva inviato quella bella frecciatina decisamente adorabile?
Si, quella sull'essere ''occupata con Eren''. Ovviamente neanche si era scusato o che ne so....accorto che mi ero vagamente irritata.
Quindi, a ogni sua parola, continuava a salirmi uno strano nervosismo.
Non so perché all'epoca me l'ero presa tanto per una sciocchezza...
... forse ero io a essere troppo suscettibile in quel periodo.
Sta di fatto che Jean parlava e io rispondevo con monosillabi, storcendo il labbro.
<<...ora dobbiamo solo sistemare alcune faccende e poi io e gli altri della squadra Levi ci trasferiremo in un luogo isolato>> spiegò sorridente.
<<Mh...>>
<<... so che non ne fai ancora parte. Ma sono certo che il Caporale te lo chiederà presto. Sta persino facendo predisporre una stanza per Dean. E... altrimenti perché vorrebbe parlarti?>> continuò.
<<...faccende da padre e figlia.. sai com'è...>> ribattei in maniera apatica, leggermente serafica, senza degnarlo di uno sguardo, mentre avanzavamo.
Jean si rabbuiò un po':<<Non vuoi venire con noi?>> quasi ferito.
ah, ora sei triste?
Non capisce ... mi sta salendo la bile al cervello.
Forse se avessi visto la sua espressione, mi sarei addolcita, ma ahimè continuavo a guardare innanzi a me.
<<..c'è Eren>> commentai.
<<Ti ha fatto qualcosa?!>> pronto a gettare giù la peggiori offese verso il Titano mutaforma.
<<Ma che!? Ovvio che no!>> sbuffai.
<<E allora si può sapere che hai!?>> Si fermò, irrigidendo il tono, seccato.
Mi voltai verso di lui:<<Chi io? Nulla>> con un tono che diceva l'esatto opposto volutamente.
<<Nulla un cavolo! Non fai che tenere quella sorta di broncio, rispondendo con dei grugniti! Mi dici che hai!?>>
<<Tsk, arrivaci da solo>> sibilai.
<<Ma che!? Voi donne ...io non vi capisco!>> esclamò portandosi una mano alla testa.
<<Mih ... così complicate siamo? Allora dovrei regalarti qualche libro di psicologia femminile. Non si sa mai!>> sarcastica.
<<Mi dici che diamine ti ho fatto e che c'entra Eren!?>> alzò un po' la voce.
<<Mah! Non saprei! Non vorrei ''occupare'' troppo tempo con Eren! Chissà che potrebbe ''accadere'' nella nuova sede!>> sibilai, con un sorrisetto sghembo, arrabbiata.
Jean sbattè le palpebre per un paio di volte, basito:<<Tutto sto casino è per quella frase?>>
In un attimo la rabbia svaporò quasi del tutto, facendomi rendere conto di essermi alterata per una fesseria.
Possibile che se Dean sparisce io divendo parente stretto di uno Jaeger?! A incavolarmi a caso?
<<Si>> ammisi più calma.
<<Ma era solo una stupida frase!>>
Jean... già che sono per ora un composto instabile, che neanche la nitroglicerina.... ora ti ci metti pure con questa frase e con questo tono!
<<Una stupida frase?>> guardai a terra <<Io sto in una stupida infermeria sperando che mio ''fratello'' si svegli... sola, e non te ne faccio una colpa perché sei impegnato, lo so.... e ti vieni a lamentare che Eren..>> ringhiai.
<<T/N, ora n->>
<<Fammi parlare>> scandii bene.
<<Okay>>
<<... Eren è un mio amico. ''Amico''. E quella tua frase mi ha ferito. E stato come se per un attimo tu abbia pensato che io avessi fatto la oca, per non dire altro..., con qualcuno alle tue spalle... infischiandomene di te o di Dean>> cercai di spiegare <<Capisci cosa ho provato? Come se tu non ti fidassi di me...>>
Jean mi si avvicinò:<<Scusami. Non pensavo che avresti pensato una cosa simile....>>
<<Ammetto di essere esagerata...>> aggiungo <<a volte...>>
<<Solo a volte?>> alza un sopracciglio.
<<Oh e va bene... nell'ottanta percento delle situazioni>> alzai gli occhi al cielo.
<<Ora va meglio>> in un mezzo sorriso.
<<Non va meglio nulla... tu ti fidi di me Jean?>> domandai seria.
<<Certo che si.>>
Lo fissai negli occhi, che non scostò.
Era sincero.
Jean non sa mentire granchè in effetti...
Sospirai.
<<Scusami se mi sono comportata da stronza. È che mi sento sulla soglia di un abisso... e sono intrattabile>>
Mi posò le mani sulle spalle:<<Non sei particolarmente più intrattabile del solito... sta tranquilla. Forse se io passassi più tempo con te non saresti così pronta ad ''assaltare'' la gente. Hai solo bisogno di sfogarti...>>
<<Hai ragione...>>sorrisi <<Ma non ora. Vorrei arrivare dal Caporale incolume e non che sembro un vampiro depresso, con gli occhi iniettati di sangue... In pratica la copia al femminile di Mister Nano sgorbutico>>
<<Come vuoi>> ridacchiò <<Ma se continui con questi soprannomi non so se ti metterà in squadra>>
Risi: <<Come se mi servisse il suo permesso>>
In realtà mi servirebbe...ma basterebbe chiedere a Hanji, che lei mi riporterebbe la posizione della località segreta dove si sposteranno tutti quanti.
Già mi ci vedevo a fare un'entrata a sorpresa, con un sorriso a trentadue denti, scrutando gli occhi seccati di Levi, mentre venivo sommersa dagli abbracci di tutti gli altri.
<<Posso entrare sta volta?>> mi cinse le spalle con un braccio, ritrovandosi appiccicato a me.
<<Entrare in che senso?>> inclinai leggermente il capo, tipo come certi cani curiosi, con lo sguardo adorabilmente confuso, non capendo che intendesse.
Vidi Jean passarsi una mano sul viso.
<<Che ho detto di così sconvolgente da farti facepalmare con tale vigore la faccia?>> feci mettendo una mano sul fianco.
<<Che sembri Eren!>>
<<Sarà per questo allora che ti piaccio>> risi, sfottendolo.
<<Ma che!?>>
<<Ammettilo>> faccina sapiente.
<<No! Ma neanche morto! E comunque intendevo il tuo essere dissociata dal mondo...>> sbuffò seccato.
<<Forse dovrei essere io a preoccuparmi di come ''occupi'' il tuo tempo con Eren>> risi, vedendolo alterarsi.
<<...>>
<<Jean?>>
<<CHE SCHIFO MI HAI FATTO IMMAGINARE ME E JAEGER FARE..>> si interruppe vedendo Connie guardarlo scioccato, mentre si allontanava in un altro corridoio.
Nella faccia di Jean, impressa a fuoco, la frase: ''che figura di merda''.
Io continuavo a ridere: <<Allora te li fai i filmini mentali! Hahaha>>
<<No! Che non m->> lo interruppi tappandogli la bocca con una mano.
<<Come sei irrequieto..>> sorrisi sghemba e divertita dalla sua reazione esagerata.
Anche io sono stata esagerata poco fa...
Mi scostò la mano, con malgrazia. <<Tsk. Intendevo se posso assistere alla ''conversazione padre figlia'' con Levi>> sbuffò seccato.
<<Ma certo che puoi. Che domande...>> risi <<Però scostati o credo che il caporale ti ammazzerà con lo sguardo.>>
Lo vidi impallidire al pensiero, per poi dire:<<Lascia che mi uccida>>
<<Wow!I suicidi nel Corpo di Ricerca spuntano come i funghi...>> lo presi in giro.
<<Ma oggi ce l'hai con me?>>
<<Ovvio che si>> sorrisi ampliamente, entrando nell'ufficio di mio padre, pulito come sempre all'estrema perfezione.
Non poteva mancare ovviamente la mia uscita firmata Tess.
<<Ciao Nano, che si dice!>> salutai agitando la mano.
Già iniziamo bene.... ma perché quando entro in modalità sfottimento non riesco a frenarmi?
Sentii il braccio di Jean irrigidirsi, sicuramente per la mia uscita ... ma anche per lo sguardo bieco del corvino, sistemato su un divanetto a bere il thè.
Sai che novità... Quanti cavolo se ne beve al giorno?!
Cioè, lo trovo sempre a bere thè!
<<T/N... e Kirshstein....>> commentò, sorseggiando dalla tazzina con calma <<Staccati da lei che le devo parlare>> aggiunse rivolto al ragazzo.
Jean eseguì, rimanendo impalato in piedi, mentre io mi lasciavo cadere pesantemente sul divanetto, quasi facendo sobbalzare Levi, che mi inviò, con molto affetto, una delle sue famosissime occhiatacce.
<<Si, so di essere una figlia esemplare... Non sprecare i complimenti>> sorrisi asimmetrica.
Questo divanetto è il paradiso! È ..è comodissimo come quello che avevo a Palazzo! Da qua non mi muovo più.
<<Tch.. insopportabile come sempre>>
<<Mah... chissà da chi ho preso...>> cercando una tazzina per il thè <<Che devi dirmi Caporale?>>.
<<Sei nella mia squadra mocciosa>> rispose col suo tono apatico.
Lo guardai di sottecchi:<<Neanche un ''vorresti entrare nella mia squadra''? .... e se io non volessi?>>
<<Sono un tuo superiore. Decido io chi voglio in squadra, quindi fattene una ragione>>
<<Tess aveva ragione. Non hai senso dell'umorismo!>> alzai gli occhi al cielo <<Ovviamente non aspettavo altro che me lo dicessi>>ammisi, finalmente a sorseggiare una tazzina di thè.
Qualche giorno mi mena se continuo a sfidarlo...
<<Tu come stai?>> mi domandò improvvisamente.
Quasi mi strozzai per la sorpresa. Battei il pugno sul petto, tossendo.
<<Eh? Come mai questo improvviso interesse?>> esclamai.
<<... forse perché mi preoccupo?>>
Qua qualcosa mi sa di strano. Che il mondo vada alla rovescia?
Guardai Jean.
No, Jean non è sottosopra.... Allora non sono in un sogno strano...
Okay...
Si, pensieri molto profondi e intelligenti...
<<Come devo stare?... Bene>> guardai le mie mani, analizzando con vivida attenzione i calli che le spade mi avevano lasciato.
<<Non rifilarmi cazzate. Non sono nato ieri>> sempre a sparare parolacce...nanche uno scaricatore di porto.
<<Pff non sembra. Insomma... dimostri appena vent'anni ... altro che trentacinque>> sbuffai.
<<...Mocciosa..>>
<<Sto uno schifo! Va bene? Contento? Ora vuoi essere eletto padre dell'anno?>> buttai fuori <<Che cavolo di domande mi fai, dico io!? Dean è in quello stato e mi sento sotto terra! Ma cerco di tirarmi su il morale...>> irritata, cercando di nascondere dietro il nervosismo la mia fragilità.
<<Inutile che fai così... so cosa si prova T/N>> fece mio padre.
<<Tsk!>>
Ignorò il mio schioccare di lingua infastidito, riprendendo a parlare in piena apatia.
<<Quando sono uscito dal Sottosuolo, arruolato forzatamente nel Corpo di Ricerca, con me c'erano altre persone. Farlan e Isabell si chiamavano ed erano come parte della mia famiglia. Sono morti nella prima missione... perché io mi sono allontanato. Li ho visti morire a un passo dal mio intervento...>> i suoi occhi guardavano un punto indefinito, terribilmente apatici.
Ma vi leggevo ugualmente tutto il dolore che doveva avere provato e continuava a sentire.
<<Quindi non venirmi a dire che non capisco o che faccio domande idiote. Tu almeno non hai visto la testa di Dean rotolare per il campo di battaglia a fissarti con gli occhi spalancati e vuoti... o tagliato a metà da un paio di denti, per poi essere divorato.>> mi frecciò con lo sguardo, incredibilmente loquace per una volta.
Immaginai per un attimo di vedere me e Dean al loro posto.
Gli occhi scuri del mio amico spalancati nel buio,  senza anima.
Sentii un conato pronto a sopraggiungere e uno strano assurdo senso di panico.
Oh santo cielo....
<<Io... mi dispiace...>> sussurrai, con le lacrime agli occhi.
Mi sentivo... strana.
Come se quella fosse la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Come se qualche deficente avesse aperto il vaso di Pandora, lasciando foriuscire una serie di demoni e emozioni negative, che adesso mi vorticavano addosso.
In più mi sentivo particolarmente empatica verso la situazione del Caporale.
No...no..no..No! HO SBALZI DI UMORE PEGGIO DI UNA DONNA INCINTA OGGI!
Lottai con tutta me stessa per non cedere al pianto senza senso che voleva conquistarmi.
Ci stavo per riuscire, ma Levi mi tirò verso di lui, facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla, con grande stupore mio e di Jean.
Non mi abbracciò e continuò a rimanere rigido, avvolgendomi con un braccio le spalle.
E le lacrime iniziarono a scendere silenziose dai miei occhi, quasi con leggerezza.
Era bastato solo quel contatto.
La mia guancia contro la camicia perfettamente stirata di mio padre.
Un padre che non mi aveva vista nascere, muovere i primi passi, crescere... che si era sempre comportato con me come con gli altri...
Era la prima volta che mi sentivo veramente ''figlia''.
Mi sentivo rincuorata da quello strano gesto.
Mi sentivo riscaldare il cuore pensado che mio padre stava, a modo suo, tentando di aiutarmi e consolarmi.
Papà...

Jean's pov

Avevo continuato a fissare impotente T/N piangere, senza emettere un singhiozzo, sulla spalla del padre, non azzardandomi a inserirmi in quella situazione piuttosto rara.
Mi sentivo di troppo e allo stesso tempo idiota per non avere compreso fino in fondo quanto fosse pronta al collasso.
A certo punto si separarono.
Lei si asciugò gli occhi arrossati, tamponandosi con la manica, accennando a un sorriso timido.
Pure il caporale sembra rasserenato.
Anche se è  impossibile esserne certi, dato che non si scompone...
Poi la sua espressione mutò, prendendo un cipiglio serio, rivolto alla figlia.
<<E un'altra cosa..>> aggiunse.
<<Cosa?>> mormorò T/N, dubbiosa.
<<Pixis mi ha fatto una strana richiesta...>>
Pixis? Richiesta? , mi risvegliai, tendendo l'orecchio.
Ricordavo bene ciò  che avevo origliato .... e ricordo chiaramente l'accenno a Pixis...
Anche T/N sembrò divenire particolarmente attenta.
<<Che genere di richiesta?>> chiese, improvvisamente calma e con uno strano sguardo negli occhi.
La sua posa comunicava una fermezza e una professionalità in cui non l'avevo mai conosciuta...
...e allo stesso tempo dava l'impressione di essere rilassata.
Mi affascinava ...
<<...mi ha chiesto se ti poteva ''fregare'' per una sorta di favore...>> iniziò Ackerman, pacato.
<<Che genere di favore?>>chiese lei con un tono autoritario decisamente nobiliare.
<<Vuole il tuo aiuto per acciuffare dei trafficanti di 3DMG e fucili, rubati nel deposito della Guarnigione.>> spiegò <<Dice che sei qualificata...>>
Lo sguardo di Levi si posò, stranamente scrutatore, sulla figlia, come a sondarla.
T/N dal canto suo era diventata imperturbabile <<Ehm si... qualche volta l'ho aiutato in circostanze simili>>
Perché T/N ha cambiato espressione così all'improvviso?
E perché ha già lavorato per Pixis. Pensavo facesse parte della Gendarmeria...
Che riguardasse il suo misterioso ''lavoro''?
In effetti, quando avevo ''casualmente'' origliato il breve scambio di battute riguardo quel segreto, avevo sentito un ''Pixis lo sa''... o una cosa simile.
Volendo la situazione che riportava era plausibile.
Ma se aveva semplicemente aiutato la Guarnigione ad arrestare dei criminali, perché aveva paura che altri ne venissero a conoscenza?
E perché ora lo aveva condiviso senza battere ciglio?
C'è qualcosa sotto?
<<Va bene...ma stai attenta.>> annuì Levi.
E inoltre quel suo cambiamento repentino mi metteva in allerta.
Che fosse tesa?
T/N cosa ci nascondi?
Una serie di teorie terrificanti mi affolarono la mente, tormentandomi.
Arrivai persino a chiedermi se anche lei fosse una doppiogiochista come Reiner, Berthold e Annie. Se un giorno si sarebbe trasformata in un bestione di quindici metri macinando gente e compagni.
Non ci tradirà, non lei...
E poi che cacchio mi immagino!? Le ho appena affermato di fidarmi di lei!
E comunque era una duchessa comprovata. Di conseguenza non veniva da oltre le mura come il trio dei Voltafaccia.
E l'avevo visto l'odio bruciare nei suoi occhi per il tradimento. Ardeva senza controllo. Io e Dean ci eravamo scambiati sguardi preoccupati, ma non aveva fatto cretinate.
Eccetto il farsi mangiare da un titano...
Ho perso quarant'anni di vita in un istante...
Ma quindi in cosa consisteva quel lavoro?
Era davvero così terribile da risultare un segreto inconfessabile?
No... Non sarà nulla di che.
Ma, per quanto cercassi di scacciarlo via, il dubbio rimaneva.

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