Unforgettable ~

Capitolo quarantuno

Mia Harper Moore.
Ocean city, Maryland.

Non erano così, un tempo, i rapporti con la mia famiglia non erano affatto così.
Un tempo, ci amavamo. I miei genitori, si amavano poi, improvvisamente la carriera di mio padre prese una brutta piega e con lei, anche i rapporti in casa.

"... e così questo fantastico appartamento sarebbe la casa delle vacanze della famiglia Moore... wow..."

In quel periodo mia madre rimase incinta. Rimase incinta di una bambina, ma tra il quarto e il quinto mese di gravidanza, la perse.
Mio padre le diede tutta la colpa, lei cadde in depressione e il loro matrimonio giunse quasi al capolinea.

"... la vista... diamine la vista da questo terrazzo è un qualcosa... wow, non ho altre parole per descrivere tutto questo se non wow... posso vedere addirittura le barche in lontananza, il porto, le persone correre in spiaggia con i cani..."

Lui cominciò a frequentare un'altra donna: una sua sofisticata cliente di Brooklyn, infischiandosene di tutto, me inclusa.

"... penso proprio che stanotte dormirò su questo divano, una vista così mozzafiato deve essere guardata, ad ogni ora..."

Prese tutte quante le carte di credito, i pochissimi soldi rimasti sul conto corrente in comune, prese tutti i suoi vestiti dall'armadio, passaporto e se ne andò.
Se ne andò con lei, se ne andò con Priscilla. Se ne andò e stette via per quasi due anni, poi un giorno, improvvisamente, tornò da noi.
Mia madre lo riprese in casa, lo aiutò a coprire i debiti delle carte di credito e con tanta forza e tanta pazienza, lo aiutò ad avviare un nuovo studio legale, quello di Manhattan.
Fece letteralmente di tutto per lui, fece ogni cosa, vendette addirittura l'anello di fidanzamento tempestato di diamanti, per aiutarlo.

"... sembri così... assente, va tutto bene? Mi sta facendo preoccupare, Mia"

In meno di un anno la situazione in casa tornò alla normalità e anche loro, tornarono quelli di un tempo.
Le cose brutte si cancellarono e magicamente rimasero solo quelle belle.
Lui le ricomprò l'anello di diamante e un paio d'anni dopo si risposarono.
Fu un matrimonio da favola, un matrimonio principesco, un matrimonio così bello che per mesi e mesi ne parlarono tutti.
La carriera di mio padre in pochissimo tempo toccò le stelle diventando il secondo avvocato più potente dell'interna Manhattan e con il successo, il burrascoso e scandaloso passato della famiglia Moore andò nel dimenticatoio, definitivamente.

"... hai lo sguardo perso nel vuoto, sei sicura di sentirti bene?"
Annuisco, sedendomi accanto a lui sul divanetto in terrazzo.
"... non... ne sono così tanto sicuro che stai bene"
"Sto bene, credimi" accenno un sorriso, ammirando il panorama mozzafiato. "Piuttosto tu, ti stai ambientando?"
"Se mi sto ambientando? Diamine questo è il paradiso, potrei passarci tutta la vita qui"
"Dovrai accontentarti solo di qualche giorno, al momento" rido lievemente, controllando l'orario sul telefono. "Non so tu, ma io sono così stanca che salterei la cena, questa sera"
"Saltare la cena? Assolutamente no, inoltre vorrei visitare ogni angolo di questa città, dal centro storico al porto"
"Giuro che domani ti accompagnerò ovunque, ma stasera ti prego no, sono stanca"
"Offro io la cena ma ti do dieci minuti di tempo per prepararti" insiste, allungando una mano verso di me. "Dieci minuti, non un minuto in più, d'accordo?"
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