Capitolo settantatré

6.4K 270 9
                                    

Blake Oliver Carter.
Central Park, Manhattan.

"Non credevo che tu cambiassi idea così velocemente su Central Park"
"Mia, dannazione che spavento" sussulto, appoggiando una mano sul petto.
"Scusami... non... era mia intenzione"
Le sorrido. "Ho ritrovato questa, sul divano in salotto" le passo, la felpa bordeaux in pile. "Ho... pensato che ti potesse servire, soprattutto in giornate così... gelide, fredde"
"Non credo proprio che mi hai fatto venire fin qui, con temperatura quasi sotto allo zero, per ridarmi una banalissima felpa in pile, Blake" sospira, stringendo nelle mani, una busta. "E non credo nemmeno che questa volta, eviteremo di parlare di quello che è accaduto tre settimane fa in clinica"
"Per prima cosa ci tengo a sottolineare che sarei stato contento se dentro di te ci fosse stato nostro figlio, se tu fossi stata... incinta"
"Ho dei grossi dubbi, vedendo la tua reazione in clinica, ma va bene, vai avanti, continua"
"Invece parlo sul serio, quel bimbo sarebbe stata la mia rinascita, sarebbe stata la cosa migliore della mia vita, sarebbe stata la cosa per la quale avrei lottato con anima e corpo per diventare ogni giorno una persona migliore" prendo fiato e guardo Mia negli occhi. "Ma capisci che saperlo in quel modo per me è stato uno... shock?"
"Invece per me no, secondo te? Io già immaginavo di venire con nostro figlio a pagare chissà quale cauzione in chissà quale carcere della città, oppure..."
"... la smetti?" alzo, gli occhi al cielo. "Non sono più quel genere di persona"
"... per non parlare invece del parto, diamine tutto quel dolore, affrontato magari da sola perché tu saresti stato immischiato in chissà quale rissa in chissà quale losco bar del Bronx" continua lei, mentre si stringe nel cappotto verde scuro. "Però allo stesso tempo sai, ho pensato che nonostante tutto, per nostro figlio saresti un bravo padre, un ottimo, padre"
Sorridendo, allungo le mani verso di lei. "Io lo ammetto di aver sbagliato completamente i modi quel giorno in clinica e per questo ti chiedo scusa, se sarà necessario posso mettermi addirittura in ginocchio, ma capisci, sono pur sempre Blake Oliver Carter, il ragazzo problematico, strafottente e combina guai del Bronx e sbagliare fa oramai parte di me, della mia vita, ma io ti amo Mia, ti amo come non ho mai amato nessuno prima di te e credimi quando te lo dico, credimi sempre"
"In alcuni momenti, come per esempio adesso, ti sto odiando da morire, ma allo stesso tempo, non... sono in grado di starti lontana... credo proprio che mi stai facendo impazzire, mi stai facendo uscire fuori di testa dannazione" ride, lievemente.
"Quindi... possiamo finalmente tornare quelli di prima?"
Solleva le spalle, passandosi una mano tra i capelli.
"Sai che si dice che ci taccia acconsente? Potrei prendere questo tuo silenzio come un sì"
"Al momento prendilo come un forse, un forse che potrebbe trasformarsi in un sì da un momento all'altro"
______

Unforgettable ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora