Capitolo 29.

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UN MAZZO DI FIORI

Dean's pov

Avevamo sfilato, a testa bassa, davanti alla folla mormorante.
Noi, il fiero Corpo di Ricerca, sempre pronto a sfidare i giganti, sempre proiettato oltre i confini stabiliti dalle circostanze..., costretto ad avanzare ferito, dimezzato, senza forze, tra la calca di popolazione indignata, preoccupata, sconvolta, arrabbiata.
Nella colonna di soldati, avanzanti per Karanes, aleggiava un silenzio luttuoso, interrotto solo dai pianti di alcuni superstiti.
Ogni tanto scrutavo T/N.
Jean aveva lasciato Thunder alla ragazza, che  fissava il vuoto, rannicchiata con la testa rivolta verso il suolo.
Il suo viso era una maschera priva di emozioni,  ma leggevo bene l'inferno che celava dietro i lucidi occhi c/o socchiusi.
Non sembrava percerpire il mondo intorno a se, chiusa in un universo tutto suo, tra le pieghe della sua mente.
E nonostante avessimo abbandonato Karanes e fossimo giunti alla base, lei continuava a mantenere il distacco.
Persino da me...
Sospirai, frenando finalmente il cavallo, che mi avevano prestato, dato che il mio era disperso.
Inspirai, osservando il castello della Legione, sentendomi a casa.
Mi concessi un istante per assaporare il mio corpo rilassato e non più teso allo spasimo o pronto allo scatto.
Mi lasciai scivolare giù  dalla sella e mi mossi verso la duchessina.
Le porsi la mano: <<Ti aiuto io a scendere. Meglio non sforzare la gamba inferma>>
Lei annuì e un istante più tardi si ritrovò  fra le mie braccia e con i piedi per terra.
<<Siamo finalmente qua...>> disse con tono perfettamente normale.
<<Si>> annuii.
<<Anche Levi ha perso la sua squadra...>> disse apatica, dopo qualche secondo di silenzio.
<<... T/N>> capii dove voleva arrivare.
Non mi guardò negli occhi, troppo presa a fissare il Caporale Rivaille in lontananza: <<Era anche la mia squadra in un certo senso... erano anche loro miei amici.>> senza espressione <<In pratica ho perso entrambe le mie squadre in un colpo solo>>
Finalmente percepii  una incrinatura nella sua voce.
Per un attimo mi ha spaventato...temevo avesse perso la capacità di provare qualcosa.
Ma vederla così mi riempiva il cuore di tristezza.
La cosa che odiavo di più era vederla soffrire.
La cinsi per la vita, sia per aiutarla a camminare, sia per sostenerla, in qualche modo, a livello emotivo.
<<Ora ti porto in infermeria. Devi farti controllare la caviglia e medicare le escoriazioni....>>
<<Che me ne frega dove mi porti? Per ora potresti pure buttarmi in un pozzo e non mi importerebbe...>> sbuffò lei, con tono duro.
È  da quando siamo in salvo dentro le mura che ha cambiato atteggiamento... Spero sia momentaneo...
Non voglio perdere anche lei.
<<Questo è  il Corpo di Ricerca. Pensavo lo sapessi...>> mormorai, diretto all'infermeria .
<<Lo so. Ma non è  il Corpo di Ricerca... sono i Giganti. È  quel Gigante... Se scopro chi è il suo ospite, gioirò a spaccargli il cuore con la mia spada>> ghignò.
Un sorriso cattivo, la luce di vendetta nei suoi occhi.
Non avevo mai visto uno sguardo del genere in lei.
In quel momento mi sembrava di guardare dritto in faccia a Eren Jaeger. Stesso sguardo....
Solo che T/N non era Jaeger....
La cosa mi preoccupa.
Arrivammo finalmente alla benedetta infermeria. I feriti più gravi erano rimasti a Karanes, dato che necessitavano di cure immediate, mentre il resto sarebbe stato ospitato nel castello.
<<Eccoci.>> sorrisi, fermandomi davanti a una branda.
<<Sai che gioia>> si lamentò con sarcasmo la mia amica, seccata.
Mi taglio le vene se continua così!
<<Siediti T/N e riposati. Sei stanca..>>
<<Anche tu se per questo>> commentò lei, sdraiandosi e poggiando la testa su un cuscino.
<<Io anche, è  vero... ma devo fare rapporto. Stai tranquilla. Sto bene. Pensa solo a rimetterti, okay? >> sorrisi,  poggiandole una mano sulla guancia, morbida e calda.
Finalmente accennò a un sorriso.
<<Va bene ''mammina''! Però  guai a te se ti rivedo qui. Dopo il rapporto va' nel dormitorio a riposare. Ne hai bisogno. Hai una faccia orrenda!>>
<<Senti chi parla!>> risi, per poi indossare uno sguardo di superiorità: <<E poi la mia faccia è sempre semplicemente divina>>
Lei alzò gli occhi al cielo:<<Si , e io sono Keith Shadis! Avanti va'>>
<<Saresti un ottimo Keith>> strizzai un occhio, salutandola e uscendo dall'infermeria, che man mano andava riempendosi.
E ora il rapporto di questa disastrosa missione...

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