Capitolo 9.

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T/N's Pov

<<Wow ...>>
Era davanti a me... lontano....
Eren Jaeger trasfigurato in un gigante di classe quindici metri, i muscoli che guizzavano, sotto sforzo, contro un sottile strato di pelle.
Era come trovarsi innanzi a una splendida statua antica, una di quelle greco-romane, che avevo conosciuto attraverso i libri ''proibiti'' della biblioteca di mio nonno.
Sollevava un enorme masso rotondeggiante e mi ricordava vagamente Atlante, il personaggio mitologico intento a sorreggere la volta celeste.
Avanzava lento, verso la breccia...
Al suo fianco Mikasa, la ragazza orientale con la sciarpa rossa, e Armin, il cadetto biondo e geniale.
Restai a fissarli imbambolata, anche se gran parte della mia attenzione era catturata da Eren... ovviamente, posizionata comodamente sulle tegole di un tetto.
<<T/N?>> una voce che mi chiamava.
Wow...
<<T/N!!!>> cercò di risvegliarmi dal mondo dei sogni Dean.
<<Mh?>> risposi semplicemente senza guardarlo.
<<Allora quell'Eren ti piace davvero tanto!>> strabuzzò gli occhi.
<<EH!?>> ritornai in me <<Ma sei fuori!? Ancora con questa storia della ''cotta per Jaeger''!? Ero solo sorpresa..>> sbuffai con un broncio e gli occhi socchiusi a fessura.
Il risultato?
Dean scoppiò a ridere...
<<Adoro quando indossi il tuo ''broncetto arrabbiato''!>> sempre ridendo <<Sei così carina!>>
Lo guardai un attimo ...
...e scoppiai a ridere anche io.
Dopo un paio di secondi il mio viso riprese un espressione seria e osservai Trost dall'alto dei tetti.
Non avevo mai vista tanta devastazione in vita mia, neanche nel Sottosuolo.
Molte case erano sventrate, o per i massi scagliati dal Gigante Colossale o per il passaggio di qualche titano più massiccio del solito.
Per le strade.... sui tetti .. sui muri era riversato ciò che rimaneva di molti soldati: sangue, arti e corpi.
Mi si gelò il sangue nelle vene alla vista dì tale scempio. Ed ebbi paura... paura di finire così. .... come una fredda e inerte massa di carne, immersa in una pozza di sangue, inevitabilmente scomposta e probabilmente non integra.
Ma non avevo intenzione di lasciarmi paralizzare dal terrore...
''Ricora T/N... la paura, se tenuta sotto controllo, è una cara amica che ti acuisce i sensi e ti impedisce di fare sciocchezze''
''Si nonno! Me ne ricorderò!''
Osservai i giganti.
Avanzavano, nelle loro andature scomposte e strane, verso eren.
Non potevo permetterlo.
<<Dean impediamo a quei titani di raggiungere Jaeger e la squadra che lo protegge. Deve richiudere quella dannata breccia a ogni costo>>
... anche a costo delle nostre vite, ma questo era sott'inteso e evitai di dirlo. Come se, dicendo la frase pensata, saremmo morti per certo.
Eppure io non sono superstiziosa ....
<<Agli ordini duchessa>> annuì Dean, saltando dal tetto.
Io lo seguìi a ruota, librandomi nell'aria. Premetti i pulsanti facendo fuoriuscire maggior gas, acquisendo più velocità.
Devo stare attenta però a non finire il gas....
Avvistai i primi due giganti.
Comunicai a Dean con un gesto di occuparsi di quello a destra, mentre io mi sarei gettata su quello a sinistra.
Dean virò, eseguendo i miei ordini.
Io proseguii per la mia rotta, impugnando stretta le mie spade.
Lanciai un arpione su una parete e l'altro su un campanile. Agirai il gigante a velocità, sfruttando la tensione della corda dell'arpione, affondando la lama nella carne bollente, tranciandogli di netto la collottola. Ritirai allora uno degli arpioni e proseguii la mia corsa a mezz'aria, mentre il gigante evaporava ormai morto al suolo. Scorsi un altro titano appena prima che mi afferrasse con la bocca. Mi lasciai precipitare e sentii il cozzare dei denti enormi a un nulla dalla mia testa. Ma non mi lasciai impressionare e mi allontanati dalla sua portata, mentre Dean lo finiva.
<<Dannazione! Ho pensato davvero ti avesse uccisa!>>mi urlò il mio amico. Il suo volto era l'incarnazione della preoccupazione.
<<Ehi! Per chi mi hai presa! Non sono mica una novellina!>> esclamai ridacchiando, continuando a sfrecciare, affiancata da Dean, inseparabile compagno di battaglia.
Come sempre sembravamo leggerci nel pensiero a quanto eravamo coordinati e precisi.
Anni e anni di vita passati insieme.
E poi avevo sempre amato usare il 3DMG.
Sentire l'aria che mi frustava il viso, il vento che sfiorava capelli e vestiti, facendoli oscillare...
Era come volare.... come se fossi un uccello.
Adoravo pazzamente gettarmi in acrobazie assurde e complicate, sfruttando al meglio gli arpioni, la fuoriuscita del gas e spostando il peso sull'imbracatura.
Era un modo per sentirmi libera, come quando mi dondolavo a tutta velocità da bambina sull'altalena. Non a caso ero tanto dotata.
La libertà.... quella cosa astratta che continuerò sempre a cercare....
Da lì in poi fu un continuo volteggiare, tagliare ed evitare giganti, salvare e vedere divorare soldati.... in un caos in cui la mia unica sicurezza era Dean, sempre al mio fianco.
È un ecatombe...
E infine.... lo vidi... Eren. Lo vidi sigillare le mura, in corrispondenza della breccia, incastrando l'enorme macigno.
Si! C'è riuscito!
Io scambiai uno sguardo felice e di intesa con Dean. Con la breccia sigillata non sarebbero più entrati giganti. Ora era questione di eliminare quelli rimasti all'interno di Trost. Per la prima volta... l'umanità aveva vinto.
Un fumogeno verde venne sparato in aria, simbolo della missione riuscita.
Abbiamo....abbiamo fermato i giganti...
<<Su Dean! Non è ancora finita!>> affermai con un ghigno <<Non è certo l'ora di dormire sugli allori!>>
<<Ehi... ti ricordo che quella che poltrisce sempre sei tu... duchessina!>>
<<si Dean! Come vuoi tu>> ridacchiai rigettandomi nella mischia.
Mi sentivo elettrizzata.
Alzai lo sguardo e....
Ma quelli....
Dei mantello verdi con lo stemma delle ''Ali della Libertà''.
...sono del corpo di ricerca! Sono arrivati! Sono tornati dalla spedizione!
Ora era certo, avremmo vinto contro ogni dubbio. Nessuno era più bravo di loro a sterminare giganti.
Beh... fa vedere loro di cosa sei capace, no?
E lo feci. Non sono certo una che pensa cose a vanvera.... okay... forse si, ma non in quella occasione.
Iniziai a saettare come un fulmine per i vicoli della città, assaltando i giganti come un predatore o una belva famelica, con le spade perennemente avvolte dal sangue.
<<T/N! Jaeger sembra nei guai!>> mi urlò Dean.
Mi voltai e vidi il ragazzo castano, ormai senza forze, aggrappato a Armin Arlet... pronto a essere afferrato da un gigante.
No! Sono troppo lontana! Non riuscirò mai a raggiugerli.... lo sconcerto e l'impotenza affiorarono nei miei occhi e Dean se ne accorse.
Anche lui aveva un'espressione simile alla mia.
Non posso fare nulla....
Ma allora eccolo... un qualcosa roteare su se stesso a una velocità a dir poco estrema per un comune soldato. Il titano non si era neanche accorto di essere morto. Si era accasciato come un sacco di patate, con un uomo che ora lo sormontava in piedi, rivolto verso Eren... il mantello verde che si gonfiava al vento.
Le Ali della Libertà.
Ma sta volta non era quello splendido simbolo blu e bianco ad attrarmi, ma l'uomo basso e magro che lo rappresentava.
Mi fermai a osservarlo impalata, su un tetto, lontana dal pericolo.
Non può essere lui....
<<T/N... ma quello è. ..>> sussurrò Dean sbattendo gli occhi verso di me.
Quando gli occhi grigi dell'uomo si girarono verso di me... senti una sorta di mancamento.
Non si osi fraintendere una cotta perché no.... doveva avere sui trentacinque anni. E si... sapevo bene chi era.
Per un attimo i nostri sguardi si incrociarono e sentì un brivido lungo la schiena.
Era il soldato più forte dell'umanità, Levi Acherman.
A dire il vero me lo aspettavo più alto questo Levi.... ma cavolo! È fortissimo.
Avevo sempre desiderato vederlo e ora era là.... davanti a me.... anche se a una certa distanza.
Dean continuava a fissarmi.
<<T/N....>> mi chiamò.
<<Andiamo. Ci sono giganti da abbattere.>>
Mi voltai e ripresi a sfrecciare.

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