Capitolo trentuno

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Mia Harper Moore.
Manhattan, New York.

"... qualsiasi cosa dirà mio padre, tu la ignorerai, molte volte tende a parlare tanto per parlare... poi, dovrai ignorare anche mia madre, spesso racconta vecchi aneddoti di famiglia e non... la smette tanto facilmente con le chiacchiere..."
Annuisce.
"... solitamente il mercoledì sera viene la famiglia Hunter al completo per la tradizionale e ridicola cena settimanale, ma non preoccuparti di questo, ho chiesto di spostarla a casa loro" appoggio, le mani sui fianchi. "Se questa sera vorrai riposarti, dovrai farlo in camera mia, tra pochissimo mio padre scenderà in salotto per guardare la finale di football e tassativamente, non vuole nessuno intorno..."
Di nuovo, annuisce.
"... con nessuno intendo proprio nessuno, me inclusa" sottolineo, guardando Blake. "Poi, pensavo per cena di ordinare un paio di pizze, cosa ne dici? Hai preferenze?"
"Qualsiasi tipo di pizza è ben accetta" accenna un sorriso. "Comunque non credo di avertelo detto, ma intorno a mezzanotte di solito, mi preparo qualche snack da sgranocchiare davanti ad un film dell'orrore"
"Puoi fare qualunque cosa, a patto che non distruggi casa, non disturbi i miei genitori e non... porti ragazze qui dentro, altrimenti..."
"... altrimenti tuo padre darà di matto, lo so" apre, il primo borsone. "Ma ti posso assicurare che sarà come non avermi intorno, la mia presenza non la noterà nessuno"
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