Capitolo 12.

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T/N's Pov

Avevo un malditesta al dir poco terribile....
Dean, sì il mio carissimo amico Dean, aveva parlato senza interruzione per tutto il viaggio.
Scherzava con i nostri compagni e faceva amicizia, poi mi rivolgeva a un tratto una raffica di domande e frasi a cui rispondevo con dei grugniti.
Sembravo tutto fuorché felice di entrare nel Corpo di Ricerca.
La verità è che mi fissavano tutti, nella colonna di reclute a cavallo...
Io avevo indosso il mio completo nero. Per me era come una seconda pelle, per questo mi era venuto automatico e istintivo indossarlo, ma avrei dovuto evitare.
Quel completo urlava: GUARDATEMI! SONO LAMPO NERO!
E la cosa non mi andava molto giù.
Dannata me. Avrei dovuto fare come Dean, vestirsi con abiti comuni.
Gli sguardi ammirati e intimoriti mi trapassavano.
Mi sembrava di essere ancora a Stohess, nella veste di duchessina generosa e perfetta, ammirata per la sua bontà e bellezza, ma temuta per il titolo nobiliare.
E ora non era diverso. E tanto per farmi temere di più, ricambiavo gli sguardi con occhiatacce assassine, che avrebbero ammazzato un gigante.
Perché sono destinata a essere guardata così, qualunque cosa faccia?
<<T/N, di quetso passo, incenerirai qualcosa se continui a guardarti intorno con lo sguardo truce>> mi prese in giro Dean.
Sospirai, osservando le redini del cavallo nella mia mano destra.
<<Dean non mi rompere l'anima>>
<<Quei ragazzi ti ammirano, e sono un po' intimoriti solo perché non ti conoscono. Ma presto vedrai che li conoscerai tutti e saranno sicuramente più simpatici di te>> sorrise.
Feci una smorfietta di scherno e presi a ridere: <<Nessuno è più simpatico di me.>> scherzai alzando le sopracciglia.
<<Posso già contestarti>> fece serio Dean, poi dipinse sulle sue labbra un sorriso smagliante <<Io sono più simpatico di lei duchessina!>>
<<Ehi! Come osi contestare una nobildonna!>> ridacchiai e gli tirai un pugnetto affettuoso sulla spalla.
<<Oso e come!>>con fare di superiorità.
<<Si si....>> dissi con voce sapiente <<ricordati che sei un mio sottoposto. E mi devi obbedienza.>>
Lo fissai come una giovane nobile viziata e antipatica, in una posa altezzosa.
Ci guardando entrambi e... scoppiammo a ridere come dei pazzi.
<<Oddio sembravate vostra zia!>> si asciugò le lacrime il ragazzo.
<<E secondo te a chi potevo ispirarmi?>> risi.
<<Possibile che voi piccioncini non sappiate fare altro che scherzare?>> Mi affiancò Jean con un ghignetto.
<<Ma quali piccioncini!? Lei ha occhi solo per Jaeger!>> comunicò Dean con una voce da melodramma.
<<Non ho una cotta per Eren! Come te lo devo dire?>> sbuffai.
<<Seh... >> ridacchiò Dean allontanandosi per cercare di parlare con Christa , anche se Ymir glielo impediva.
<<Beh ... siete entrambi suicidi! Quindi vi vedo bene come coppia>> sorrise asimmetrico Jean.
Alzai un sopracciglio contrariata e poi sorrisi di rimando: <<Non pensavo fosse fisicamente possibile che un cavallo cavalcasse un altro cavallo>>
<<Ah ah.... spiritosa...>> sbuffò lui, stringendo gli occhi a fessura.
<<Scusa ma mi è venuta spontanea quando ti ho visto>> ridacchiai.
<<Sai che questo non mi rassicura?>>
<<Lo so. Ma tranquillo, a me piacciono i cavalli.>> risi.
<<Sto iniziando a pensare di nuovo che sei insopportabile....>>
<<Scherzo Jean. Aldilà del soprannome affibiatoti, sei un bel ragazzo>> dissi con tranquillità <<E voglio precisarti che la faccenda di Eren è stata inventata di sana pianta da Dean.>> chiarii.
Jean mi osservò con uno strano sorrisetto furbo: <<Queste due frasi vicine.... Non è che ti piaccio?>>
Mi strozzai con l'aria.
<<Eh!? Ma no!>>
<<Ammettilo>> continuò col sorrisetto.
<<Non c'è nulla da ammettere>>
E la vista del castello dove avremmo dimorato, ci interruppe. Già erano presenti alcuni soldati del corpo si ricerca, riconoscibili dai mantelli verdi.
Gli occhi mi si illuminarono emozionata.
Avrò una divisa! Avrò un cavallo, una stanza una squadra! Andrò nel mondo esterno e..
Mi ero messa in piedi sul cavallo, senza neanche accorgermene.
Jean mi osservò divertito e presumo anche semi-scioccato. In effetti doveva essere strano vedere una tizia, in piedi sulle staffe, con gli occhi a cuoricino, osservare un vecchio rudere.
<<Finalmente!>> esclamai.
<<Tu non sei normale. Ne sei consapevole?>> fece Jean.
Ritornaii in me, all'improvviso, ricadendo sulla sella.
<<Ne sono più che consapevole. Ma le persone troppo normali non sono interessanti>> controbbattei.
<<Quindi io sarei ''non interessante''?>> alzò un sopracciglio.
<<Nah ... tu sei interessante>>
<<Si ma io sono normale. Ti sei contraddetta>> sorride Jean, con un atteggiamento di chi la sa lunga.
<<Normale? Tu sei l'uomo ''cavallo'', no?>> e scoppiai a ridere.

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