Unforgettable ~

Capitolo trentadue

Blake Oliver Carter.
Manhattan, New York.

"Sei... tu? Sei... la ragazza a destra in questa foto?"
"Normalmente non tengo foto di altre ragazze appese in stanza, quindi sì, sono io..."
Curiosamente, stacco e riattacco polaroid dalla bacheca in sughero.
"... dovrebbe essere una foto scattata intorno al 2015 o 2016, da mia madre, ad Ocean city"
"Eri così... diversa, così... bionda"
"Sono passati anni da quella fotografia e sono cambiata molto, parecchio... comunque, questa è la coperta più calda e pesante che al momento ho qui in camera, tieni" sospira, lanciando verso di me una coperta a fiori imbottita. "Non dovresti avere freddo, qui il riscaldamento va anche di notte, ma nel caso, potrai trovare un'altra coperta simile a questa nella cassettiera bianca in corridoio..."
Le sorrido.
"... poi, se ti dovesse passare per la mente di cucinare in piena notte, ricordati che puoi farlo ma in silenzio, altrimenti..."
"... altrimenti tuo padre mi butterà fuori di casa, lo so" mi siedo, sul letto a una piazza e mezzo di Mia. "E a proposito di tuo padre, ho come l'impressione che mi odia, non trovi? Non fa altro che lanciarmi sguardi infuocati ogni volta che ci incontriamo per casa"
"Odio? Addirittura"
Annuisco. "Per esempio poco fa sono passato davanti a lui e non ha fatto altro che borbottare, borbottare e borbottare, finché non mi sono allontanato"
"Lui borbotta continuamente Blake" mi dà, un'occhiata veloce. "Lui borbotta per qualunque cosa..."
"D'accordo, ma..."
"... credimi, non ti odia, lui è... così, ma se ti può tranquillizzare un pochetto, domani non ci sarà per tutto il giorno, ha l'agenda piena di appuntamenti e riunioni, proprio come mia madre"
"E tu, invece?"
"Io no. Io ho preso una giornata libera domani, rimarrò a casa" dal cassetto, prende dei vestiti piegati. "Mi dispiace ma ora devo lasciarti da solo, ho assolutamente bisogno di un bagno caldo per rilassarmi, tu nel frattempo fai ciò che vuoi, certo nei limiti"
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