Capitolo cinquantasei

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"Sei la mia eroina, mi hai salvato la vita"

Blake Oliver Carter.
Manhattan, New York.

"Cosa siamo in... che senso, spiegati meglio"
"Intendo cosa siamo noi due, adesso... amici, conoscenti, una specie di estranei oppure non so... una... coppia?"
"Domanda interessante... una risposta io ce l'avrei ma preferisco sentirla da te"
"Sei una stronza, lo sai vero?" nervoso ridacchio, mentre lei, con tutta la tranquillità del mondo, continua a mangiare pizza margherita e patatine fritte.
"Sono la regina delle stronze... comunque andrei ad esclusione, escludendo immediatamente estranei e conoscenti, perciò restano come opzione amici e... coppia"
"Perché diamine mi sono cacciato in questa situazione? Avrei dovuto mordermi la lingua, avrei dovuto... lasciamo perdere..."
Mia mi guarda.
"... era tutto così fottutamente semplice quando nella mia vita non esisteva questa cosa dei sentimenti, era tutto più semplice quando per me esistevano soltanto tatuaggi, Bronx e bar del quartiere" mi agito, sempre di più. "Invece adesso... adesso mi ritrovo seduto in un ufficio legale di Manhattan, con il mio avvocato, in piena notte ad affrontare discorsi su sentimenti e... relazioni, a lungo termine"
"La tua vita prima di incontrare me era così fottutamente perfetta, così dannatamente facile e tranquilla che mesi fa, sei entrato proprio qui, in questo ufficio, implorandomi di aiutarti a diventare una persona migliore"
"Vuoi forse litigare? Perché personalmente non ne ho voglia"
"Assolutamente no, ma non dire che la tua vita prima di incontrarmi era tutta rose e fiori perché non è così, non è affatto così" sospira, gettando uno dei contenitori vuoti del take away nell'immondizia. "Anzi, se devo dirla tutta, da quando passiamo più tempo insieme, lontani dalla merda che prima ti circondava, sei... cambiato e con cambiato, intendo cambiato in meglio"
"Sono cambiato solo grazie a te, ma non grazie a te in veste di avvocato, ma grazie a te in veste di Mia Harper Moore" accenno un sorriso. "L'unica persona sulla faccia della terra, oltre a Seth, a non aver mai giudicato me e la mia vita, l'unica che non ha visto soltanto il marcio dentro di me"
"Nella vita tutti quanti abbiamo sbagliato, tutti quanti noi abbiamo un lato oscuro e tutti quanti noi, meritiamo una seconda chance" allunga, le mani sopra le mie. "E tu Blake, sei un ragazzo d'oro, hai mille pregi che non riesci minimamente a vedere e nonostante la vita, ti ha messo, più e più volte in difficoltà, tu hai lottato con unghie e denti per superare tutto, per superare ogni cosa, per superare ogni dannato problema, senza mai abbatterti, senza mai arrenderti"
"Stai parlando a vanvera per colpa dell'alcol?"
"Due sorsi della tua birra non mi rendono brilla e men che meno ubriaca" sorride, sedendosi poi sulle mie gambe. "Però sappi, che oltre ai mille pregi, hai anche tremila difetti, ma di questo ne riparleremo un'altra volta" mi dà un paio di baci sulle labbra, poi, sospirando, mi stringe le braccia intorno al collo. "E invece per quanto riguarda il discorso iniziale, credo proprio che dovremmo considerarci..."
"... ufficialmente una coppia" le dò un altro bacio, interrompendola. "Direi una coppia a tutti gli effetti, oramai"
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