Capitolo 47.

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RINASCITA

La sensazione di malessere diffusa fu la prima cosa che provai, insieme alla freschezza delle lenzuola sulla pelle. 
Mi sentivo più pesante del normale ed estremamente stanco. 
Dalle palpebre chiuse percepivo la luce, che trapassava il sottile strato di pelle illuminando di rosso la mia mente. Mi ci vollero vari tentativi per aprirle e abituarmi alla luce. 
Le mie iridi scure incontrarono un ambiente poco familiare.
Una stanzetta in pietra, su cui si apriva una piccola finestra, con pochi mobili e pulita in maniera esagerata. 
Ma dove sono?
Non riuscivo a darmi una risposta. Avevo solo una gran confusione in testa e sprazzi di immagini sconnesse, che si rincorrevano senza tregua.
Mi si sta ingrippando il cervello.
E poi ..
<<OH CAVOLO! T/N!!!>> esclamai, sollevandomi di scatto a sedere, con i ricci castano scuro a precipitarmi sulla fronte.
Il risultato furono una serie di fitte alla testa.
Che male!
Ma ero più preoccupato per la duchessina che per me.
Una scena, infatti, mi era ritornata chiara in mente ... 
... lei a terra, circondata da titani, intenta ad aggiustare il 3DMG. 
Riguardo a me, ricordavo davvero poco di cosa mi fosse successo. Solo un nugolo di emozioni e sensazioni negative. 
La paura di averla persa durante la mia incoscienza... Quanto sarà durata? ... mi faceva impazzire e mi rendeva inquieto.
Ma se stava bene, perché non era al mio capezzale? 
La conoscevo abbastanza da sapere come si sarebbe comportata in una situazione simile.
E se fosse morta?, tremai al solo pensiero. 
Preso dall'enfasi, feci per scostare le lenzuola, urtando qualcosa.
Un dolore terribile mi attraversò un braccio. Solo allora mi accorsi del gesso che lo avvolgeva strettamente e collegai il fastidio che avevo avvertito fin da subito, in quell'arto. 
<<Ma come cavolo me lo sono rotto?!>>  
Controllai le mie condizioni per cercare di capirci qualcosa. I miei muscoli non sembravano reattivi come al solito ...
Anzi... erano sgonfi.
Mi ricordo l'inquietudine che provai nell'accorgermene. E poi quegli aghi nel braccio sano... Non ci volle molto a capire che servivano per idratarmi in qualche modo. Sicuramente un'invenzione di Hanji.
Li strappai con poca cura, provocando la fuoriuscita di sangue.
Non me ne curai, dato che mi spaventava di più sapere che ne fosse stato di T/N.
Quanto diamine ho dormito?
Non proprio sicuro di riuscire a reggermi in piedi, optai per la soluzione più semplice.
Mi misi a urlare.
<<EHI! DOVE SONO!? C'È QUALCUNO!? EHI!>> gridai con una voce che sembrava non appartenermi.  
Nessuno..
La porta si aprì di scatto proprio quando avevo perso le speranze, quasi prendendomi di sorpresa.
Una figura alta apparve sulla soglia...
La faccia sorpresa di Jean era quasi divertente: <<DEAN!? CHE CAVOLO CI FAI PER METÀ FUORI DAL LETTO!?>>
<<''Ciao Dean! Sono felice che tu sia sano e salvo!''>> sbuffai, suggerendogli la risposta.
Lui mi si avvicinò quasi correndo: <<Smettila Dean! Ovvio che sono felice di vederti... Ma devi stare a riposo!>>
E mi aiutò a sdraiarmi, rimboccandomi le coperte.
Si sedette passandosi una mano sulla faccia, quasi teso, poi mi sorrise... Sempre se quel suo ghigno inquietante potesse essere considerato da qualcuno, che non fosse T/N, un vero sorriso.
<<Santo Wall Maria! Dean! Sei davvero sveglio!>> fece.
<<Te ne sei accorto solo ora?>> sbuffai.
<<Sempre simpatico... >> brontolò di rimando lui.
Poi mi guardò esitante.
Sembrava volermi dire qualcosa, ma non fiatò. Il che mi fece terrore.
<<Perché T/N non è qui?>> lo guardai serio, parlando con tono duro. 
Sul suo viso sostarono una serie di espressioni contrastanti, una più preoccupante dell'altra.  
<<Non è qui...>> alla fine decise di rispondere.
<<In che senso!? Non dirmi che è morta!>> alzai la voce, non sapendo che pensare.
<<No. Lei è viva... ma è a lavorare per Erwin. Si tratta di una faccenda importante. Mentre io, Mikasa, Sasha, Connie, Historia, cioè Christa, e Armin, insieme al Caporale, siamo qui a difendere Eren. E a tenerlo lontano dal mondo. Però... >>
<<E come mai non ha obiettato per cercare di rimanere qua!? Non si sarebbe allontan->>stavo per contestare, però fui bloccato da Jean.
<<Sai da quanto sei in coma Dean?>>
Ero in coma!?
<<Da quasi un mese. Metterla a lavoro è stato necessario. Stava diventando matta a starti a vederti in quello stato.>> mormorò.
Un mese...
T/N...
Mi dispiace...
Stava quasi per convincermi, ma quando cercai di incontrare i suoi occhi li scostò repentinamente.
Mi stava nascondendo qualcosa.
Di certo.
Perché menti?
<<Jean...>> lo minacciai con lo sguardo.
Mi guardò esasperato, ma qualcosa lo salvò.
La porta si aprì nuovamente.
Un altra persona fece irruzione nella stanza. 
Due iridi fredde mi sondarono, per poi rivolgere tutta l'attenzione al mio amico.
<<Gli hai detto della missione di T/N, Kirschstein?>> chiese con tono minaccioso.
O almeno mi parve così.
<<S-si Caporale!>> rispose titubante.
<<Bene ora va ad aiutare Sasha nel cucinare. Muoviti!>> ordinò perentorio. D'altro canto, Jean non se lo fece ripetere due volte. 
Mi ritrovai solo, in compagnia dell'uomo più gelido dell'intero universo conosciuto. Persino la stanza sembrava essersi raffreddata in sua presenza. 
<<Come ti senti?>> mi chiese.
Wow.. sto sognando? Lui preoccupato per me?
<<Non ne ho idea. Sicuramente non bene>>
Come se non fosse ovvio.
Lui mi scrutò quasi studiandomi.
Sentivo le sue pupille scivolare su ogni piega del mio viso, con insistenza.
La cosa non mi piacque. Per niente.
Tutta quella faccenda mi sembrava un artefatto.
Decisi di rimanere sul chi va là.
Nella breva fase della mia esistenza nel Sottosuolo, avevo imparato a non fidarmi di nessuno, ad agire d'astuzia e a essere previdente.
Qualcosa puzzava... e non ero io.
O forse sono io... Non mi faccio un bagno da un mese...
Ma a giudicare dallo sguardo poco schifato del Caporale, qualcuno mi aveva lavato durante il mio lungo ''sonnellino''.
<<Avviserete T/N ora? Della mia ripresa...>> mormorai.
Levi si prese il suo tempo per rispondere. Si sedette, accavallando le gambe e poi si passò una mano sotto il mento.
<<Non possiamo. Qualsiasi messaggio in uscita potrebbe compromettere la nostra posizione, che deve rimanere segreta. E T/N deve concentrarsi sul suo lavoro alla Legione.>> spiegò Levi in pura  apatia.
Si, ma perché Levi non ha voluto sua figlia con se a proteggere Eren. Lei riesce a tenere a bada quella specie di indemoniato.
<<Capisco...>> sospirai, fingendomi sconsolato, anche se effettivamente lo ero. Quello che non lasciavo vedere era il mio cervello dedito a inseguire ragionamenti paralleli, per darsi una spiegazione.
<<Senti Dean..>>
<<Mi ha lasciato una lettera? Qualcosa?>> domandai insofferente.
<<No, purtroppo è  molto impegnata>>
Cazzate. Avrebbe trovato il tempo di scrivermi. Cosa sta succedendo!?
T/N in che casini siamo?
<<Ho capito>>mi accasciai sul cuscino.
<<Senti Dean... Devo farti delle domande sul passato. È  per vedere in che condizioni è  la tua mente.>> comunicò il Caporale.
Cosa?
E se ... se ...
Non sarebbe possibile.
Ma se fosse?
<<Certo...>>
<<Quando hai conosciuto T/N? Per chi lavoravate?>>
L'hanno scoperta?
Beh... per evitare di fare danno potrei inventarmi qualche cosa.
E reggermi il gioco fin quando non sarò sicuro che T/N stia bene e che non corre rischi.
<<Io... alla Legione?>> finsi di cercare di ricordare <<L'ho conosciuta lì?>> lo guardai preoccupato.
<<Ne sei certo...?>> indagò.
<<Io... no. Mi sembra di no... che la conosco da prima... Ma...non... Non ricordo. È  tutto così confuso.>> biascicai, con la mano sulla fronte, come alla ricerca di qualcosa che invece era ben radicato nella mia mente.
<<Sai chi è  il duca T/C?>> insistette Levi.
<<No...>>
<<Quando hai conosciuto me?>>
<<Beh... Non ricordo bene... ma lei è  il Caporale Levi.>> sorrisi.
<<Ti ricordi di Tess?>> mi chiese.
Sentii come una fitta al cuore,  ma ostentai impassibilità.
<<No... chi sarebbe? Cioè... mi viene in mente un sorriso, ma...non mi pare di sapere chi sia questo Tess>>
<<Tess è  una donna... era.>>
<<Oh... eravate amici? Mi dispiace..>>  mi passai una mano dietro la testa.
Avrei voluto strozzarlo in quel momento.
<<Sicuro, che non ti ricordi di Tess?>> si avvicinò al mio viso con uno sguardo penetrante.
Sorressi le sue iridi, fingendomi confuso, ma soprattutto sincero.
''Fingere'' era il mio secondo nome.
<<Tsk... sembri essere affetto da perdita di memoria a lungo termine. Ma stranamente ti ricordi gli avvenimenti vicini temporalmente>>
Da quando è un medico?
La porta si aprì improvvisamente con un calcio.
Uno sguardo acceso e furioso.
Capelli castani, sopracciglia aggrottate.
<<DEAN!>> ringhiò Eren, raggiungendomi e stringendomi la tunica con cui mi avevano vestito.
<<E-Eren!?>>sorpreso <<C-che ti prende!?>> mi  finsi inquieto.
<<DIMMI CHI SEI!>> urlò.
<<I-io... Non lo.. so>>
<<Eren...>>sibilò Levi.
<<NON DIRE CAZZATE!  LO SAI E COME!>>
Con un calcio Levi lo fece rotolare sul pavimento.
<<Idiota. Non vedi che non ricorda!? Ritieniti fortunato che sia così. Non usi mai il cervello! ESCI E NON RIMETTERE PIÙ PIEDE QUI DENTRO!>> lo rimproverò.
L'irruzione di Eren mi  aveva dato conferma dei miei sospetti.
E così decisi di mandare avanti la commedia del povero ragazzo smemorato...
...sperando non si trasformasse in tragedia.

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