Capitolo tre

20.2K 679 38
                                        

 

 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


  Blake Oliver Carter.
Manhattan, New York.

- Il ragazzo in foto è simile a Blake, Blake però non ha tatuaggi sul collo -

"... le ripeto di nuovo che lo studio legale Moore sta per chiudere, ma può comunque fissare un nuovo appuntamento... devo... solamente prendere l'agenda e..."
"... io non voglio nuovi appuntamenti, io voglio essere ricevuto adesso, non domani, non tra una settimana, ma ora"
"Lo capisco, però non è una cosa..."
"... Natalie lascia stare, ci penso io... immagino che lei sia il signor Carter..."
Annuisco.
"... e immagino anche che lei sa che il suo appuntamento di oggi è stato automaticamente cancellato e rimandato, dato che lei, improvvisamente ha deciso di lasciare la sala d'attesa"
"Non ho lasciato improvvisamente la sala d'attesa per noia o per capriccio, ma ho avuto la necessità di lasciarla e con necessità intendo necessità vera e propria..."
La ragazza mi guarda.
"... sto aspettando questo appuntamento da due lunghissimi e fottutissimi mesi e non sono così idiota da farmelo scappare, soprattutto se ho dei guai più grossi di tutti noi messi insieme da risolvere"
Di nuovo, mi guarda, stavolta sospirando. "Dieci minuti, non un minuto in più, avanti, mi segua in ufficio"
"In soli dieci minuti non riuscirò mai a raccontarti della mia vita, in dieci minuti forse potrò raccontarti di come ho preso l'ultima multa ma nient'altro"
"Infatti non parleremo della sua vita, ma parleremo dei fatti più gravi che l'hanno portata qui, oggi"
Lievemente, rido, mentre dopo di lei entro in uno dei tanti uffici a vetro. "Credimi, non basterebbero neanche due intere giornate per questo e per... favore, non darmi del lei, mi sento decisamente a disagio"
"E sentiamo, da dove vorresti cominciare? Dalla rissa o dal furto? Dalla guida in stato di ebrezza o dal disturbo della quiete pubblica?" sfoglia, velocemente il fascicolo verde.
"Cambia qualcosa? Prima o poi dovrò affrontarli tutti, uno ad uno" sollevo le spalle, prendendo dalla tasca interna della giacca un nuovo pacchetto di sigarette.
"È severamente vietato fumare in tutto l'edificio, scale incluse, quindi metti via quel pacchetto e concentrati per un attimo sul fascicolo"
"Va bene. Va bene. Va bene, niente sigaretta" le passo, un foglietto bianco spiegazzato. "L'ultima denuncia, ma tranquilla, niente per cui allarmarsi... una sciocchezza"
"La frase niente per cui allarmarsi potrebbe andar bene se lei fosse l'unica denuncia in corso, ma questa accumulata a tutto il resto del fascicolo ha un grosso peso, credimi" sospira, soffermandosi sulla firma a fondo pagina. "Lui ti ha... Hunter? Scott... Hunter? Ti ha... denunciato?"
"Scott idiota Hunter, sì"
"... quello Scott, Hunter? Scott Hunter figlio dell'avvocato penalista Hunter?" chiede, appoggiando sopra al fascicolo la denuncia. "Se è lui mi dispiace dirtelo ma non... posso seguire il caso..."
"Stai scherzando, vero?" leggo, il nome di lei sulla targhetta oro appoggiata alla scrivania. "Mia... io spero che tu stia scherzando"
"... posso darti il nome, il numero e l'indirizzo di un altro avvocato. È un avvocato molto in gamba, non dista molto da qui e probabilmente, se lo chiami subito, può già fissarti un appuntamento per questo pomeriggio"
"Non ho un dollaro sul conto corrente, ho usato tutti i miei risparmi per pagare una fottutissima consulenza in questo studio legale e ora come ora, non posso permettermi un altro avvocato, che parliamoci chiaro, costerebbe almeno il triplo della tua parcella"
"I soldi non sono un problema, posso farti un bonifico istantaneo con l'intera cifra versata"
Nervoso, mi passo una mano tra i capelli. "Per una volta, per una sola e unica volta voglio essere assistito come si deve, non in maniera vaga o in maniera approssimativa e soprattutto, non voglio più essere sbattuto da una parte all'altra di New York non appena voi avvocati leggete il nome di quel grandissimo idiota in fondo al foglio. Io ho bisogno di aiuto e se non avrò l'aiuto che mi serve in maniera legale, risolverò ugualmente ogni cosa, ma a modo mio"
Soglia di nuovo il fascicolo, pagina dopo pagina, poi sospirando, con un filo di voce pronuncia un ok.
"Significa ok ti aiuterò o significa..."
"... cominceremo da domani mattina" mi interrompe, prendendo un post-it giallo dal portapenne. "Cominceremo alle otto e per favore, questa volta sii puntuale"
"Sarebbe meglio intorno alle undici, prima non posso"
"Alle undici ho un altro cliente, o vieni per le otto oppure per le dieci, ma dopo le dieci tassativamente, no"
"Mezzogiorno?"
"Ho appena detto di no Blake, o alle otto o alle dieci" si alza in piedi, con fascicolo, agenda nera sotto braccio e borsa in mano. "E porta con te tutti i documenti, tuoi personali inclusi, altrimenti non potrò fare granché"
______

Unforgettable ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora