Capitolo 42.

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CONTATTO

T/N's pov

Quel giorno il sole splendeva fulgido nel cielo. La luce solare attraversava vigorosa il vetro delle finestre e illuminava abbagliante gli ambienti, quasi beffandosi della mia buia tristezza.
Il bianco dell'infermeria, sotto quella luce, era abbacinante.
Dal mio risveglio, nella camera di Levi,  non mi ero mossa più da quella ampia stanza pregna di disinfettante.
Mi ritiravo nel mio alloggio solo per dormire qualche ora,  la notte, e poi tornavo a vegliare su Dean, ancora dormiente.
Quanti giorni erano passati?
Tre? Quattro?
Era ancora lì, supino, i ricci sparsi sul cuscino,  fuori pericolo... almeno momentaneamente.
Ma non si svegliava.
I suoi occhi rimanevano sigillati al mondo e io temevo davvero di non vedere mai più le profondità del suo sguardo.
Seduta sul materasso non facevo che rimirare le sue guance nuovamente rosee, l'espressione serena.
Sembrava davvero che dormisse...
A volte riuscivo a illudermi, credendolo perso nel mondo dei sogni....
Poi ricrollavo nella dura realtà.
Era in coma.
Una semplice parola di quattro lettere... due vocali e due consonanti ....tuttavia ugualmente terribile e spaventosa.
Presi a giocherellare con un ciuffo riccioluto del mio amico, ammirandone la setosità, attorcigliandolo tra le dita.
<<Hai dei capelli così belli ... Da bambina volevo averli esattamente come i tuoi. Ci credo che le donne ti cascano ai piedi ... Diamine... sei uno schianto pure in queste condizioni di merda>> commentai a bassa voce.
Quanto vorrei possa rispondermi...
Sicuramente mi provocherebbe in qualche modo, con una delle sue frecciatine.
<<Sai, tutti non aspettano altro che il tuo risveglio. Vedi di fare presto ''bella addormentata nel bosco''. Non vorrei che tra cento anni qualche principe venga a baciarti nel sonno. Sei etero... quindi non penso ti piacerebbe... e anche perché tra cento anni non  potrei esserci godermi la scena e a sfotterti>> ridacchiai mesta, continuando a rigirarmi il suo ciuffo tra le mani.
Liberai quel ricciolo castano e lasciai scivolare la mano sulla sua guancia.
Almeno ora non è  freddo.
Nel silenzio dell'infermeria sentii l'avvicinarsi di passi veloci.
Di chi è  questa cadenza? 
Il passo di ....
... Eren...
Entrò senza neanche bussare.
Ma in effetti la porta era spalancata.
<<Ciao compare suicida>>  eslcamai, nonostante la voce continuasse ad avere una inclinazione tragica, mentre lui si avvicinava a me.
<<Ciao. E non chiamarmi suicida anche tu....>>
<<Ma noi siamo il duo suicida!>> scherzai, godendomi i suoi occhi verdi-azzurri scioccati.
Non gli piace mai eticcare la nostra amicizia in quel modo... ma è  troppo divertente vedere la sua faccia.
<<Okay, okay...>> alzai gli occhi al cielo <<Ricominciamo dal principio... Ciao Eren. Ora va meglio?>> sorrisi sorniona.
<<Si, va meglio>> ricambiò, affiancandomi in piedi, volgendo lo sguardo su Dean.
<<Come sta? Nessun miglioramento?>> chiese all'improvviso, serio.
Eh? Che è sto sguardo?
<<Miglioramenti? L'unico miglioramento è  che è  vivo... solo questo. Ma sta meglio... fisicamente parlando>> spiegai, con finta calma,... apatica quanto un Ackerman.
Bah... alla fine sono un'Ackerman anche io...
Lo vidi sospirare.
Ma è  depresso pure lui?
Una banda di suicidi depressi... il top!
<<Qualcosa non va?... intendo oltre alla nostra chiara comune voglia di sotterrarci e di vedere Dean saltellare a destra e a sinistra..>> con tono piatto.
<<Mi chiedo sempre come ti vengano certe frasi in queste situazioni...>> guardandomi ancora una volta stranito.
Perché sconvolgo le persone?
<<Intendi perché sparo cretinate invece di urlare e incazzarmi per ogni fesseria?>> ridacchiai sfottendolo.
<<Perché sembri parlare di me...?>>scherzò, incrociando le braccia.
<<Mah non so...>> ghignai appena<<Però ...smettila di cambiare argomento e rispondimi>>
Ritornò serio e prese a fissare il suolo con parecchio interesse: <<Se non mi fossi lasciato rapire... Dean non sarebbe in un letto...>>
Lo aveva detto con un tono tanto basso e sussurrato da stranizzarmi.
<<Eren... io ero con te. Neanche io ho saputo fare nulla...>>
<<Si ma...>>
<<Eren. Ti dico come la penso.... e ti dico una cosa che Jean ha detto a me... Non è  colpa tua. E dico sul serio. Non credo che essere tradito, rapito, legato come un salame e quasi divorato fosse nei tuoi piani. E sono certo che neanche Dean te ne farebbe una colpa.  Sei già carico di pressioni e responsabilità, non aggiungerci anche questo. Inoltre sappiamo bene entrambi chi è  il responsabile di tutto.... >> lo contestai.
Non rispose subito:<<... qualunque sia la verità, io mi impegnerò per fare cessare tutto questo...>> rimase in silenzio e poi riprese <<Ci hanno ingannato per tutto questo tempo.... Persone che reputavo come parte della mia famiglia... >> stringendo i pugni, in un sussurro.
In quell'istante mi sembrò, Eren, il tizio sempre arrabbiato, un pulcino bagnato.
Jean, non spuntare ora perché potresti fraintendere...
E vorrei evitare spargimento di sangue....
Cinsi con le braccia Eren ....
Si era un abbraccio, lo ammetto, ma non potevo vederlo così abbattuto.
<<C-che stai facendo?>> balbettò rigido.
<<Cerco di consolarti>> alzai gli occhi al cielo.
Non capisce na' mazza!
Rimase tra le mie braccia senza ricambiare, ma rasserenandosi un po'.
Poi sciolsi l'abbraccio e sorrisi,  subito ricambiata.
<<Grazie...>> incespicò un po' imbarazzato.
<<Ah... e che sarà mai>> ridacchiai.
Ma mi sovvenne alla mente la nostra discussione interrotta da Hanji.
<<Senti Eren.... Che dovevi dirmi sul carro?>> piena di curiosità.
Jaeger mi scrutò confuso:<<Quale carro?>>
... Eren... ti voglio bene, ma cavolo un po' di concentrazione!
<<Come quale carro? Quando ci avete salvato al Castello e abbiamo parlato, prima di venire interrotti dalla Caposquadra!>>
<<Ah.... si. Ma non sono più sicuro di...>>
<<Eren..>>
<<Tu stai davvero con Jean?>> si decise alla fine.
Aspetta... tutto qua?
Però era stata posta in maniera piuttosto impulsiva.
<<Ehm.... si? Si stiamo insieme da prima che partiste per Stohess... davvero non ne sapevi nulla?>>
<<No....>>
Passai una mano sul mio viso,  maledicendomi.
<<Pensavo lo sapessi!>>
<<Io speravo me lo dicessi tu. Insomma...siamo amici..>>
<<Mi spiace Eren... ero presa da tutta la faccenda di mio padre e... scusami>>
<<Ma.... lui ti piace davvero?>> chiese, scrutandomi con i suoi occhioni.
Perché mi sembra che qualcosa non vada?
<<Certo che mi piace... Non sono mica una che si innamora ogni due secondi o sta con uno solo per sport....>> commentai acida <<Ma perché questa domanda?>>
Lui sembrò esitare, ma poi rispose: <<Non è  nulla di importante.>>
Uhm...
<<Non sembrerebbe....>> alzai un sopracciglio.
Mi sembrò di sentire la voce di Dean urlare nella mia  testa: ''Non capisci un tubero''.
Un tubero?
<<Davvero T/N... oramai non ha senso dirtelo.>> si guardò la punta dei piedi, ancora una volta con davvero tanto interesse.
Nuovamente la voce di Dean assillarmi: ''Cribio! Non dirmi che non hai capito, perché mi metto a fare il sunnambulo in coma e ti piglio a calci!''
Ma che!? Dean!? Ma allora sei davvero telepatico!!!
''Ovviamente''
Secondo me il Caporale nel  thè mi ha messo della droga. Ora parlo da sola...
<<Fingerò allora di non essere curiosa>> cedetti, tirando una guancia di Eren <<E continuo ad adorare le tue guance >>
<<Ahi...E la mie guance continuano a dissentire...>> mi allontanò la mano.
<<Ah si!? Ora vedrai chi comanda!>> ghignai belliggerante, tirandogli l'altra guancia.
<<Ma che!?>> esclamò una voce <<Che cavolo state facendo?!>>ora era seccata e stupita.
Una battaglia di sguanciottate?
Io e l'altro ''suicida'' ci voltammo verso Jean con una faccia colpevole, senza avere fatto nulla di che.
Jean dal canto suo mi guardava indeciso se essere geloso o meno.
O meglio... geloso già c'era...
Non sapeva se limitarsi a guardarci truci o sclerare.
Eren era pronto a scattare nella imminente rissa.
Come se non fosse una novità...
Invece io trovavo la situazione alquanto esilarante, almeno nella mia testa.
Scoppiai a ridere:<<Ciao Jean. Mi divertivo a torturare Eren>>
Mi guardarono entrambi stralunati.
Ehm... okay?
<<Torturare?>> ci riflettè su <<Si... puoi farlo.>> rivolgendo uno sguardo tagliente al diretto interessato.
<<EHI!>> si alterò Eren.
<<Bambini basta litigare, che c'è gente che dorme anche troppo profondamente>> sbuffai, tornando a osservare Dean.
Dean ... porca paletta svegliati! Mi manchi ...
Per un po' mi ero distratta dalla sua condizione. Per un attimo avevo ritrovato un minimo di allegria.
<<Va bene... però Hanji vuole parlarti....>> comunicò Jean, senza troppo interesse, per poi stringere gli occhi a fessura <<Sempre che tu non sia troppo occupata con Jaeger>>
Oh... che frecciatina adorabile...
Proprio....
<<Non sai quanto adoro la tua gelosia...>> feci sarcastica <<Ma, non sono così occupata con Eren come pensi>> alzandomi <<Dove trovo quell'esaltata?>>
<<È nel suo ufficio>> mi informò, mentre gli passavo al fianco.
<<Grazie ''Tesoro'', ci vediamo dopo>>  salutai, con una punta acida nel tono, per poi rivolgermi a Jaeger<<E ciao Eren. Non scannatevi>>
Presi a percorrere il corridoio, un peso sempre sul cuore, ma con un sorriso irritato sulla faccia.
Cioè.... mi conosce e mi accusa di ''essere troppo occupata con Eren''!? Ma scherziamo!?
Io!?
Mentre Dean è in coma, secondo la sua geniale mente, mi metto a flirtrare con Eren!?
A volte lo pesterei a sangue!
<<Perché me la sono presa tanto...>> sospirai, rendendomi conto di essere giunta davanti la porta dell'ufficio di Hanji. Entrai fieramente senza bussare, come Jaeger, tanto per rimanere in tema...., e cercai di non inciampare sulle pile di fogli sparsi sul pavimento..
Hanji era caotica sin nel midollo. Quella stanza era il regno del caos.
Qualsiasi superficie era ricoperta da oggetti, fogli, avanzi di cibo ... e c'era molta polvere. Vidi persino un centopiedi saettare fulmineo accanto a me.
Mio padre se entrasse in questo ufficio gli verrebbe un infarto.
E nell'eventualità che sopravviva... credo che scatenerebbe l'inferno... sclerando in maniera isterica.
Certo... è  un esperimento da fare.
Ero alquanto divertita all'idea di vedere il Caporale andare in escandescenze, abbandonando la sua apatia. Anche perché quella rabbia non sarebbe stata rivolta contro di me ma contro...
Hanji. Un attimo.... Dove è  Hanji!?
<<Hanji? Ci sei?>> chiesi vagando con lo sguardo.
Qualcosa emerse da sotto la scrivania... che neanche sembrava una scrivania, dato che era sommersa da oggetti... a una velocità impressionante, balzandomi addosso e stringendomi le braccia intorno.
Quasi caddi, oltre che mi presi io l'infarto, mica Levi...
<<T/NNNNNNNNNN!!!! SEI VENUTA!>> mi stritolò.
<<HANJI CHE STAI FACENDO!? MI HAI FATTO SPAVENTARE!>>
Mi lasciò ridendo allegramente:<<Esagerata>>
Io? Io sarei esagerata!? Io!?
Oggi mi arrabbio troppo facilmente ...
Influenza Jaegeriana.
<<Volevi vedermi?>>
<<Oh... si>>annuì.
<<Allora?>>
Lei mi scrutò un attimo, si sistemò gli occhiali con un dito e pose la fatidica domanda:<<Io sto per andare con Connie al suo villaggio per occuparmi del gigante sulla casa.... Vorresti darmi una mano?>>
La richiesta mi prese in contropiede.
Da un lato non volevo lasciare il mio amico solo, ma dall'altro sapevo che non potevo continuare a vivere piantata in infermeria, al suo capezzale. Facevo pur sempre parte di un Corpo militare. Fin'ora avevano rispettato la mia poca voglia di lavorare perché ero un soldato forte e battagliero, un Ackerman  e perché ero ferita. Ma ormai la gamba era guarita.
Tuttavia  un'altra ferita era troppo fresca nel mio animo.
U- uscire !? E Dean?
<<Come mai questa richiesta?>> mi guardai la punta dei piedi.
<<Sei perspicace. Inoltre sei amica di Connie e preferirei abbia qualcuno di cui si fida al fianco ... dato che è  il suo villaggio... Gli altri sono tutti occupati in altri incarichi.>>
<<Capisco...>> mormorai, ripensando al viso di Springher durante la nostra sosta al Castello di Utgard.
Un viso con un'espressione che non doveva discostarsi molto dalla mia.
<<So che per ora hai altro a cui pensare,  ma una mano in più ci farebbe comodo>> aggiunse.
Rimasi un attimo in silenzio, contemplando le mie due possibilità: seguire Hanji o stare con Dean.
Ripensai Dean, costretto nel suo stato immobile e privo di sensi.
Mi si strinse il cuore.. come sempre.
Non si muoverà certo da lì, ed è  stabile al momento ... quindi non rischia di morire a caso.
Connie invece dovrà affrontare la verità  sulla distruzione del suo villaggio. E da quello che ho intuito... quel gigante è davvero la madre...
Forse dovrei andare con Hanji.
Ma Dean?
Si ma Connie?
Si ma io!? Che faccio!?
Guardai Hanji, spostai lo sguardo sul pavimento. Mi chiesi se potevo continuare a stare seduta a fissare con la stessa intensità  Dean....
Devo cambiare un po' aria...
Oppure rischio di rimanere intrappolata in un limbo, incapace di separarmi dell'infermeria per paura che lui crepi.
E non va bene... che ne sarebbe poi della mia vita?
<<Va bene. Verrò... ma... pretendo che Dean sia sorvegliato>>
<<BENISSIMO! PARTIAMO TRA POCO! PREPARATI!>> esultò.
<<Caposquadra.... si può sapere perché urlate sempre?>> risi.
<<Semplicemente perché sono felice e la vita va affrontata con entusiasmo. E poi...>> si perse a fissare il soffitto con gli occhi a cuoricino e la bava alla bocca, come se avesse visto il suo piatto preferito.
<<Oh no...>>
<<.. poi... ESAMINERÒ UN GIGANTE!>>
..ci rinuncio...
<<A dopo Caposquadra!>> sorrisi uscendo.

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