Capitolo ventisei

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Blake Oliver Carter.
Bronx, New York.

"... lo devo ammettere: stavolta hai scelto una ragazza davvero bellissima, certo, molto diversa da te, molto diversa dal genere di ragazze che normalmente guarderesti, ma bellissima, forse la più bella che hai avuto da quando noi due ci conosciamo"
"Sono... stato molto fortunato, sono... stato molto fortunato ad averla incontrata" sorrido, ripassando l'ultima lettera del nome Marcus sul fianco di Dana. "Un paio di minuti ancora e abbiamo finito"
"State insieme da molto?"
"Un paio di mesi" le rispondo, senza pensarci.
"Diamine un paio di mesi per te Carter equivalgono a cinque anni di matrimonio..."
Annuisco.
"... quella ragazza è così... fortunata ad averti, spero che se ne renda conto"
"No Dana, come già detto poco fa: il fortunato qui sono io, lei... mi ha cambiato la vita, letteralmente" getto, nell'immondizia i guanti e sospirando, guardo prima lei e poi, il lavoro finito. "Controlla se va tutto bene, se ti piace così o se magari vuoi aggiungere altro"
Con un sorriso a trentadue denti, scende dal lettino e ammira soddisfatta il tatuaggio. "Come ogni volta, lavoro impeccabile... settimana prossima sei libero per farne un altro?"
"Non lo so, dipende dal giorno" apro, la porta del piccolo studio sul retro mentre lei, in fretta e furia si riveste. "Se non ci sarò io, eventualmente ci sarà qui Seth... giusto?"
Di scatto, alza la testa dai mille fogli sparsi sul bancone. "Giusto cosa, Blake?"
"Farai tu un nuovo tatuaggio a Dana, la prossima settimana..."
Mi guarda, senza batter ciglio.
"... le piacerebbe uno di quei tribali sulla schiena, uno di quelli che richiede ore e ore di lavoro..."
"Devo... controllare l'agenda, in questo periodo siamo pieni di appuntamenti, specialmente nei prossimi giorni"
"... ha qualche fotografia salvata nel telefono, ma vorrebbe comunque un qualcosa di personalizzato, un qualcosa di unico, un qualcosa disegnato apposta per lei" sorrido, stringendo un braccio intorno alla vita di Mia. "E tu invece, cosa mi dici? Spero non ti sei annoiata ad aspettarmi, amore"
"Sei scemo Blake? Che cosa diamine hai..."
"... devi aiutarmi, devi reggermi il gioco, per... favore" le sussurro all'orecchio, mentre Dana si avvicina al bancone da Seth. "Per lei tu, sei la mia ragazza e sono disposto a qualunque cosa pur di avere il tuo appoggio pur di liberarmi di lei, in modo definitivo... posso anche inginocchiarmi per..."
"... sono libero solamente di giovedì mattina verso le undici, oppure di venerdì sera tra le sette e nove..." sospira Seth, guardando me in malo modo e poi Dana, di nuovo.
"Invece tu Blake, sei libero sabato prossimo?"
"No, Blake sabato prossimo non ci sarà, esattamente come non ci sarà la domenica, il lunedì e probabilmente anche il martedì" risponde Mia, stringendomi un braccio intorno alla vita. "Saremo fuori città e ancora non sappiamo con esattezza quando torneremo a New York..."
Dana la guarda, dall'alto al basso.
"... questo bellissimo ragazzaccio mi ha organizzato una sorpresa con i fiocchi, una sorpresa come solamente lui sa organizzare" continua lei, infilandomi di tanto in tanto le unghie laccate di rosso, nel fianco.
"Va bene, ho capito, prenoto per sabato sera"
"Sei consapevole che adesso mi devi un favore, un grosso, favore" mi sussurra Mia, infilandomi ancora una volta le unghie nella pelle.
"Ci vediamo sabato sera, allora" con un sorriso forzato, Seth, sorride a Dana. "E per favore, in caso di imprevisti avvisami almeno un paio d'ore prima"
Lei annuisce e senza salutare, se ne va.
"Cosa dannazione ti è passato per la testa, ti sei forse bevuto il... cervello, Carter? O forse hai sbattuto da qualche parte? Diamine ti rendi conto o no di quello che hai fatto?" Mia sbraita.
"Non... urlare, potrebbe ancora sentirci" d'istinto, le do un bacio sulla guancia. "Ne parliamo più tardi, quando saremo soli"
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