Capitolo cinquantasette

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Mia Harper Moore
New York, una settimana dopo.

"... quasi dimenticavo, una volta finita l'udienza, mio padre vorrebbe incontrarti, vorrebbe vederti"
"L'ultima cosa al mondo che farò è proprio quella di vedermi con quell'uomo, oltretutto da solo"
"Per favore Blake, non... peggiorare ulteriormente le cose" più nervosa di prima, riprendo a camminare su e giù per il corridoio principale del tribunale. "Probabilmente vorrà parlarti della causa o forse di noi, oppure non so... vorrà scusarsi"
"O forse direttamente uccidermi? Tuo padre farebbe qualunque cosa pur di farmi sparire, specialmente dalla tua vita"
"Non dire idiozie, mio padre non... ti odia, non ti ha mai odiato, non odierebbe mai il ragazzo che rende felice sua figlia"
"Il ragazzo problematico che rende felice sua figlia, come lui mi definisce da tempo" sottolinea.
"Credevo tu avessi archiviato questa cosa"
"Non archivio niente, io ricordo tutto" si alza in piedi, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni scuri. "E sappi, che non sono più disposto a farmi etichettare, soprattutto dalla tua famiglia, come il ragazzo problematico, combina guai e delinquente che rovina la vita perfetta della perfetta e impeccabile Mia Harper Moore... frase non mia, ma frase sempre di tuo padre, testuali parole, niente di inventato"
"Non... ti rispondo nemmeno, non... ho voglia di litigare un'altra volta per questa cosa e soprattutto non ho voglia di litigare qui, in un tribunale" cammino, fino la porta principale, dando le spalle a Blake. "Stanno arrivando gli Hunter quindi datti immediatamente una calmata"
"Per forza?"
"Se vuoi continuare a stare insieme a me, da ragazzo libero sì, altrimenti se preferisci vedermi un'ora, ogni due settimane in un carcere, in veste principale come tuo avvocato, allora fai quello che vuoi, ribellati, fai..."
Borbotta, alzando gli occhi al cielo.
"... lascia perdere, adesso vieni qui e siediti..."
Sospira.
"... cos'hai? Sei preoccupato? Mi sembri... un po' troppo agitato"
"Non lo so, credo di sì, ma allo stesso tempo credo di no" mi stringe forte la mano nella sua mentre Jefferson, seguito da Scott, corre per la hall del tribunale.
"Andrà tutto bene, insieme risolveremo ogni cosa, vedrai" lo bacio, sulla guancia. "Poi, finalmente sarai un ragazzo di nuovo libero e..."
"... non so quanto sia legale che l'avvocato e l'assistito abbiano una relazione, esattamente come voi..." idiota Scott, davanti a noi. Fermo, con affanno e sudore sulla fronte. "... il giudice è a conoscenza di questa cosa? Di questa vostra pseudo relazione?"
"Scott... smettila, subito" sospiro.
"... posso immaginare la felicità di tuo padre, lui che per te, bambolina, ha sempre sognato un ragazzo per bene, un ragazzo di Manhattan, del golf club, un ragazzo come... me al tuo fianco e invece guardati, ti sei immischiata con uno come lui, il delinquente del momento"
Blake si alza e con entrambe le mani strette in due pugni, si avvicina a Scott. "Punto primo, bambolina chiami qualcun'altra e non Mia e punto secondo, se non chiudi quella maledetta bocca immediatamente, ti giuro che te la farò chiudere io, a suon di pugni"
"Mi ha minacciato, avete sentito tutti? Questo pazzo, ha minacciato di prendermi a pugni, qui in tribunale" letteralmente urla, attirando l'attenzione di ogni persona nelle vicinanze. "È pericoloso, mandate una guardia, mandate qualcuno presto"
A fatica, allontano Blake. "Si può sapere cosa diamine ti è passato per il cervello di minacciarlo? Sai benissimo che è mentalmente instabile"
"Cosa... sta succedendo qui?" chiede Jefferson, mentre corre, verso di noi. "Ho sentito le urla di Scott fin dentro al bagno"
"Mi ha minacciato, papà... ha minacciato me, davanti a tutti loro"
"Hai davvero minacciato mio figlio, Blake?"
"Smettetela di dire stronzate, nessuno ha minacciato nessuno e Jefferson, se non allontani tuo figlio da noi, ma soprattutto da Blake, mi vedrò costretta a chiamare la sicurezza"
"... una minaccia, specialmente con una fedina penale sporca come la tua, sai a cosa comporta? E sai che grosso peso può avere? Può pesare fino a..."
"... sentenza Carter - Hunter, aula sei, prego"
Tiro, un sospiro di sollievo, poi stringendo di nascosto la mano di Blake nella mia, mi avvicino all'aula.
"Ci vediamo all'inferno, bastardo" sussurra Blake, passando di fianco a Scott.
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