Unforgettable ~

Capitolo settantadue

Mia Harper Moore.
Manhattan, New York.

"... siamo stati quell'amore folle, quell'amore che ti stravolge la vita, l'esistenza, che ti stravolge ogni cosa.
Siamo stati quell'amore per cui valeva la pena lottare, per cui valeva la pena andare in capo al mondo e tornare.
Siamo stati quell'amore che ti entra fin dentro le vene.
Siamo stati quell'amore che si legge nei libri, si vede nei film, siamo stati quell'amore che lascia il segno, forse per sempre.
Noi due siamo stati tutto questo, senza rendercene conto.
Noi due, siamo stati quell'amore che nonostante tutto rimarrà il più bello, il più vero, il più pulito e il più sincero e dove tu, mia dolce, testarda, complicata e tremendamente orgogliosa Mia Harper Moore sei diventata la cosa più bella, più pulita e più sincera che la vita poteva regalarmi...

- Blake Oliver Carter, il ragazzo problematico del quartiere più malfamato di New York -

P.S. ti aspetto sul ponte di legno a Central Park, mi raccomando non arrivare in ritardo"

Piango, a dirotto. Blake mi manca. Mi manca da morire.
In queste tre settimane ci siamo visti solamente una volta, in ufficio e per dieci minuti di orologio, lui ha firmato velocemente dei documenti, io ho aggiornato il suo fascicolo e poi, ognuno di nuovo per la propria strada.
Sono consapevole che non sarà mai il principe azzurro, ma diamine, Blake è tutto quello che inconsapevolmente cercavo da una vita.
Lui è il mio per sempre, il mio per sempre, sempre.
Lui è Blake Oliver Carter, il ragazzo che mi ha fatto perdere la testa, completamente.
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